DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Estratto dell'articolo di Maurizio Crosetti per www.repubblica.it
MARCO COLUMBRO ALLA CONFESSIONE DI PETER GOMEZ
Marco Columbro inventò la tivù del mattino insieme a Berlusconi, ed era un personaggio da milioni di spettatori. Anni Ottanta e Novanta: sullo schermo, Columbro era popolarissimo, garbato e gentile. Un signore. Poi ebbe un ictus, era il 2001, da cui guarì perfettamente. Ma, da allora, nessuno l’ha più cercato per altre trasmissioni.
Pare incredibile, ma è andata così. Marco, lei se lo spiega?
“Sinceramente no, e ho smesso di farmi domande. Si vede che doveva andare in questo modo. Un anno di assenza mi ha fatto percepire come morto, anche se non lo ero affatto e non lo sono, per fortuna. Però, la gente non dimentica”.
Come ha reagito il pubblico?
“Mi fermano ancora per strada, mi vogliono molto bene e pure questo me lo spiego fino a un certo punto, visto tutto il tempo che è passato. L’affetto di queste persone mi fa capire che ho fatto un buon lavoro”.
In tivù non è più andato per niente?
“Veramente, da cinque anni conduco un programma che si chiama Leader, sull’emittente Business 24. Intervisto imprenditori: nel nostro paese esistono realtà ed eccellenze magnifiche, si producono cose davvero spettacolari”.
Dove va in onda il programma?
“Sul digitale terrestre, ma non mi chieda il canale, io non sono così digitale…”.
E’ vero che, dopo essere stato messo da parte dalla tivù generalista, lei ha fatto anche televendite di climatizzatori?
“Certo, e non lo trovo disdicevole. Ai tempi di Carosello, tutti i grandi attori giravano pubblicità”.
Di cos’altro si occupa oggi?
“Del mio albergo in Val d’Orcia, la Locanda Vesuna. […] E a Natale uscirà un mio libro, Il risveglio di Parsifal, frutto di 45 anni di ricerca spirituale contro il dogmatismo e il fideismo. Parto da un concetto semplice, ma essenziale: chi crede non conosce, e chi conosce non ha bisogno di credere. Bisogna essere persone consapevoli e uscire dal gregge. La verità è una ricerca infinita, e io sento il dovere della divulgazione. Ho ancora un pubblico affezionato, ed è giusto che mi rivolga a lui”.
Quale ricordo ha di Silvio Berlusconi?
“Siamo stati amici fraterni, e ripenso a Silvio con gioia. Nei momenti più difficili mi aiutò molto, ma non è bastato per farmi tornare in onda. Lui aveva ormai altre priorità, la politica specialmente. Ma so che ci provò. E ci sono altre cose che non è opportuno dire”.
Lei è stato anche un attore teatrale: cosa ricorda di quel periodo?
“Molti spettacoli di successo, tra cui due in particolare: “L’anatra all’arancia”, con due anni di repliche, e Tootsie, dov’ero una donna come Dustin Hoffman nel celebre film. Accadde dopo l’ictus, quando mi accorsi che la malattia aveva influito sulla mia emotività mettendo a nudo quell’eterno femminino di cui parla Freud. Ero pronto alla sfida. Credo sia stata una prova d’attore importante”.
A proposito di Freud: è vero che lei lo leggeva da ragazzino?
“Sì, ma anche Jung e Adler. Siccome ero molto sfigato con le ragazze, cercavo argomenti che le potessero interessare. Mi sono letto tutta la Psicopatologia della vita quotidiana di Freud e i due tomi di Alfred Kinsey, il celebre sessuologo”.
Ha funzionato?
“Non mi lamento, anche se ero soprattutto un formidabile teorico…”.
Lei è stato il primo conduttore della tivù del mattino: come andò?
“Un giorno, Berlusconi mi convocò e mise una cassetta nel videoregistratore per mostrarmi un programma che andava in onda negli Stati Uniti: Good morning America. C’erano rubriche di servizio, che so, il medico, il giardinaggio, le ricette, e poi i telegiornali in diretta, cosa che in Italia ancora non esisteva. Silvio era sicuro che sarebbe stato un successo e aveva ragione, come quasi sempre. Così, su Canale 5 nacque Buongiorno Italia”.
Perché quell’esperienza è stata per lei così importante?
LORELLA CUCCARINI E MARCO COLUMBRO
“Arrivavano valanghe di lettere di persone sole, che ci ringraziavano. […]io e la conduttrice Antonella Vianini […] C’era un carcerato che la inondava di lettere che iniziavano in modo molto romantico, finché quel tizio sbroccava e le scriveva cosa irripetibili. La povera Antonella scoppiava sempre a piangere”.
[…]
E’ vero che la Rai vi copiò?
“Eccome! Chiamarono la Carrà, e la misero a far indovinare il numero dei fagioli nel vaso: fu la fortuna di Raffaella, il suo grande ritorno. Ma i pionieri eravamo stati noi a Mediaset”.
Lei ha lavorato per molti anni con Lorella Cuccarini: che tipo è?
“Formidabile professionista e amica vera, una delle poche persone dello spettacolo a non essersi dimenticate di me dopo la malattia […]”.
[…]
La tivù la guarda?
“Solo Netflix, perché amo film e documentari. Invece la televisione generalista mi annoia, è falsa, compresi i telegiornali: tutti di parte, raccontano la realtà come fa comodo, non solo alla politica. Di questi tempi, poi… Per non parlare della tivù del dolore: quella è davvero terribile, perché sfrutta la sofferenza della gente. Quella di cui si parla, ma anche quella che guarda, da casa”.
La politica non le interessa?
“Ma per carità! Sempre gli stessi ospiti a rotazione, in tutte le reti. Opinionisti del nulla, non di rado tracotanti. Sembra che oggi, in tivù, si sappia soltanto litigare. E stendiamo un pietoso velo sui reality, il peggio del peggio”.
[…]
silvio berlusconi parla al cellulare
MARCO COLUMBRO E GLI ALIENIMARCO COLUMBRO E GLI ALIENImarco columbroMARCO COLUMBROMARCO COLUMBRO
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