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IL TRENO DELLA MORTE - AURELIO PICCA: "IL 2 AGOSTO 1980 L'ITALIA SUBÌ UNA MACELLERIA APERTA NELLA STAZIONE DI BOLOGNA. IL LIBRO DI MARIAPIA AMMIRATI CI FA VEDERE, SENTIRE, ODORARE IL PUZZO DI CARNE FROLLATA E POLVERE DA SPARO CON TANTO PATHOS E SAGGEZZA SCRITTURALE CHE LE STRAGI DELL'ISIS SEMBRANO BURLE"

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1 - MARIA PIA AMMIRATI, ESSERE DONNE IL 2 AGOSTO 1980...

Aurelio Picca per il Giornale

 

COPERTINA DEL LIBRO DI MARIA PIA AMMIRATICOPERTINA DEL LIBRO DI MARIA PIA AMMIRATI

Inutile fare pretattica: il 2 agosto 1980 l' Italia subì una macelleria aperta nella stazione di Bologna che ricorda più gli sventramenti di soldati della Grande Guerra piuttosto che quelli della Seconda. L' ha scritto Maria Pia Ammirati nel suo romanzo, il quale bastava già intitolarsi così, ma che invece recita: Due mogli. 2 agosto 1980 (Mondadori, pagg. 140, euro 18,50).

 

AURELIO PICCAAURELIO PICCA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una macelleria ordita da menti occulte e in numero in eccesso, da quadrupli estremismi e interessi, e azionato da qualche miserabile servo che non crede in Dio perché, immagino, se pur pentito in cuor proprio di avere azionare il congegno esplosivo, però non ha le palle per urlare: Sono io (o noi) l'infame!

 

STRAGE STAZIONE BOLOGNASTRAGE STAZIONE BOLOGNA

La Ammirati non racconta di politica, di processi; non spulcia faldoni rosicchiati dai topi dell' omertà. No, ci fa vedere, sentire, odorare il puzzo di carne frollata e polvere da sparo con tanto pathos e saggezza scritturale che le stragi dell' Isis sembrano burle di una serie di Zorro ovviamente vestiti di nero in un Carnevale andato a male e peggio. Nel romanzo la Ammirati salda due storie che inquietamente si saldano abbattendo la nuova Linea Gotica eretta dall' esplosione.

 

PRESENTAZIONE LIBRO DI MARIA PIA AMMIRATIPRESENTAZIONE LIBRO DI MARIA PIA AMMIRATI

Ci sono due mogli, amiche che si osservano a vicenda. Marta è la moglie di Domenico che se la fa con la commessa del suo negozio; Matilde ha per marito Augusto tanto preciso da spaccare un pelo con la sua impeccabile A112.

 

Ecco: Augusto muore proprio in quella fatidica mattina, verso le 10, quando con famigliola va in vacanza. Pure Marta è coinvolta nella macelleria: sua figlia Gianna lavora alla caffetteria della stazione bolognese e, quel giorno, si salva giacché si è scambiata di turno con una collega.

 

STRAGE BOLOGNA OROLOGIOSTRAGE BOLOGNA OROLOGIO

Pare che il romanzo sia diviso in due: un corpo a corpo psicologico e ormonale tra due donne che si studiano e la macelleria più a Nord. All' ingrosso sembra la solita storia della cronaca che si trapianta alla grande cronaca, cioè alla Storia. Invece il rapporto delle due mogli fa da trampolino per catapultarci in quel 2 agosto atroce e miserabile. Il «gioco» delle mogli investe le ragazze del caffè squarciato dall' esplosivo. Prima dell' apocalisse appenninica la Ammirati fa vedere la giovinezza dell' Italia. La sua bellezza e sensualità attraverso le ragazze di Bologna, le amiche-colleghe della stazione. In fondo Due mogli è un romanzo al femminile.

 

PRESENTAZIONE LIBRO DI MARIA PIA AMMIRATI 2PRESENTAZIONE LIBRO DI MARIA PIA AMMIRATI 2

Sono loro le protagoniste. Infatti all' inizio c' è Pina la veggente, per niente felliniana basta con questo aggettivo, basta, vi supplico! ma molto venditrice tv o domatrice di leoni quanto la moglie di Giustiniano. E c' è Marina: che a Bologna si salverà grazie ai consigli della maga. Maria Pia Ammirati ha messo nella storia anche se stessa, certe sue esperienze personali che non ho il coraggio di domandarle. La Ammirati si ripropone con grande talento chirurgico, psicologico, endoscopico.

 

MARIA PIA AMMIRATIMARIA PIA AMMIRATI

Non solo tratta le parole con rispetto. Le usa per colpire al cuore malfattori, stragisti, infami. E lo fa senza enfasi: perché i veri scrittori operano muti come i chirurghi, magari chiamando al momento di necessità anestesisti e ferristi. La Ammirati non lo scrive ciò, eppure ce lo fa vedere: la Bologna sfregiata a morte trova la forza umana, collettiva, politica per risaldare la stazione e farne una scultura universale in onore e alla memoria degli innocenti. La Bologna colpita a morte sarà, per paradosso, anche l' ultima Bologna in grado di crescere: cioè una città al colmo di tutte le sue qualità. Dopo la vitale reazione agli 85 morti e 200 feriti, l' opulenta e godereccia femminona delle mammelle dell' Appennino assisterà al suo inesorabile declino.

 

 

2 - MARINA E LA FORZA DI SOPRAVVIVERE “ANCORA MI CHIEDO: PERCHE IO?”

Valerio Varesi per la Repubblica - Edizione Bologna

 

Carlo LucarelliCarlo Lucarelli

«Me lo chiedo da trentasette anni: perche io si e loro no?» Non e facile ricordare il dolore e nemmeno esserne un’icona in quella foto che riprende il fermo immagine di una strage, lei sulla barella ferita che urla nello strazio immane dell’esplosione del due agosto 1980. Dopo tanti anni, Marina Gamberini ha deciso di raccontare la tragedia che ha diviso in due la sua vita. L’ha fatto in un dialogo con Maria Pia Ammirati, direttrice delle teche Rai e scrittrice.

 

Con lei, Paolo Bolognesi e Carlo Lucarelli, ieri sera alla libreria Ambasciatori ha presentato il libro che ne e scaturito (Due mogli. 2 agosto 1980 Mondadori), anteprima della rassegna Stasera parlo io, un ciclo di incontri dal 10 al 31 luglio organizzato da Librerie coop all’Archiginnasio. Marina, allora ventenne, lavorava alla “Cigar”, la societa che gestiva la ristorazione alla stazione, distributrice del famoso “cestino Bologna” con le lasagne rimaste nell’immaginario dei sapori di tutti i passeggeri dei treni che transitavano in “Centrale”. Gia, perche «io si e loro no?» si chiede ancora oggi Marina.

 

PAOLO BOLOGNESIPAOLO BOLOGNESI

«L’unica risposta che mi sono data e che forse avevo un compito, quello di parlare anche per loro, agire anche per loro, essere una buona mamma come avrebbero fatto loro» dice commovendosi sul palco. «Questo libro serve a ricordare e far parlare quelle vite spezzate, quei progetti inattuati». L’occasione e arrivata dall’incontro con Ammirati. Telefonate, scambio di lettere, un inverno trascorso a progettare. Ne e uscito un romanzo che parla della nostra recente, tragica, storia attraverso i sentimenti di un gruppo di persone in quel drammatico due agosto. Per Marina non e stato facile. «Da un lato ho sentito che raccontare era un bisogno spiega dall’altro e stato rivivere un dolore.

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Quando si racconta quel giorno si torna la sotto, nel buio pieno di polvere delle macerie e l’emotivita ti prende». La scorsa settimana Marina ha incontrato i tre pompieri che l’hanno estratta dai calcinacci. «Uno mi ha detto: prima o poi lo sapevo che ci saremmo rincontrati. In quel momento abbiamo scoperto di volerci bene da sempre anche senza esserci mai frequentati». Qualche tempo prima era stata la volta del medico: «un dottorino che aveva piu o meno la mia eta».

 

Ancora oggi Marina sente il dovere di ricordare quelle vite e quello che poteva esse-

MARINA GAMBERINIMARINA GAMBERINI

re e non e stato. Le amiche con cui passeggiva facendo progetti lungo il primo binario durante la pausa, come Franca, sua coetanea, una delle ultime assunte. «Cerco di fare anche quello che avrebbero voluto fare loro, ma questo mio sforzo non mi sembra mai sufficiente. Lo sentirei tale se venissero alla luce i mandanti di questa strage». Marina non crede al destino. «Qui non c’entra il destino, non c’e niente di fortuito. Qualcuno ha deciso di mettere una bomba per uccidere. Qualcuno ha scelto deliberatamente di troncare delle vite. Chissa se vedro la fine di questa storia» conclude Marina. «Gli ostacoli che si frappongono alla verita sono oggi gli stessi di allora» commenta sconsolato Paolo Bolognesi.

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