DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
Marzia Zamattio per il "Corriere della Sera"
L'ex primario di Ginecologia del Santa Chiara di Trento Saverio Tateo è stato ufficialmente licenziato. Ieri l'Azienda sanitaria provinciale ha notificato il provvedimento dopo il parere del Comitato dei garanti, chiamato a valutare la risoluzione del rapporto professionale alla luce dei risultati della commissione d'inchiesta istituita dall'Azienda sanitaria stessa da cui erano emersi «elementi di criticità oggettiva» nella gestione dell'unità operativa. A fare da detonatore il caso Sara Pedri, la ginecologa di Forlì di 31 anni, scomparsa il 4 marzo scorso.
«Non ci sono fondamenti che giustifichino il licenziamento, lo proveremo davanti al giudice del lavoro», afferma Vincenzo Ferrante, legale di Tateo. «L'Azienda può fare quello che vuole, ma dovrà riferire e giustificare il licenziamento: si devono provare le motivazioni punto per punto». La lettera del licenziamento del dottor Tateo da parte dell'Azienda sanitaria - che aggiunge dichiarazioni alla notizia - arriva dopo il provvedimento del Comitato dei garanti dell'11 ottobre che aveva siglato il licenziamento per giusta causa dell'ex direttore dell'unità operativa di Ostetricia e Ginecologia.
Il Comitato aveva rimarcato le contestazioni a carico del medico controbattendo alle corpose memorie difensive depositate dall'avvocato Ferrante che «non paiono apportare elementi decisivi in senso contrario all'imponente mole documentale posta alla base delle documentazioni formulate dall'Ufficio procedimenti disciplinari». Con la scomparsa di Sara Pedri il ministero della Salute aveva inviato a Trento gli ispettori a scandagliare, attraverso una lunga serie di audizioni, il clima lavorativo all'interno del reparto dopo le molteplici dichiarazioni di presunte vessazioni ai danni di medici e sanitari.
Sul caso è al lavoro anche la Procura, che ha aperto un fascicolo e indagato sia Tateo sia la sua vice Liliana Mereu - nel frattempo trasferita fuori regione - per presunti maltrattamenti e abuso dei mezzi di correzione ai danni di quattordici medici e operatori sanitari, tra cui la stessa Pedri, accogliendo la relazione dei Nas, che aveva ascoltato novanta professionisti di quella unità operativa. L'avvocato Ferrante respinge le accuse. «Il dottor Tateo non c'entra con la vicenda della dottoressa Pedri».
E dice, riferendosi all'Azienda: «Mi sarei aspettato circostanze precise, le accuse vanno provate, non si licenzia senza riscontri e senza approfondire le affermazioni». Infine ricorda il periodo difficile della pandemia, in cui si lavorava in reparto: «Tutto il sistema sanitario era in situazione di stress e il dottor Tateo non può essere ritenuto responsabile di tutta la vicenda».
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