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ZELENSKY SI AGGRAPPA A BRUXELLES PER EVITARE UNA PACE A MISURA DI PUTIN – A DAVOS L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE UCRAINO: “ABBIAMO BISOGNO DI UNA POLITICA DI SICUREZZA E DIFESA EUROPEA UNITARIA. SERVE UN CONTINGENTE DI PACE CON ALMENO 200 MILA SOLDATI EUROPEI” – LA BORDATA A GERMANIA E USA: “NON CI HANNO SUPPORTATO NEL NOSTRO INGRESSO NELLA NATO” – LO SCENARIO PEGGIORE PER ZELENSKY: TRUMP PROVA A CHIUDERE LA GUERRA SCAVALCANDO L’UE E NEGOZIANDO DIRETTAMENTE CON "MAD VLAD", CON LA TRIANGOLAZIONE DI XI...

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1. I PALETTI DI ZELENSKY “CONTINGENTE DI PACE DA 200MILA UOMINI”

Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per “la Repubblica”

 

volodymyr zelensky - world economic forum di davos

Volodymyr Zelensk y prova a parlare il meno possibile di Trump, se non per dire che – come tutti – aspetta di capire le sue mosse e che sta lavorando per incontrarlo. Al Forum di Davos, dove torna per il secondo anno consecutivo e quando la guerra con la Russia sta per entrare nel quarto, il presidente ucraino parla invece moltissimo di Europa.

 

O meglio all’Europa, cercando di suonare una sveglia: «Ora non è nemmeno certo se avrà un posto al tavolo quando finirà la guerra. Trump la ascolterà o negozierà con la Russia e la Cina? L’Europa deve imparare a difendersi».  E se questo significa portare le spese militari al 5%, la cifra impossibile che il presidente americano pretende dagli alleati Nato, «5% sia».

 

telefonata tra donald trump vladimir putin - vignetta by osho

L’ipotesi che Trump provi a chiudere la guerra scavalcando l’Europa e negoziando direttamente con Putin, magari con la triangolazione di Xi Jinping, non sarebbe nefasta solo per l’Unione ma anche per le speranze di Zelensky di ottenere quella che chiama «pace giusta».

 

Il presidente Usa farà davvero così? A Davos se ne discute molto. Dice di sì Graham Allison, professore ad Harvard e uno dei maggiori esperti americani di politica internazionale, che si spinge a ipotizzare «la fine delle ostilità entro sei mesi con una linea di divisione sull’attuale fronte», fatta accettare dagli Stati Uniti a Zelensky con un aut aut: minacciando di sospendere aiuti economici e militari.

 

zelensky a davos 4

[…] caso nel paesino svizzero, blindato per il suo arrivo, Zelensky dice che, anche se il dialogo politico era interrotto, i contatti tra gli apparati americani e quelli russi sono sempre proseguiti. E dà qualche particolare in più sulle garanzie necessarie per l’Ucraina a garantire qualsiasi accordo.

 

Il primo è lo schieramento di un contingente “di pace” a cui i Paesi europei dovrebbero contribuire con «almeno» 200 mila uomini: «È il minimo, altrimenti sarebbe nulla». Il secondo è il rifiuto di ridurre in maniera drastica gli effettivi dell’esercito ucraino, che — ha spiegato — Putin chiederà di tagliare a un quinto degli attuali: «È quello che vuole, ma non permetteremo che accada».

 

donald trump emmanuel macron volodymyr zelensky

Un conto delle forze in campo è anche parte del suo appello all’Europa: la Russia ha un milione e 500 mila soldati, il più grande esercito Ue, quello francese, 200 mila. Il messaggio è chiaro: una pace che lasciasse l’Ucraina divisa, neutrale e neutralizzata lascerebbe il Continente esposto a Putin, in un momento in cui il sostegno americano, «sempre necessario», non può più essere dato per scontato.

 

«Il presidente Trump considera la Nato necessaria?», ha chiesto Zelensky. «Abbiamo bisogno di una politica unica europea di sicurezza e di difesa, l’Europa merita di essere più di un semplice spettatore di un accordo già concluso». […]

 

2. ZELENSKY "SULLA NATO FRENATI DA QUATTRO ALLEATI"

Estratto dell’articolo di Giuseppe Bottero per "la Stampa"

 

volodymyr zelensky - world economic forum di davos

«L'Europa deve affermarsi come un attore forte e globale, come un attore indispensabile». Zelensky sbarca al forum di Davos e lancia il suo appello, quasi un urlo, rivolto al Vecchio Continente: non deve chiedersi cosa succederà con Donald Trump, ma svegliarsi e «iniziare a occuparsi di sé stesso, perché sia ascoltato nel mondo».

 

Il leader ucraino fa il suo intervento nel cuore del grande centro congressi del World Economic Forum, poi incontra i principali media internazionali, in un'intervista condotta dalla direttrice di Reuters Alessandra Galloni, di cui riportiamo i passaggi chiave.

 

[…]

 

volodymyr zelensky olaf scholz

Presidente Zelensky, Trump ha detto che farà di tutto per mettere fine alla guerra entro l'anno. Quando lo incontrerà?

«Ancora non lo so. I nostri team stanno organizzando un faccia a faccia, ma al momento non c'è una data. Era difficile fare passi concreti prima dell'inaugurazione, abbiamo bisogno di tempo».

 

A dicembre però il capo del suo staff ha incontrato J.D. Vance...

«È stato un buon incontro. Più avanti penso che Kellogg (l'inviato della Casa Bianca per l'Ucraina, ndr.) verrà a Kiev».

 

 

Trump ha annunciato una telefonata a Putin. Che cosa ne pensa?

zelensky a davos 3

«È chiaro che il team di Trump sta lavorando con il presidente Putin. E dobbiamo essere molto sinceri e riconoscere che, a livello di intelligence, Stati Uniti e Russia hanno mantenuto i contatti, così come molti europei. Anche se i leader non si parlano, i servizi comunicano costantemente. Per questo i contatti con Putin non mi sorprendono. L'unica cosa importante è che venga presa una decisione corretta, che sia chiaro che è lui che non vuole finire la guerra. Non cede e non ha ancora raggiunto gli obiettivi che si era prefissato».

 

MEME TIME - VOLODYMYR ZELENSKY DONALD TRUMP

Molti osservatori dicono che l'unico modo per portare Putin al tavolo dei negoziati sia concedergli quanto ha conquistato finora. È qualcosa che lei potrebbe accettare?

«Non sono convinto che lo voglia davvero e penso che non abbia alcuna visione concreta rispetto a una via d'uscita. Non si può avviare alcun negoziato senza l'Ucraina, perché sarebbe una sconfitta. Non si può permettere a Putin di uscire indenne da questa storia: deve sapere di aver violato le regole, di aver sbagliato. Bisogna affrontarlo da una posizione di forza. Iniziare a parlare con lui, alle sue condizioni, per Kiev sarebbe inaccettabile. Possiamo parlare di come aiutare il popolo ucraino, non di concedere a Mosca di mantenere quanto ha conquistato finora».

 

Ha accettato che l'ingresso di Kiev nella Nato, ormai, sia una questione scomparsa dal tavolo delle discussioni?

«La maggior parte dei Paesi ci ha supportato, ma quattro, in particolare, no: la Germania, la Slovacchia, l'Ungheria e gli Stati Uniti. In tutti e quattro questi Paesi tutto dipende dagli Usa: penso che se Trump dicesse che è il momento per far entrare Kiev nell'alleanza, lo seguirebbero tutti».

 

Il presidente americano ha detto che vuole espandere i suoi confini: non pensa sia un segnale pericoloso?

«Per il momento penso siano frasi generiche, non c'è nulla di concreto».

 

DONALD TRUMP VLADIMIR PUTIN

Finita la guerra, dovrà esserci una forza di pace per proteggere l'Ucraina. Da quanti soldati dovrà essere composta?

«Duecentomila persone da tutta Europa, è il minimo. Ma penso che la Nato sia la soluzione migliore, la più conveniente. Minacce di questo tipo possono essere contrastate solo insieme. La Russia può schierare circa 1,3-1,5 milioni di soldati. Noi abbiamo più di 800.000 militari. Subito dopo di noi c'è la Francia, con oltre 200.000; poi Germania, Italia e Regno Unito. Tutti gli altri ne hanno meno. Non è una situazione in cui un singolo paese può garantirsi la sicurezza da solo». […]

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