DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E…
Maria Luisa Agnese per il "Corriere della Sera"
Il 68 per cento legge le email di lavoro prima delle 8 del mattino, il 50 per cento le legge a letto, il 38 per cento non stacca neppure a tavola mentre mangia, inseguito dagli sguardi di disapprovazione dei familiari. Ma tant'è: è più forte di tutto la paura di essere tagliati fuori dal flusso informativo, il tormento di perdersi la notizia decisiva.
Sono dati americani riportati dalla rivista Mother Jones , ma si adattano benissimo anche alla realtà italiana, e sicuramente leggendoli vi hanno fatto una certa impressione anche se poi, a pensarci bene, sotto sotto lo sapevate già , sapevate che esiste una grande e nuova questione di sconfinamento dei tempi di lavoro in quelli del tempo libero, che i limiti si fanno sempre più sfumati.
Mentre noi, presi nel vortice di questa rivoluzione, continuiamo a consultare i nostri brillanti smartphone: che da una parte ci liberano dall'obbligo della presenza a tutti i costi e ci permettono la «fuga» dal dentista o al saggio del figlio, ma dall'altra ci mangiano continuamente spazi personali e si rosicchiano fette della nostra vita, costringendoci a essere sempre a disposizione. Ovviamente tramite smartphone aziendale.
Il lavoro ai tempi di Internet ha cambiato i codici, innescando un cortocircuito fra il senso di liberazione da molti vincoli e il sottile senso di colpa per non essere, comunque, sempre presenti.
E si potrebbe continuare a elencare una serie di numeri da paura che riguardano la situazione attuale e quella che ci aspetta appena dietro l'angolo, li racconta sulla rivista il giornalista Clive Thompson, una delle più seguite penne tecnologiche internazionali: il 44 per cento degli americani consulta email di lavoro mentre è in vacanza almeno una volta al giorno (l'11 per cento ogni ora); nel 2015 i dipendenti di azienda riceveranno il 22 per cento di email di lavoro in più (e ne manderanno il 24 per cento in più) rispetto al 2012. E, gran finale, nel 2015 i cellulari faranno il gran sorpasso: saranno per la prima volta di più degli abitanti della Terra.
I nuovi Tempi moderni ci hanno liberato dalla catena di montaggio ma ci stanno tenendo al guinzaglio tecnologico, difficile da allentare. Anche se a volte diventa un obbligo, come è successo al manager portoghese Antonio Horta-Osorio, numero uno del Lloyds Banking Group, che nell' ottobre 2011 si guadagnò fama internazionale per essere stato costretto dai medici a staccare a forza la spina: lavorava giorno e notte, non dormiva più, la sua carica era scesa a zero.
Azzoppato suo malgrado: proprio allora, grazie a lui, si è cominciato a parlare di Itso, ovvero «Inability to switch off», incapacità appunto di tagliare i contatti, per dormire, riposarsi, divertirsi, ricaricarsi senza obblighi da connessione.
La rivoluzione è in corso, noi ci siamo in mezzo, e dobbiamo capire i modi migliori per non farci sopraffare.
Ma non è un'operazione che si può fare in solitaria, per staccare ci vuole la complicità e l'appoggio dell'azienda: in fin dei conti si tratta di una cosa seria, del lavoro. C'è una piccola ma significativa ricerca di Gloria Mark, docente e pioniera della materia che ci può indicare una via: Mark ha convinto 13 impiegati e i loro superiori (in aziende diverse) a una completa astinenza da ogni email, per una settimana solo telefono o contatti diretti. Risultato? Tutti più calmi e meno stressati (anche ai controlli cardiologici), egualmente produttivi e più creativi.
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