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EMANUELE DE MARIA, KILLER DI CHAMILA WIJESURIYA, AVEVA PROGRAMMATO L'OMICIDIO E POI IL SUICIDIO - DOPO AVER AMMAZZATO (VENERDÌ SERA) LA SUA COLLEGA DELL'HOTEL BERNA, IL 35ENNE HA PROVATO AD ACQUISTARE UN BIGLIETTO PER SALIRE SULLA TERRAZZA DEL DUOMO DI MILANO PER SUICIDARSI... MA IL PRIMO ACCESSO DISPONIBILE ERA DOMENICA ALL'ORA PRANZO - NELLE ORE DI ATTESA, DE MARIA HA VAGABONDATO E AGGREDITO UN ALTRO SUO COLLEGA, HANI NASR. DOMENICA, POI E' RIUSCITO A SALIRE SULLA LOGGIA E...

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Estratto dell'articolo di Ilaria Carra e Massimo Pisa per "la Repubblica"

 

EMANUELE DE MARIA SUL DUOMO DI MILANO

Quando si accoda ai turisti in fila per l’ascensore che porta sulle terrazze del Duomo, a mezzogiorno di sabato scorso, tutto nella mente di Emanuele De Maria si è già compiuto. Ha ucciso nella boscaglia del Parco Nord Chamila Arachchilage Dona Wijesuriya, la donna con cui aveva una relazione clandestina, ha ferito fuori dall’Hotel Berna il barman Hani Fouad Abdelghaffar Nasr, che aveva messo in guardia la collega dal passato omicida del receptionist, e ora attende l’ascensore che lo porterà verso il vuoto, nel luogo più affollato della città.

 

Ma quando De Maria paga in contanti i 18 euro del biglietto, ecco l’imprevisto: i posti per sabato sono esauriti, il primo disponibile è per l’ora di pranzo di domenica. Resta in giro ancora 24 ore, senza più cellulare — spento e buttato via alle 15 di venerdì — e senza più contattare nessuno. Dorme all’addiaccio. [...]

EMANUELE DE MARIA AGGREDISCE Hani Nasr

 

Torna all’ora prefissata e si tuffa, ripreso dai cellulari dei passanti. Un femminicidio e un suicidio premeditati, secondo il pm Francesco De Tommasi che sta ricostruendo la vicenda. Il 35enne, del resto, aveva il coltello in tasca quando, alle 14 di venerdì, aveva chiamato Chamila per l’ultimo appuntamento.

 

Lei, che con una scusa aveva saltato il lavoro e con un’altra aveva detto in casa di dover andare in palestra, lo aveva accompagnato mano nella mano fino al metrò Ponale. Poi, però, dalla banchina erano risaliti in superficie e da lì verso il parco per l’ultima passeggiata.

 

EMANUELE DE MARIA E CHAMILA WIJESURIYA

De Maria ricompare alle 17.36 nel mezzanino della fermata precedente, Bignami: ha avvertito mamma e cognata di aver «fatto una cazz...», ha gettato il telefono della vittima ma ha ancora in mano la sua borsa e in tasca la lama da cucina utilizzata, con ogni probabilità, per aggredire Nasr. I poliziotti della Squadra mobile l’hanno recuperata e la compareranno con le ferite sul collo di Chamila.

 

Emanuele De Maria era uno degli oltre 700 (su 1.380) detenuti di Bollate che lavorano. Nel caso specifico uno dei 200 “ventunisti”, che per l’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario avevano i requisiti per lavorare all’esterno. Il suo fascicolo è ora al vaglio del ministero della Giustizia guidato da Carlo Nordio, che ha chiesto gli atti sul suo percorso, sta studiando il suo dossier. [...]

 

EMANUELE DE MARIA

Non entra nel merito delle leggi, il sindaco milanese Beppe Sala, ma «capisco lo sgomento, è difficile spiegare ai cittadini come, dopo un omicidio, la condanna sia di 14 anni e dopo non molti anni il condannato possa uscire». 

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