DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
Francesca Angeleri per il "Corriere della Sera" - Estratti
Cosa provò quando a Parigi, mentre studiava all’Opéra, l’apostrofarono come «la petite mafieuse»?
«Me lo ricordo come fosse adesso quel momento... dopo ogni esame, attaccavano a un muro fuori un foglio con i risultati. Ovviamente ero arrivata prima».
Ovviamente.
«Un anno arrivai anche terza, e mi arrabbiai molto».
E quella volta?
«Fu la mamma di una mia compagna a dire questa cosa... avevo 14 anni e quando sei piccola non sai cosa pensare. Mi dissi che magari mio papà lo era mafioso e io non lo sapevo... fu destabilizzante. Mi tenevo dentro tutto, ero italiana ed ero da sola. Ma ero anche forte, le mie radici mi hanno reso capace di affrontare ogni cosa. Negli anni ho rafforzato il carattere e questo piaceva ai coreografi che mi affidavano ruoli importanti».
Il suo preferito?
«Carmen».
Come si sopravvive all’invidia?
«Lo dico anche a mia figlia, che un po’ di invidia ci sta. Ti sprona a fare meglio. La cattiveria è un’altra cosa».
Si può essere amiche nella danza?
«Sono andata d’accordo con tutte le mie compagne, anche a Cannes e a Montecarlo. Alcune hanno continuato a ballare, altre hanno smesso. Ci siamo ritrovate sui social».
Cominciò nella scuola di danza che stava sopra il negozio di sua madre. Cosa ricorda?
«A quattro anni ho indossato il primo tutù e non l’ho più tolto. Volevo vestirmi solo da ballerina e spiavo sempre le lezioni. La danza è stata il mio primo amore».
L’ha presa subito seriamente?
«Non ho mai pensato ad altro che a ballare. Sono ancora legatissima alla mia prima maestra. È stata brava a lasciarmi andare via».
Anche sua madre è stata brava?
«È una donna forte. È riuscita a essere presente nella lontananza».
Ha realizzato tutti i sogni di una etoile. Danzare le manca?
«Appena riesco danzo. Per esempio ritrovarsi in scena al Teatro Greco di Siracusa per il G7 Agricoltura con Le quattro stagioni è stata un’emozione fortissima».
documentario eleonora abbagnato 2
Essere direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma la inorgoglisce?
«Molto, da anni non era più una fucina di primi ballerini. Siamo una grande famiglia con 128 allievi. Io ci sarò sempre per loro. Anche quando non sarò più a Roma».
Sta annunciando che se ne andrà?
«Vediamo cosa ci aspetta, cambieranno tante cose nei teatri italiani e nella danza. E anche all’estero».
Cosa le piacerebbe fare?
«Dirigere mi piace molto, ma richiede tutto il tuo tempo. Si fanno molto sacrifici».
eleonora abbagnato federico balzaretti foto di bacco
Sacrificio è il secondo nome della danza, n’est-ce pas?
«Mi impegna dal mattino presto a notte fonda. Dopo dieci anni sono estenuata».
Vorrebbe avere più tempo per...
«Pensare di più alla salute. E ai figli. Adesso sono cresciuti, hanno 9 e 12 anni, non me li porto più dietro nel marsupio. E sono gli anni più belli».
È stata vittima di stalking da parte della madre di un’allieva. È stato traumatico?
«Preferisco non parlarne più. Mi basta che la cosa sia definitivamente chiusa dal punto di vista legale».
Lei e Federico Balzaretti avete una famiglia allargata. È stato complicato inserirsi in una dinamica preesistente?
«Lui non era sposato. Aveva una ragazza con cui si sono separati ottenendo l’affidamento esclusivo delle bambine. Quando l’ho conosciuto avevano un anno e mezzo e tre anni e vivevano con lui. Mi hanno accettata da subito».
(..)
eleonora abbagnato foto di bacco
Julia danza. È felice che segua le sue orme ?
«È molto professionale, attenta. Si vede che è nata nei teatri, le piace stare con gli artisti. Ama questo mondo».
(…)
Un tempo danza era uguale a magrezza. Anche estrema. È ancora così?
«In Accademia noi siamo supportati da psicologi e nutrizionisti del Gemelli. Il metodo che c’era prima era sicuramente sbagliato».
E com’era?
«C’erano coreografi che ci lanciavano le sedie urlandoci che non eravamo abbastanza magre. Anche Roland Petit, il mio maestro, quando non ero sufficientemente in forma, me lo diceva. Lo prendevo come stimolo. Ma era difficile sentirselo dire».
Che rapporto ha con il cibo?
«Adoro la pasta».
Anche Pina Bausch era dura?
«A 18 anni mi scelse per la Sagra della Primavera, un ruolo potentissimo che ho interpretato all’Opéra per 25 anni. Era straordinaria, però non ti diceva mai: “Brava”. Non ti guardava mai soddisfatta. Andava nei dettagli, ti sfiniva di lavoro. Poi, ottenevi risultati pazzeschi. Ogni tanto sarebbe stato il caso anche di riconoscertelo, no? Ma lei, mai. Voleva la perfezione».
Lei lo dice «brava» alle sue ragazze?
«Qualche volta, ci vuole».
Ha raccontato che Carla Fracci non apprezzava particolarmente che alzasse troppo la gamba. Ma lei l’alzava lo stesso.
«Carla quando ti amava, ti amava. Ascoltavo ogni cosa mi dicesse... poco tempo fa è morto anche Beppe Menegatti, che tristezza. Avevamo un legame molto forte. Erano contenti quando partii per Parigi, dicevano che era la scuola migliore».
È sempre stata sicura di sé?
«Al contrario. Claude Bessy mi diede subito ruoli da prima ballerina, non ho quasi mai ballato nel corpo di danza. Era bello ma anche un grande peso. Tante volte mi chiedevo: “Ma perché tocca a me?”. In questo lavoro si è fragili, non si è mai arrivati».
A lei piace anche la tv, merito di Pippo Baudo?
«Avevo 11 anni quando mi portò in tv, era il massimo in quel momento. Mi ha fatto innamorare del mezzo».
Con Maria De Filippi?
«La danza in televisione c’è sempre stata, la facevano anche Fracci e Nureyev, ma lei ha una visione dei giovani e del loro talento unica. Credo che i ballerini classici venuti fuori da Amici siano fantastici anche perché quello non è un palco fatto per la classica. Quando mi hanno chiesto di ballare ho sempre detto di no, “vengo per fare la giudice”».
(…)
È gelosa di Balzaretti?
«Sempre meno, dai. Diciamo che lui non ha amicizie femminili».
Le tiene lontane?
«Si, meno male».
È una da scenate?
«Da scenate no. Però quel che sento dentro, dico».
Come vi siete innamorati?
«Ci siamo incontrati a Palermo. Un parrucchiere amico comune organizzò una cena per farci conoscere. La volta dopo venne a casa e mangiammo una pasta col pesce cucinata da mio padre. Io ripartii subito. Lui mi mandò un bellissimo messaggio».
C’è stato un amore, prima?
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«Sono stata sette anni con Jérémie Bélingard, anche lui etoile dell’Opéra. Stavamo insieme e ballavamo insieme. Anche lui amava anche altri mondi, la tv, la moda. Ha fatto anche la pubblicità di Chanel».
Brutti, lei, mai?
Ride: «No, mai».
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