DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. AUTO SULLA FOLLA, MORTI E FERITI TORNA IL TERRORE NEI MERCATINI
Estratto dell’articolo di Mara Gergolet per il “Corriere della Sera”
attentato al mercatino di natale di magdeburgo
Le immagini mostrano una BMW nera che sfreccia a velocità insensata tra la folla, colpendo le persone come fossero pedine o sollevandole da terra come fossero birilli. Decine restano sul selciato del vecchio mercato, mentre l’auto svolta a destra e chiunque si trovi nei paraggi, tra le bancarelle di legno, si mette a correre, capendo in un istante di trovarsi sul luogo di un attentato.
Erano le 19:04 del 20 dicembre, vigilia di Natale a Magdeburgo, nella Germania dell’Est. Almeno due morti, anche un bambino, e una sessantina di feriti. Come a Berlino, quasi nello stesso giorno di otto anni fa, sempre in un mercatino, con un’azione fotocopia, quando la Germania di Angela Merkel scoprì per la prima volta da vicino il terrorismo islamico.
attentatore al mercatino di natale di magdeburgo
L’autista non ha fatto molta strada. Si è allontanato dalla piazza del municipio per 400 metri, poi è uscito dalla macchina, braccato, e si è inginocchiato a terra. È un medico saudita di 50 anni, dal 2006 in Germania. Ha noleggiato l’auto nel pomeriggio. In macchina, sul sedile del passeggero, è stato trovato un bagaglio: sono intervenuti gli artificieri per verificare che non ci fosse esplosivo.
attentato al mercatino di natale di magdeburgo
[…] Era solo? Aveva complici? È membro di qualche nota sigla terroristica? Troppo presto per rispondere. Nessuno, però, stavolta ha voluto temporeggiare, nascondersi dietro la cautela o il politicamente corretto, fingendo che servisse tempo per capire ipotetici moventi.
Ci ha pensato il cancelliere Olaf Scholz a dare l’annuncio: «Le notizie da Magdeburgo fanno presagire il peggio. I miei pensieri vanno alle vittime e ai loro familiari. Siamo al loro fianco e al fianco delle cittadine e dei cittadini di Magdeburgo. Il mio ringraziamento va ai soccorritori impegnati in queste ore difficili». […]
2. «MIRAVA ALL’AREA BAMBINI, A ZIG-ZAG PER INVESTIRE TUTTI»
Estratto dell’articolo di Irene Soave per il “Corriere della Sera”
attentato al mercatino di natale di magdeburgo
«Siamo in condizioni di guerra», dice a un giornalista, completamente sconvolto, un ristoratore: al mercatino di Magdeburgo aveva due bancarelle, e la prima, quella degli hamburger, è stata «completamente distrutta» dall’attentatore. «Siamo in guerra». Le voci sui social, cariche di odio verso il governo uscente e verso chi non è tedesco, sembrano dargli ragione.
[…] pochi secondi dall’alto, registrati da una telecamera di sicurezza e non adatti a stomaci deboli, in cui la Bmw nera sfreccia come un proiettile su persone che si rialzano poi a fatica, o barcollano e poi cadono, o non si rialzano affatto. Un’immagine che cattura solo una parte dell’assalto: «Andava a zig-zag, per prendere più persone possibile», è infatti la versione riportata da «diversi testimoni» sulla gazzetta locale Volksstimme .
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Un presunto video dell’arresto, registrato da una finestra. E le immagini più disturbanti, prese da un testimone oculare che però non parla, riprende solo la scena: persone per terra, pianti disperati, soccorsi rudimentali.
Una donna di nome Nadine, 32 anni, racconta al cronista della Bild di non trovare più il suo compagno, Marco, 39 anni: erano andati apposta a Magdeburgo da Wolfsburg, dove vivono, perché il mercatino di Natale lì è il più bello. Si stavano abbracciando quando l’auto è arrivata: «È stato portato via, me lo ha strappato dalle braccia. È stato terribile. Nessuno ha nemmeno gridato. Non abbiamo nemmeno avuto tempo di sentire arrivare l’auto». […]
Sui social, come X, invece si va avanti a tremila post al minuto. La destra estrema di AfD aveva già registrato poco prima una vittoria con l’«endorsement» di Elon Musk; nei commenti all’attentato, pieni di odio per il governo «semaforo», spadroneggia. Il leader austriaco nazionalista Martin Sellner rende virale un video di qualche giorno fa, in cui un’anziana, al mercatino di Natale della sua città, si vede confiscare un coltellino a serramanico con cui puliva le verdure: è questa, chiede Sellner, la polizia che ci protegge? […]
3. ALLARMI CONTINUI SUI LUPI SOLITARI LE MACCHINE-ARIETE ISPIRATE DALLA JIHAD
Estratto dell’articolo di Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
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L’ auto-ariete, il bersaglio simbolico, i precedenti ma anche eventi violenti che chiedono tempo per essere decifrati. Sono alcuni degli spunti sull’attacco di Magdeburgo attribuito ad un medico saudita residente in Germania dal 2006.
La vettura lanciata a tutta velocità sulla folla di un mercatino è un modus operandi semplice e dagli effetti letali. Al terrorista non serve cercare armi da fuoco, gli è sufficiente — purtroppo — salire su un veicolo e cercare una via, un marciapiede davanti ad un bar, la fila di bancarelle. Infatti, la tattica è stata ripetuta all’infinito negli Usa, in Svezia, sulla Promenade a Nizza, a Barcellona e sempre in Germania il 19 dicembre del 2016 a Berlino, azione eseguita da Anis Amri, un tunisino affiliato allo Stato Islamico poi ucciso da un agente delle Volanti a Sesto San Giovanni dove era scappato.
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L’uso del taglia-erba, come è stato definito una volta da Yahya Yassin, propagandista di al Qaeda, è diventato «sistematico» e i seguaci del Califfato in Europa lo hanno adottato. Nel 2010 i qaedisti avevano diffuso un vademecum con i consigli su quali mezzi erano più adatti (i pick up), sul peso necessario per fare danni e sull’importanza di applicare parti sporgenti per ferire, sulla possibilità di noleggiarlo senza il rischio di destare sospetti.
La tecnica è stata poi impiegata da un neonazista a Londra ma anche da cinesi animati da questioni personali o etniche. Uno studio americano ha censito centinaia di episodi in tutto il mondo attribuendo il primo ad autista di bus di Taipei nel lontano 1964, un modello in seguito ripreso da palestinesi negli anni ’90. Non sempre però si tratta di atti innescati dall’estremismo.
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Il 2024 è stato un anno di allerta per la Germania. In estate diversi attentati riusciti dove militanti hanno usato coltelli o lunghi pugnali contro i passanti. Aggressioni attribuite allo Stato Islamico e almeno in un episodio alla «provincia» del Khorasan, ossia l’ala che ha base in Afghanistan e fa da guida a elementi che vivono in Occidente. La componente più pericolosa a giudizio degli analisti, responsabile dell’eccidio di marzo ad un concerto a Mosca.
A novembre, grazie ad una segnalazione di una intelligence alleata (sembra la Cia), la polizia ha arrestato un cittadino d’origine turca a Elmshorn, nella Schleswig Holstein. Secondo gli inquirenti stava progettando un massacro in occasione delle feste natalizie e il suo piano prevedeva l’impiego di un camion. Una «copia» di quanto è avvenuto ieri sera a Magdeburgo.
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Poi, appena pochi giorni fa, nel distretto di Hessen sono stati fermati due fratelli, di 15 e 20 anni, che insieme ad un complice libanese erano pronti a colpire. Gli agenti, durante l’operazione, hanno sequestrato un fucile e delle «lame». Dai controlli è emerso che uno degli arrestati era profondamento indottrinato, si considerava «un soldato del Califfato».
Le linee della polizia si sono poi allungate con la guerra nella Striscia di Gaza perché è emersa l’attività di estremisti che volevano partecipare alla «lotta» con gesti eclatanti nel territorio tedesco. Una cellula, collegata ad elementi sparpagliati in paesi dell’Ue, aveva un referente in Libano.
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È una fase di grande incertezza politica in Germania e forti contrasti sul tema immigrazione. E l’attentato può alimentare nuove polemiche vista la nazionalità dell’investitore. C’è poi il timore costante in tutta Europa di sorprese jihadiste in relazione a quanto avviene nell’intero Medio Oriente, da Gaza alla Siria. [...]
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