DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
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Il pezzo de “Il Foglio” (a seguire) mette il dito nella piaga quando Ermes Antonucci scrive: “Laudati spiega di aver verificato che nessun accertamento nei confronti di Crosetto è mai stato effettuato dall’ufficio Sos della procura nazionale antimafia: gli accessi sono stati effettuati sulla banca dati in dotazione alla Guardia di Finanza, nei cui uffici Striano lavorava tre giorni a settimana”.
Ergo: il finanziere Striano, distaccato alla Dna, era al servizio di due padroni: per tre giorni dipendeva gerarchicamente dalla Guardia di Finanza, il resto della settimana le sue funzioni erano agli ordini dei magistrati della Procura nazionale antimafia. Chi si è inventato un tale guazzabuglio Finanza-Dna che va al di là delle prerogative di legge, quindi illegale?
GAETANO PECORARO INTERVISTA PASQUALE STRIANO - LE IENE 2
Una volta posizionato in un’area opaca, Striano si era trasformato in un ircocervo, animale mitologico per metà caprone (Finanza) e per metà cervo (Magistratura); un ruolo talmente ambivalente che alla fine gli permetteva di non rendere conto a nessuno dei suoi accessi abusivi alle banche dati, fino a quando qualcuno dei Servizi avvertì il ministro Crosetto che fece l’esposto che dette vita allo scandalo Striano.
giorgia meloni chiara colosimo
Ad oggi, la presidente della Commissione parlamentare antimafia, la meloniana (“tendenza Arianna”) Chiara Colosimo, ha convocato addirittura Andrea De Gennaro, nominato al vertice della Guardia di Finanza il 30 maggio 2023, quindi a dossieraggi fatti e scoperti, ma non ha ancora sentito il bisogno di interrogare non solo Pasquale Striano, che intanto rilascia interviste cambiando ogni volta la versione dei fatti, ma soprattutto non ha convocato in audizione Giuseppe Zafarana, il comandante generale delle Fiamme Gialle dal 2019 al 2023 e oggi presidente dell’Eni, da cui Striano era alle dirette dipendenze.
sergio mattarella e giuseppe zafarana
Che sia evidente che i due finanzieri avrebbero molte cose da raccontare e spiegare, lo ha ben capito una delle “vittime” dei dossieraggi. In data 5 marzo, a margine di un comizio a Pescara, il vicepremier Matteo Salvini non l’ha toccata piano e ha chiamato brutalmente in causa l’ex vertice della Finanza: “Mi rifiuto di pensare che sia l’iniziativa di qualche singolo. Vorrei sapere se i vertici della Guardia di finanza ne erano al corrente o meno”.
salvini e conte guardia di finanza
Altra “striano” anomalia. Dopo lo scoppio del bubbone dossieraggi, Striano non è stato sospeso, ma solo trasferito in un altro reparto. Come mai? Il luogotenente gode di particolari protezioni? Inoltre, in molti nei palazzi romani si chiedono: ma un ufficiale della Guardia di Finanza, prima di rilasciare un’intervista, deve ottenere un permesso dai superiori, o può parlare con i giornalisti come e quando vuole? Qualcuno lo ha autorizzato a parlare o si è mosso in autonomia? Le argomentazioni di Striano sono stati “condivise” con qualcuno o è tutta farina del suo sacco?
guido crosetto con la moglie gaia saponaro foto di bacco
Mentre volteggia il sospetto che si voglia insabbiare il caso, evitando nuovi scandali fino alle europee del 9 giugno, che saranno uno spartiacque per il futuro del governo Ducioni, guarda il caso cinico e barbaro, a Bari, Torino, Palermo sono esplose tre inchieste che stanno infiammando la politica nell'ultima settimana.
E chi spunta? La commissione parlamentare Antimafia. Anziché sbrigare le audizioni dello scandalo Striano, la Colosimo chiede alla magistratura le carte relative alle tre vicende giudiziarie, due delle quali hanno azzoppato il Pd in Puglia e in Piemonte, per la gioia dei Fratellini d’Italia.
IL “CASO DOSSIERAGGIO” È SPARITO. MA NON ERA LO SCANDALO DEL DECENNIO?
Estratto dell’articolo di Ermes Antonucci per “il Foglio”
GAETANO PECORARO INTERVISTA PASQUALE STRIANO - LE IENE
Per settimane è stato rappresentato come lo scandalo del decennio: migliaia di accessi abusivi alle banche dati della procura nazionale antimafia, fughe di notizie, creazione di dossier su politici, imprenditori e personaggi famosi, rapporti distorti fra inquirenti e giornalisti, l’ombra del coinvolgimento di servizi segreti stranieri. Poi il “caso dossieraggio” è sparito completamente dai radar del dibattito pubblico e politico. Neanche una parola.
[…] Raffaele Cantone, capo della procura di Perugia, che sta conducendo l’inchiesta, in un’audizione di oltre due ore alla commissione Antimafia ha infatti elencato tutte le principali risultanze investigative raggiunte finora: gli accessi abusivi effettuati dal finanziere Pasquale Striano, principale indagato, sono risultate “oltre diecimila”;
Striano “ha scaricato 33.528 file dalla banca dati della Direzione nazionale antimafia”; al momento non sono emersi elementi tali da far pensare a finalità economiche della sua attività; “con alcuni giornalisti Striano aveva rapporti di amicizia personali”.
POLITICI - MANAGER E VIP SPIATI DA PASQUALE STRIANO
[…] dopo il tam tam iniziale, l’attenzione sul caso si è interrotta. Segno forse che le indagini non stanno fornendo i riscontri attesi. Ciò che è certo, per ora, è che non è emersa l’esistenza di alcun dossier in senso stretto. Insomma, il “caso dossieraggio” non esiste.
Al massimo si può parlare di “caso accessi abusivi alle banche dati”. Tutta un’altra cosa […] L’inchiesta non solo sembra essersi fortemente ridimensionata, ma rischia di subire un clamoroso scossone. Il magistrato Antonio Laudati, indagato per alcuni accessi abusivi e responsabile per un periodo del gruppo Sos (segnalazioni operazioni sospette) a cui faceva riferimento Striano, ha chiesto di essere sentito in commissione Antimafia.
RAFFAELE CANTONE CHIARA COLOSIMO
[…] Laudati ricorda che il caso ha preso avvio dalla denuncia del ministro Crosetto dopo la pubblicazione di un articolo sulla sua precedente attività professionale. Laudati spiega di aver verificato che nessun accertamento nei confronti di Crosetto è mai stato effettuato dall’ufficio Sos della procura nazionale antimafia: gli accessi sono stati effettuati sulla banca dati in dotazione alla Guardia di Finanza, nei cui uffici Striano lavorava tre giorni a settimana.
Laudati aggiunge che in quelle occasioni non avrebbe logicamente potuto esercitare alcuna direzione né controllo sulle attività di Striano. Se ciò fosse confermato, significherebbe che la competenza sui fatti al centro del caso sarebbero di competenza della procura di Roma e non di Perugia, competente per i reati che coinvolgono i magistrati in servizio nella Capitale. Si ricomincia da capo?
guido crosetto giorgia meloni parata del 2 giugno 2023 POLITICI - MANAGER E VIP SPIATI DA PASQUALE STRIANORAFFAELE CANTONE CHIARA COLOSIMO Antonio Laudati
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