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Luigi Offeddu per il “Corriere della Sera”
«Che cosa può pensare, e come può reagire, un uomo che ha sempre visto la madre o la fidanzata circolare in burqa, di fronte a una ragazza in calzoncini che gli sorride in una discoteca?». Questa domanda, la maggioranza del Parlamento danese se l’è posta davvero, nelle ultime settimane, davanti a una statistica ufficiale: fra gli uomini recentemente immigrati da Paesi di stretta osservanza musulmana, la possibilità che venga commesso uno stupro o un qualunque abuso contro una donna è di tre volte più alta che fra i cittadini danesi «doc».
Perciò, anche la Danimarca farà presto quello che hanno già fatto la Norvegia e la Baviera tedesca, quest’ultima rivolta agli alunni adolescenti: attraverso corsi regolari annessi a quelli linguistici, insegnerà l’educazione sessuale ai suoi ultimi arrivati, secondo i criteri morali e legali dell’Occidente.
la polizia nel sud della danimarca da
Con una differenza, rispetto a Oslo e Monaco di Baviera: a Copenhagen, i corsi saranno obbligatori e non volontari. Questo, perché la situazione viene già giudicata più grave che altrove: mentre gli immigrati extracomunitari rappresentano circa il 12% della popolazione totale danese, fra il 2013 e il 2014 erano immigrati o figli di immigrati il 34,5% dei condannati per stupro.
In tutti e tre i Paesi, i temi principali dei corsi di formazione (così vengono chiamati) sono o saranno comunque gli stessi: come trattare una donna, imparando a rispettare la sua dignità e le sue libertà personali; come apprendere che non è proprietà del marito, del padre, del fratello; come accettare che le leggi del nuovo Paese di residenza non obbediscano a precetti religiosi ma ai diritti universali degli uomini e delle donne.
migranti tra germania e danimarca
La Norvegia, primo Paese ad aver attuato l’esperimento finanziato dal governo già dal 2013 (4 o 5 ore di corso alla settimana, affiancate all’insegnamento del norvegese), sembra darne ora un primo giudizio positivo, come ha rilevato ieri anche il New York Times .
Tutto iniziò dopo un’ondata di stupri nella città industriale di Stavanger, atti che spesso avevano un immigrato come sospetto colpevole. Le associazioni che si occupavano dell’integrazione interetnica diedero subito l’allarme: non era un problema risolvibile solo da poliziotti e magistrati, ma una «frattura» culturale profonda molti secoli. Negli ultimi anni è prevalsa invece la preoccupazione di discriminare i migranti e bollarli come «potenziali stupratori», e così la maggior parte dei governi europei ha evitato di affrontare la questione.
migranti in danimarca
MIGRANTI DANIMARCA
migranti tra germania e danimarca verso la svezia
migranti in danimarca
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