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Estratto dell'articolo di Lorenzo D’Albergo per “la Repubblica”
giampiero massolo foto di bacco (3)
Troppo vento. Alla fine il pallone aerostatico ieri è rimasto a terra. Ma i quattro ispettori del Bureau international des expositions, grazie a un mix di realtà aumentata e vecchi carissimi plastici, si sono fatti più di un’idea di cosa potrebbe diventare Tor Vergata se Roma si aggiudicherà l’edizione 2030 di Expo.
Saranno in Italia fino a sabato, il tempo di incontrare il presidente Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni. Poi, dopo uno show di droni al Colosseo, torneranno a Parigi con un’immagine più compiuta del sito scelto dal Campidoglio.
Siamo alla periferia Est della Capitale, tra le facoltà del secondo ateneo romano e il piazzale intitolato a Giovanni Paolo II che nel 2000 ospitò la Giornata mondiale della gioventù. Ed è su quest’area — con un progetto di riqualificazione da 23 miliardi di euro — che il sindaco Roberto Gualtieri punta per battere una concorrenza agguerritissima.
Contro l’Urbe corrono la saudita Riad e la sudcoreana Busan. Per sapere chi la spunterà tra le tre, non bisognerà attendere poi troppo. A novembre si saprà chi avrà l’onore di ospitare l’edizione 2030 di Expo.
Nel segreto dell’urna e in una sfida all’ultimo ballottaggio che tanto ricorda la fase a eliminazione della Champions League, i 171 Paesi membri del Bie diranno finalmente la loro.
A quel punto, spera Giampiero Massolo, ambasciatore e presidente del Comitato promotore Roma Expo 2030, vincerà chi ha lavorato meglio. Riad, campagna elettorale aggressiva e portafogli virtualmente illimitato, si sente la vittoria in tasca.
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Massolo: «Abbiamo in mente un evento che non sarà soltanto una fiera di 6 mesi. Expo dovrà lasciare qualcosa alla città, il recupero di un intero quadrante che dovrà ospitare 30 milioni di visitatori. Numeri che assicurano lavoro, impiego e sviluppo commerciale a un intero Paese. Noi non corriamo per glorificare il nome di una città o di uno Stato. Mettiamo in primo piano ciò che Roma può fare sul rapporto tra persone e territori».
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La matematica, però, non si presta a troppe interpretazioni. Serve la maggioranza dei voti e un terzo dei Paesi non ha ancora deciso chi supportare. Riad ha più volte dichiarato pubblicamente di essere in pole. Ma Massolo non si fascia la testa: «Vediamo se gli annunci reggeranno al segreto dell’urna. Vinca il migliore. E Nereo Rocco (mitico allenatore di Milan e Triestina, ndr ) sapete come rispondeva in questi casi? Sperem de no».
Speriamo che vinca Roma, inserendo Expo in un filotto tutto capitolino che partirebbe idealmente con il Giubileo del 2025 e si concluderebbe con l’Anno Santo del 2033, quello per il bimillenario della morte di Gesù Cristo.
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