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Mauro Evangelisti per "il Messaggero"
In Italia i decessi per Covid hanno superato quota 80mila.
Con i 507 notificati ieri, siamo a 80.326. E c' è un elemento che va valutato con attenzione: tra il 21 febbraio (primo caso di contagio avvenuto nel territorio italiano) e il 30 settembre (quando si sono consolidati gli effetti dell' imprudenza dell' estate) nel nostro Paese furono conteggiati 35.994 morti per Covid.
Dal primo ottobre ad oggi sono stati molti di più, 44.322.
Raccontata in un altro modo: tra ottobre e il 13 gennaio ci sono stati quasi 9.000 decessi in più degli otto mesi precedenti.
ANDAMENTO Proiettiamo ciò che è successo sui prossimi mesi: se chiusure, prudenza e vaccini non ci aiuteranno a frenare il contagio, da qui a marzo rischiamo altri 35mila decessi per Covid-19.
Non è una storia già scritta: se tutti saremo più prudenti, se le vaccinazioni saranno veloci e proteggeremo in tempi rapidi i soggetti più a rischio, il bilancio potrà essere limitato. Sul fronte dell' andamento dell' epidemia, però prosegue una sostanziale stagnazione dei nuovi casi, anche se ogni raffronto viene complicato dai molti festivi che ci sono stati tra il 24 dicembre e il 6 gennaio.
Ad ogni modo nell' ultima settimana (tra il 7 e il 13 gennaio) sono stati trovati 116.136 nuovi infetti, con un lievissimo calo rispetto a quella precedente (tra il 31 dicembre e il 6 gennaio) quando erano stati 118.273. La percentuale dei tamponi molecolari positivi questa settimana è stata mediamente dell' 11,8 per cento; nei sette giorni precedenti era stata del 13 per cento.
Sicuramente in queste ore dal punto di vista epidemiologico si stanno avvertendo due effetti tra di loro opposti: da una parte, in tutte le Regioni, si sono moltiplicati i focolai nelle abitazioni, a causa di pranzi e cene che, al di là delle limitazioni decise dal governo, ci sono comunque stati durante le festività natalizie;
all' opposto, la chiusura delle scuole e l' alternarsi di giorni in fascia rossa e arancione dovrebbero avere frenato il contagio e, va detto, che l' esplosione dell' epidemia temuta a causa delle feste non c' è stata. Il nodo è che comunque il Paese si sta rimettendo in moto, le elementari e le medie hanno ricominciato le lezioni, le superiori in alcune regioni sono ripartite e tutto questo sta avvenendo su una base di partenza di 15mila casi giornalieri.
Cosa dicono i dati di ieri? I nuovi positivi sono 15.774 su 175.429 tamponi, i decessi 507. Ci sono buone notizie sul fronte dei ricoveri: in totale negli ospedali italiani ci sono 26.104 pazienti Covid (2.579 in terapia intensiva) con una diminuzione di 244 unità (ma anche ieri altre 165 persone sono finite in rianimazione a causa di Sars-CoV-2).
GLI OSPEDALI Sul fronte della pressione sugli ospedali, comunque, la situazione, rispetto a un mese fa, non è peggiorata. Più nel dettaglio: a inizio dicembre i posti letto occupati per Covid erano oltre 36 mila, dunque c' è stata una flessione di diecimila unità. Va anche detto però che quando l' epidemia comincia a correre l' effetto sui ricoveri arriva dopo qualche giorno e, quello sui morti, dopo qualche settimana.
Lo spettro di quello che sta succedendo in Gran Bretagna, con 60mila casi al giorno e ospedali in emergenza, non può essere sottovalutato.
LA SICILIA Tra le Regioni, oltre alla Lombardia e il Veneto, preoccupa la Sicilia, che anche ieri ha fatto segnare quasi 2.000 nuovi casi, su 10.500 tamponi, dunque con un tasso di positività vicino al 20 per cento.
conte speranzagiuseppe conte roberto speranzaGIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZACOVID ITALIA 1
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