fossa comune a damasco

È STATA SCOPERTA UNA FOSSA COMUNE CON “MIGLIAIA” DI CORPI A QUTAYFA, A NORD-EST DI DAMASCO, IN SIRIA: SECONDO AL JAZEERA, CHE HA MOSTRATO I SACCHI DI PLASTICA, È PROBABILE CHE “I RESTI UMANI PROVENGANO DALLE PRIGIONI POLITICHE DEL REGIME” – ERDOGAN INVITA L’UNIONE EUROPEA A “COOPERARE PER RICOSTRUIRE LA SIRIA”, IL SEGRETARIO DI STATO USA, BLINKEN,  DIFENDE L'OPERATO DELLE MILIZIE CURDE E I LEADER DEL G7 DANNO IL SOSTEGNO PER UNA “TRANSIZIONE INCLUSIVA” DEL PAESE, I RIBELLI SOSPENDONO IL PARLAMENTO E LA COSTITUZIONE PER TRE MESI…

 

 

Siria, trovati "migliaia" di corpi in una fossa comune vicino Damasco

Estratto da www.adnkronos.com

 

fossa comune a damasco 4

Sono "migliaia" i corpi e i resti rinvenuti in una fossa comune a Qutayfa, a nord-est di Damasco, in Siria. Lo ha reso noto Al Jazeera, che ha mostrato in diretta le immagini del ritrovamento dei sacchi di plastica bianchi numerati contenenti i resti delle vittime.

 

"Questi corpi vengono probabilmente dalle prigioni politiche del regime, come quella di Sednaya - ha spiegato il giornalista dell'emittente panaraba - Questo terreno è grande circa 5mila metri quadrati".

 

[…]  Il nuovo governo siriano “sospenderà la Costituzione e il Parlamento” durante il periodo di transizione di tre mesi. Lo ha dichiarato all'Afp Obaida Arnaout, portavoce per gli affari politici della nuova autorità siriana, aggiungendo che “verrà formato un comitato legale e per i diritti umani per esaminare la Costituzione e quindi apportare modifiche”.

fossa comune a damasco 3

 

Da parte sua l'Amministrazione autonoma della Siria del nordest, a maggioranza curda, ha annunciato che adotterà la bandiera indipendentista a tre stelle utilizzata dai ribelli che hanno rovesciato il regime di Bashar al-Assad. L'autorità curda ha dichiarato in un comunicato di aver “deciso di issare la bandiera dell'indipendenza siriana su tutti i consigli, le istituzioni, le amministrazioni e le strutture affiliate all'Amministrazione autonoma”, descrivendo la bandiera come un “simbolo di questa nuova fase, in quanto esprime le aspirazioni del popolo siriano verso la libertà, la dignità e l'unità nazionale”.

 

 

Netanyahu a Usa: "Impedire attività terroristiche, ci difenderemo"

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato, in un incontro a Gerusalemme con il consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan, che è ''fondamentale impedire azioni terroristiche dalla Siria contro Israele''. In questo contesto, ha spiegato Netanyahu, ''Israele farà tutto il possibile per difendere la propria sicurezza da tutte le minacce''.

 

erdogan assemblea generale onu

Proprio per questo, ha aggiunto, il premier israeliano ha ''ordinato alle Idf di assumere temporaneamente il controllo della zona cuscinetto in Siria, finché non ci sarà una forza efficace che farà rispettare l'accordo del 1974''. Netanyahu ha anche parlato con Sullivan dell'importanza di proteggere le minoranze in Siria.

 

[…]

 

Ankara: misure preventive e distruttive contro terroristi

La Turchia sta prendendo "misure preventive e distruttive" contro i terroristi che in Siria cercano di approfittare della situazione di incertezza dopo la caduta del regime di Bashar Assad. Lo ha detto il portavoce del ministero della Difesa turco, il contrammiraglio Zeki Akturk, nel corso di una conferenza stampa ad Ankara. "La Turchia - ha detto - sta adottando misure preventive e distruttive contro i gruppi terroristici che cercano di guadagnare terreno approfittando della situazione che minaccia la sicurezza della Siria e della nostra regione". Il riferimento del portavoce è alle Forze democratiche siriane (Fds), guidate dalla milizia curda delle Unità di protezione popolare (Ypg). "Non permetteremo - ha insistito - che elementi terroristici approfittino dell'incertezza nella regione per attaccare la sovranità e l'integrità territoriale della Siria".

il palazzo presidenziale di bashar al assad a damasco

 

Siria, Al Jazeera: 'trovata una fossa comune con migliaia di corpi'

Da www.ansa.it

 

[...] Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha affermato che è "necessario" cooperare con l'Unione europea (Ue) per la ricostruzione della Siria, durante un incontro ad Ankara con il premier ungherese Viktor Orban. Il leader turco "ha detto che i recenti sviluppi in Siria hanno dimostrato quanto sia accurata la politica estera umanitaria e coscienziosa della Turchia e che la cooperazione con i Paesi dell'Unione Europea è necessaria nella lotta al terrorismo, nella ricostruzione della Siria e nella riforma delle istituzioni esistenti", riferisce la presidenza della Repubblica di Ankara.

 

Ong: 'Forze turche e filo-turche puntano alla diga di Tishrin'

Le forze militari turche partecipano all'offensiva delle forze arabo-siriane filo-turche contro quelle curdo-siriane nel quadrante settentrionale di Manbij e Raqqa. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui le forze di Ankara e i loro alleati locali mirano a prendere il controllo della strategica diga di Tishrin, sul fiume Eufrate. Questa escalation, ricorda l'Osservatorio, avviene nonostante l'annuncio di un cessate il fuoco tra le parti mediato dagli Stati Uniti.

 

Leader G7, pieno sostegno a transizione inclusiva in Siria

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"Noi, leader del Gruppo dei Sette (G7), riaffermiamo il nostro impegno verso il popolo siriano e offriamo il nostro pieno sostegno a un processo di transizione politica inclusivo, a guida siriana, nello spirito dei principi della Risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza" dell'Onu.

 

E' quanto si legge in una dichiarazione dei leader dl G7 sulla Siria. "Siamo pronti a sostenere un processo di transizione che, in questo quadro, conduca a un governo credibile, inclusivo e non settario, che garantisca il rispetto dello stato di diritto, dei diritti umani universali, compresi i diritti delle donne, la protezione di tutti i siriani, incluse le minoranze religiose ed etniche, nonché la trasparenza e la responsabilità. Il G7 lavorerà e sosterrà pienamente un futuro governo siriano che rispetti questi standard e che emerga da tale processo".

 

"Siamo fiduciosi - affermano ancora i leader del G7 - che chiunque desideri un ruolo nel governo della Siria dimostrerà un impegno per i diritti di tutti i siriani, eviterà il collasso delle istituzioni statali, lavorerà alla ripresa e riabilitazione della nazione e garantirà le condizioni per un ritorno sicuro e dignitoso, su base volontaria, di tutti coloro che sono stati costretti a fuggire dal Paese"

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I leader del G7: 'Assad è responsabile per i suoi crimini'. Il problema Golan

I leader del G7 sottolineano "l'importanza che il regime di Assad sia ritenuto responsabile dei suoi crimini e continueremo a collaborare con l'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche e altri partner per mettere in sicurezza, dichiarare e distruggere le scorte rimanenti di armi chimiche in Siria. Dopo decenni di atrocità commesse dal regime di Assad, siamo al fianco del popolo siriano. Condanniamo il terrorismo e l'estremismo violento in tutte le sue forme".

 

Nella stessa dichiarazione, i Sette Grandi invitano tutte le parti siriane "a preservare l'integrità territoriale e l'unità nazionale della Siria, rispettandone l'indipendenza e la sovranità",  e ribadiscono "il nostro sostegno alla UN Disengagement Observer Force (UNDOF), che monitora le Alture del Golan tra Israele e Siria".

 

palazzo presidenziale di bashar al assad a damasco

Al riguardo, il ministero degli Esteri israeliano, rispondendo alla richiesta avanzata ieri dalla Francia affinché l'Idf lasci la zona cuscinetto tra Israele e Siria, ha affermato che gli spostamenti di truppe nel territorio sono stati effettuati dopo violazioni dell'accordo di disimpegno del maggio 1974 tra i due Paesi. E cita "l'ingresso di militanti armati nella zona cuscinetto in violazione dell'accordo, e gli attacchi alle posizioni della Forza di osservazione di disimpegno delle Nazioni Unite nella zona, per la quale è stata richiesta un'azione israeliana".

 

"Ciò si è reso necessario per ragioni difensive dovute alle minacce rappresentate dai gruppi jihadisti che operano nei pressi del confine, per prevenire uno scenario simile a quello del 7 ottobre in questa zona", afferma il ministero degli Esteri, aggiungendo che l'operazione è "limitata e temporanea". Il ministro degli Esteri Gideon Sa'ar lo ha spiegato all'omologo francese Jean-Noël Barrot nei giorni scordi: "Israele continuerà ad agire per difendersi e garantire la sicurezza dei suoi cittadini, se necessario", ha detto.

STATUA DI HAFIZ AL ASSAD (PADRE DI BASHAR) PRESA A CALCI DAI RIBELLI SIRIANI A DAMASCO

 

Da parte, sua il dipartimento per gli affari politici del nuovo governo siriano, formato dai ribelli guidati dal gruppo islamista Hts che ha preso il controllo del Paese dopo la caduta del regime, ha rilasciato una dichiarazione in cui ringrazia Egitto, Iraq, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Bahrein, Oman e Italia "per aver ripreso le attività delle loro missioni diplomatiche a Damasco".

 

RIBELLI SIRIANI ENTRANO A DAMASCO

Sospesi il Parlamento e la Costituzione per tre mesi. I curdi: 'Siamo parte della Siria Unita'

Il nuovo governo siriano "sospenderà la Costituzione e il Parlamento" durante il periodo di transizione di tre mesi, ha dichiarato giovedì all'Afp Obaida Arnaout, portavoce per gli affari politici delle nuove autorità.

"Verrà formato un comitato legale e per i diritti umani per esaminare la Costituzione e quindi apportare modifiche", ha spiegato. La coalizione di gruppi ribelli che ha preso il potere in Siria domenica ha nominato il capo del governo di transizione per un periodo di tre mesi.

RIBELLI SIRIANI ENTRANO A DAMASCO

E le forze curdo-siriane hanno annunciato la decisione di issare su tutte le istituzioni della regione di fatto autonoma del nord-est siriano la "bandiera della rivoluzione" sventolata dagli insorti islamisti che hanno preso il potere a Damasco e hanno deposto il regime di Bashar al Assad.

"Siamo parte della Siria unita e del popolo siriano", si legge nel comunicato delle forze curdo-siriane diffuso poco fa ai media

 

Antony Blinken difende l'operato delle milizie curde in Siria.

Anthony Blinken

Le Forze democratiche siriane, ha puntualizzato il segretario di Stato Usa in missione in Giordania, sono "essenziali" per impedire la rinascita dell'Isis dopo la fine del regime di Assad. "In un momento in cui vogliamo vedere questa transizione per migliorare la situazione la Siria, parte di questo impegno deve essere quello di garantire che l'Isis non alzi di nuovo la sua testa. E fondamentali per assicurarsi che ciò non accada sono le Forze democratiche siriane", ha affermato Blinken.

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