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DOMENICA DI PANICO A COURMAYEUR TRA GOLE SECCHE E ASCELLE FETIDE – IERI MATTINA, NELLA PERLA DEL TURISMO DI LUSSO SULLE ALPI, 30MILA TURISTI SI SONO SVEGLIATI SENZA UNA GOCCIA D'ACQUA PER COLPA DI UNA FRANA CHE HA DANNEGGIATO L’ACQUEDOTTO – NIENTE DOCCE NEGLI HOTEL, BAR E RISTORANTI CHIUSI, CACCIA ALLA TANICHE E ACQUA DELLE PISCINE USATA PER I WATER – OGGI IL COMUNE HA FATTO SAPERE CHE I LAVORI DI RIPARAZIONE SONO TERMINATI MA L’ACQUA NON È POTABILE: DEVE ESSERE BOLLITA PERCHÉ “POTREBBERO ESSERCI IMPURITÀ”

1 - TORNA L'ACQUA A COURMAYEUR, ACQUEDOTTO RIPARATO

frana courmayeur

(ANSA) - "I lavori di riparazione dell'acquedotto comunale, interessato nella sera del 5 agosto dalla frana in Val Ferret, sono sostanzialmente terminati". Lo fa sapere il Comune di Courmayeur, dove la mancanza di acqua in questi giorni ha creato pesanti disagi a residenti, albergatori, ristoratori e anche proteste tra i turisti che affollano la località per le vacanze estive.

 

"Le vasche dell'acquedotto stanno caricando e il servizio sarà progressivamente ripristinato per tutto il territorio comunale e anche per la frazione Verrand di Pré Saint Didier". L'acqua necessita "ancora di essere bollita, poiché potranno esserci delle impurità".

 

2 - I TURISTI DI COURMAYEUR A SECCO "NIENTE CAFFÈ E PISCINE VIETATE"

Giuseppe Salvaggiulo per “La Stampa”

 

FRANA COURMAYEUR 2

«Per favore, posso avere un altro piattino di plastica?». «Impossibile. Tutto contingentato. Un piattino e un bicchiere di carta a testa per la colazione. Solo caffè americano. Niente cappuccino perché non possiamo fare vapore. E soprattutto niente acqua». Domenica mattina a Courmayeur, sala colazione dell'hotel. I quasi trentamila turisti - tutto esaurito, tornati anche gli stranieri - si svegliano senza una goccia d'acqua.

 

Dai rubinetti solo rantoli. Per tutto il giorno bar e ristoranti chiusi. Autobotti dei vigili del fuoco che distribuiscono in due piazzali razioni da 10 litri pro capite, «e per favore portate bottiglie e borracce perché i nostri contenitori stanno finendo». Hotel che sospendono il cambio asciugamani e portano le lenzuola alle lavanderie automatiche di Aosta.

 

Acqua delle piscine per i water. Primi piatti banditi dai menu. Caccia alle taniche. Bollitori per rendere potabile l'acqua messa da parte. Turisti straniti. Cancellazioni e disdette con tassi variabili: per lo più gli alberghi sono riusciti a contenerle nel 10-15%, ma alcuni hanno assistito a una fuga di clienti.

 

EMERGENZA ACQUA COURMAYEUR 2

Che la situazione fosse destinata al peggio, si era capito alle 18,30 di sabato quando il sindaco Roberto Rota aveva interrotto il consueto dibattito della fondazione Courmayeur Mont Blanc, sotto il tendone del Jardin de l'Ange: «Scusatemi, ma devo darvi cattive notizie». La doppia frana di venerdì sera, provocata dal temporale, «a distanza di un minuto e mezzo» nella vicina val Ferret; «gli impressionanti massi grandi come una stanza, che ci siamo trovati di fronte quando siamo arrivati sul posto»; il salvataggio notturno con l'elicottero di due auto «rimaste intrappolate in mezzo alle due frane»; l'evacuazione delle persone isolate; il ponte slittato e rialzato di un metro e mezzo rispetto alla strada; la rottura di quattro delle cinque condotte d'acqua che passano sotto il ponte, «e l'unica rimasta funzionante è la più piccola, del tutto insufficiente».

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Infine l'appello «a razionare i consumi, evitando troppe docce». Che ha solo posticipato di qualche ora lo svuotamento delle vasche di accumulo. Gli ultimi esangui rivoli di acqua sono usciti dai rubinetti nella serata di sabato. Quando i più previdenti si erano attrezzati riempiendo bicchieri per poter almeno lavarsi i denti. I supermercati avevano già esaurito le scorte di bottiglie.

 

La Protezione civile si stava già organizzando. Gli hotel contattavano aziende per riempire le cisterne e i clienti per avvisarli che non sarebbero stati in grado di garantire la pulizia delle stanze.

 

EMERGENZA ACQUA COURMAYEUR

«Non ci sono precedenti», dice il sindaco. Mai visti in via Roma bar e ristoranti deserti in una domenica di piena stagione. Piscina interdetta e solo cocktail senza ghiaccio nel giardino dell'hotel Royal & Golf, «dove pure abbiamo limitato disagi e disdette grazie alle vasche di riserva, garantendo docce e sciacquone», dice il direttore Massimo Chiappo Buratti. All'hotel Berthod camere pulite prelevando secchiate di acqua clorata dall'idromassaggio della beauty farm e panni sporchi presi in carico da due addette e portati altrove, dove ancora si può fare una lavatrice. Al Gran Baita Hotel taniche da 15 litri portate in camera per caricare la cassetta del water e poi riempite alle fontane di La Thuile, a 15 chilometri.

 

La Protezione civile ha garantito l'acqua solo alle persone fisiche, non agli esercizi commerciali. Ma in generale i turisti hanno mostrato comprensione. Qualcuno ha preferito partire, altri hanno posticipato l'arrivo. Inevitabili anche le cancellazioni, «ma meno di quanto temevamo» dicono gli albergatori che hanno garantito flessibilità senza penali. «Io andrei, ma mia moglie vuole restare, quindi si resta», sacramentava a metà mattina un marito emiliano aspirando l'ennesima sigaretta.

 

frana a courmayeur

Courmayeur conta 2.600 residenti abituali, ma in questo periodo vivono quasi 30mila persone: circa 3.000 in hotel e residence, il resto proprietari di seconde case. Alcuni hanno lamentato scarsa informazione e difficoltà a ottenere l'acqua dalla protezione civile. I social amplificano le proteste («Non ci hanno avvisati», «L'acqua è nera e piena di terra»), oltre a ironie degne di miglior causa: «Anche i ricchi bevono», «Perché, da quelle parti non si lavano con lo champagne?», «Finito anche il millesimato?», «Povca tvoia! Se mi s' incendia il jet con cosa lo spengo?», «Courma come Crotone: sono soddisfazioni».

 

Oltre ai disagi, per la perla del turismo di lusso delle Alpi occidentali è un danno economico. L'entità è questione di tempo. L'allarmismo corre, gli hotel sono tempestati di telefonate. Si lavora anche di notte con gruppi elettrogeni. Alle 15 di ieri il bypass di 350 metri, con tubi arrivati da fuori valle, è stato completato e allacciato all'acquedotto.

 

FRANA IN VAL FERRET

Ma non basta pompare acqua. Bisogna capire quanti detriti, e di che tipologia e dimensioni, ci sono nella parte non danneggiata, quindi dal punto più basso del bypass fino alle vasche di accumulo. Che vanno riempite e svuotate, liberando i detriti dal fondo finché non ce ne sono più. Spiragli positivi in serata, verdetto nella notte. «Spero che nella giornata di oggi la distribuzione di acqua posso riprendere normalmente - spiega il sindaco -. Per i primi giorni potrebbe essere non potabile, ma almeno ci si potrà lavare».

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