DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI…
Luigi Offeddu per il Corriere della Sera
Il fantasma è tornato. Anzi, non era mai andato via. Non era svanito nei lager nazisti 74 anni fa. Ma era scampato alla guerra, era tornato in libertà. E potrebbe essere ancora vivo, quasi centenario, con tutti i misteri della sua storia.
Eccolo infatti, in una foto del 1946 ritrovata al museo ebraico di Vienna e pubblicata dal Guardian, eccolo il piccolo Herschel Grynszpan, per alcuni martire e per altri sbandato o provocatore: il ragazzo ebreo polacco che a 17 anni, il 7 novembre 1938, nell' ambasciata tedesca di Parigi, uccise con 5 colpi di pistola il diplomatico nazista Ernst vom Rath, per vendicare - disse, e si disse - i genitori e migliaia di altri ebrei deportati dai tedeschi hitleriani.
La foto è stata identificata con quasi assoluta certezza. Quei 5 colpi di pistola furono trasformati da Joseph Goebbels, il genio nero della propaganda di Hitler, nel pretesto per la «Notte dei Cristalli», il sabba di fiamme che il 9-10 novembre 1938 ingoiò migliaia di sinagoghe e negozi di ebrei, lasciando dietro di sé centinaia di vittime.
Catturato subito dalla polizia francese, Herschel dichiarò a verbale: «Essere un ebreo non è un crimine. Non sono un cane. Ho il diritto di vivere e gli ebrei hanno il diritto di vivere su questa terra». Passò quasi due anni nelle prigioni francesi, poi i tedeschi invasero la Francia e se lo portarono via. Pare che per lui Goebbels avesse preparato un processo-spettacolo, per provare al mondo «la realtà del complotto ebraico».
Ma all' ultimo momento, Hitler avrebbe bloccato tutto. Sul perché, c'è un'ipotesi mai confermata o smentita: dice che Herschel conosceva già la sua vittima, il diplomatico vom Rath, perché era stato suo amante, e che dunque il delitto portava una matrice passionale; lo stesso accusato avrebbe confessato tutto ciò ad alcuni compagni di prigionia, e perciò Berlino avrebbe cancellato il processo-spettacolo. Perfino André Gide, lo scrittore francese, si disse più tardi certo di questa ipotesi.
Sia come sia, le ultime notizie più o meno certe di Herschel risalgono al 1942, al campo di prigionia di Saxenhausen. Poi, silenzio e buio. Ma nel dopoguerra, libri e articoli lo segnalarono più volte, in Germania o a Parigi, sposato con due figli, impiegato, proprietario di un garage. Ancora una volta mai una conferma, però. Finché, ora, arriva questa foto, datata 3 luglio 1946, e scattata nel campo profughi di Bamberga: i sopravvissuti all'Olocausto protestano con le autorità che non li fanno emigrare in Palestina.
Ma questa foto non risolve il mistero, anzi forse lo riaccende. «È tanto insolito - dicono al museo di Vienna - che un personaggio così di rilievo sia sopravvissuto come pochi altri (ai lager, ndr) da far nascere il sospetto che abbia collaborato con i nazisti in qualche modo». Ma anche a parte questo, la figura del «vendicatore ragazzo» ha sempre diviso i giudizi, storici e anche morali.
«Ai suoi tempi - scrive il sociologo Ron Roizen negli Holocaust and genocide studies pubblicati dall' università di Oxford - Grynszpan era guardato dalla grande maggioranza degli ebrei come il portatore di un male più grande. L'obiettivo retorico centrale, nelle reazioni naziste al delitto, era di stabilire una "responsabilità collettiva ebraica" per il delitto… E questo provocò una naturale opposizione retorica da parte della stampa ebraica. Molti commentatori ebrei si affrettarono a condannare l'azione, e a distanziare la loro comunità». Sulla vecchia casa di Hershcel, ad Hannover, una targa dice: «Le circostanze della sua morte sono sconosciute».
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