DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell'articolo di Valeria Di Corrado per “il Messaggero”
«Diabolik è una bomba che cammina». Il suo amico fraterno albanese Petrit Bardhi (detto Titi) aveva previsto, già nel 2018, che prima o poi le "prepotenze" di Fabrizio Piscitelli gli sarebbero costate la vita. «Ha fatto i torti a mille persone lui. Lo faceva sempre... era troppo attaccato ai soldi - dice in un'intercettazione Bardhi - Era diventato molto fastidioso, metteva troppe multe (interessi, ndr) alla gente e questo non va bene per sempre».
D'altronde anche il marito della figlia Giorgia Piscitelli spiega che il suocero voleva comandare su tutti ed era rispettato perché «aveva dietro molte persone», ossia gli Irriducibili della Lazio. Sentendosi forte di questo appoggio e dell'alleanza con gli albanesi, spesso si intrometteva nei contenziosi tra gruppi criminali per risolverli senza spargimenti di sangue, pretendendo in cambio il 50% delle somme contese.
«Questo gioco glielo fai a uno, glielo fai a due, glielo fai a tre, glielo fai a quattro», osserva il genero di Piscitelli, lasciando intendere che prima o poi qualcuno te la fa pagare.
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Lo conferma anche un altro amico, Raffaele Purpo, a cui Diablo aveva fatto da testimone di nozze. Riguardo i motivi del contrasto tra Piscitelli e Alessandro Capriotti (detto il Miliardero o il Furfante), Purpo spiega: «C'hanno i miliardi... te metti a fà quelle cose. Alla fine è ito ad ammazzà quello. Ahò, guarda, è stato lui. Chi te pensi, chi è stato? Eh, io lo sapevo... è stato lui ad ammazzà Diabolik. Te lo dico io. Non è stato lui materialmente, ma è stato lui».
In realtà per Capriotti, inizialmente sospettato di essere uno dei tre mandanti dell'omicidio di Piscitelli, insieme a Giuseppe Molisso (detto Peppe) e Leandro Bennato (detto Bio), la Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione. Ma quello che emerge dall'indagine della Squadra Mobile è che Diabolik, il giorno del suo omicidio, doveva riscuotere il debito da 300mila euro che Capriotti aveva con l'albanese Bardhi, nonostante quest'ultimo gli avesse detto di lasciar perdere perché ormai era stato parzialmente estinto
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Piscitelli, la sera del suo omicidio, era atteso ad Anzio per una cena in barca con Fabrizo Fabietti (il suo "socio alla pari" in affari di droga), Petrit Bardhi, Manuel Milano (l'ex compagno di Tamara Pisnoli) e Alessandro Belli (uomo di stretta fiducia del Diablo). Quest'ultimo, sentito a verbale dalla polizia, ha detto: «Fabrizio era un personaggio scomodo, tanto che io in diverse occasioni gli avevo detto di ritirarsi, di lasciar perdere tutto».
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