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IL CROLLO SULLA MARMOLADA "NON ERA PREVEDIBILE" E I PM CHIEDONO L'ARCHIVIAZIONE DELL'INCHIESTA – SECONDO I PERITI NOMINATI DALLA PROCURA DI TRENTO, A CAUSARE LA VALANGA CHE IL 3 LUGLIO 2022 TRAVOLSE E UCCISE 11 PERSONE SONO STATE LE TEMPERATURE ELEVATE E LE PROFONDE FERITE NEL GHIACCIAIO. MA “NON È STATO POSSIBILE IDENTIFICARE ELEMENTI CHE POTESSERO SUGGERIRE UN ELEVATO RISCHIO DI CROLLO IMMINENTE” – IL FRATELLO DI UNA DELLE VITTIME: “UNA SIMILE CONCLUSIONE MI LASCIA PERPLESSO E DELUSO. FACCIO APPELLO AGLI SCIENZIATI…”

Alfio Sciacca per il “Corriere della Sera”

 

MARMOLADA - IL CROLLO VISTO DAL RIFUGIO

Temperature elevate e profonde ferite nel ghiacciaio. Queste le cause all'origine della tragedia della Marmolada che il 3 luglio scorso fece 11 vittime, travolte da una valanga di ghiaccio. Ma quel che è più importante «l'evento non era prevedibile e non è stato possibile identificare elementi che potessero, qualora osservati, suggerire un elevato rischio di crollo imminente».

 

A giungere a queste conclusioni i periti nominati dalla Procura di Trento nell'ambito dell'inchiesta per accertare eventuali responsabilità nella morte degli 11 escursionisti.

Ed è sulla scorta di questa perizia che la Procura ha chiesto circa 20 giorni fa l'archiviazione dell'inchiesta. Il provvedimento è stato notificato anche ai familiari delle vittime.

 

MARMOLADA - IL CROLLO VISTO DAL RIFUGIO

«Una simile conclusione - attacca Luca Miotti che nella tragedia ha perso il fratello Davide - mi lascia perplesso e deluso. Faccio appello agli scienziati del settore di studiare gli accertamenti dei consulenti della Procura al fine confermare o confutare l'imprevedibilità del catastrofico evento del 3 luglio».

 

Nessuna replica dalla Procura che, nel «rispetto per il dolore delle persone», rimanda al contenuto della relazione dei professori Carlo Baroni, dell'Università di Pisa, e Alberto Bellin, della facoltà di Ingegneria di Trento. Secondo i periti le alte temperature registrate a partire da giugno hanno provocato «la riduzione del ghiacciaio di circa sette centimetri al giorno» che sulla Marmolada in «10 anni avrebbe perso oltre cinque metri di spessore medio e oltre 7,7 milioni di metri cubi di ghiaccio». In 30 anni la sua estensione si è dimezzata.

 

marmolada dopo il crollo del blocco di ghiaccio 1

Il 3 luglio una massa di 6.480 metri cubi di ghiaccio si sarebbe staccata da Punta Rocca come conseguenza di due cause. «La prima - spiega il professore Alberto Bellin - è la presenza significativa di acqua che ha diminuito l'aderenza del ghiacciaio al fondo roccioso. La seconda è l'ammaloramento del ghiaccio, che ha visto un peggioramento delle proprie caratteristiche meccaniche: all'interno del corpo glaciale c'erano fratture, che però non erano visibili in superficie. Questo peggioramento lo abbiamo dedotto osservando le immagini prese dopo il crollo e non visibile prima».

 

Sulla Marmolada, aggiunge il perito, «altri crolli sono avvenuti anche in passato, quando l'effetto delle variazioni climatiche era meno marcato. L'incremento della temperatura non aiuta e c'è una situazione generale molto più critica rispetto al passato, ma è quasi impossibile individuare dei segnali premonitori del distacco».

marmolada dopo il crollo del blocco di ghiaccio 2soccorsi marmoladaMARMOLADA - IL CROLLO VISTO DAL RIFUGIO 2blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 1blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 2la dinamica del crollo sulla marmolada