DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
1. LUCA, ANASTASIYA E IL MISTERO DEI 20MILA EURO
Fabio Tonacci per ''la Repubblica''
Non è stata una rapina casuale. Non è stata neanche un' aggressione per duemila euro, perché i soldi nello zainetto potrebbero essere stati dieci volte di più. Dunque, a maggior ragione, Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata ucraina di Luca Sacchi, non la sta raccontando tutta. La vera storia di ciò che è successo mercoledì 23 ottobre davanti al pub John Cabot, nel quartiere Appio Latino di Roma, deve ancora essere scritta. Valerio Del Grosso, accusato di aver sparato a Sacchi, e il suo compare Paolo Pirino detto Paoletto, entrambi 21 enni, sono in carcere e, davanti al gip, non hanno aperto bocca. Ma le prime risultanze dell' inchiesta condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo e dai poliziotti della Squadra mobile permettono di tracciare i contorni di una notte di sangue che ha avuto origine, e tragico esito, nella suburra della filiera dello spaccio. Popolata di insospettabili figli della Roma bene e di squinternati mediatori.
luca sacchi festeggiato da anastasiya
Armati, affamati di denaro e dal grilletto facile. Il gruppo di amici Andiamo con ordine. Intorno alle 21 di mercoledì Luca Sacchi è con Anastasiya al John Cabot. Luca ha 24 anni, ha il fisico scolpito dal suo lavoro come personal trainer, e, come spesso capita, è sceso al pub sotto casa insieme alla sua ragazza. Si conoscono da un lustro. Lei ha 25 anni, dal 2003 vive a Roma e fa la baby sitter. Non sono soli. Con loro ci sono due amici: un tale di nome Domenico, e Giovanni Princi, un poco più che ventenne già noto alle forze dell' ordine per un precedente per spaccio. Princi è un ragazzo sveglio e di buona famiglia: suo padre è un cardiologo, sua madre una docente universitaria con cattedra a Roma. Quella, però, non è una sera come le altre.
Non sono là per una rimpatriata. C' è uno scambio da fare, della droga da comprare. I soldi li hanno portati. Stando a quanto risulta dai tabulati telefonici, è Princi che ha il gancio giusto per rimediare della roba. E non sarà un po' di erba per passare la serata o per rivendere agli amici, stavolta è qualcosa di più importante. L' intermediario Il contatto di Princi si chiama Valerio Rispoli, uno che sta con "quelli di San Basilio", il quartiere dormitorio che ospita la più grande piazza di spaccio di Roma: sentinelle sui tetti, inferriate alle finestre, volanti della polizia gradite quanto un calcio sui denti. Rispoli conosce Princi e non è la prima volta che si sentono per cose del genere.
Ma chi deve fornire la droga, Valerio Del Grosso, non si fida del gruppetto del John Cabot, vuole prima capire se hanno veramente il denaro "per la merce", quindi manda il suo intermediario in avanscoperta. Alle 21.30 Rispoli si presenta in via Latina, una traversa della strada dove si trova il pub. Con lui in macchina c' è Simone Piromalli. Entrambi sono incensurati. Si incontrano rapidamente con Princi e Anastasiya. La ragazza apre davanti a loro lo zainetto di pelle rosa che porta a tracolla: contiene il suo portafogli rosso con dentro un documento di identità e una carta postepay, un portamonete, alcuni effetti personali e le mazzette coi soldi.
Quanto? Inizialmente si era parlato di 2.000 euro, ma gli investigatori sospettano fossero molto di più, una cifra tra i 10.000 e i 20.000 euro, sufficiente - in ipotesi - ad acquistare anche un bel po' di cocaina. Le banconote non sono state ancora trovate. Piromalli, a verbale, dichiara che «tre ragazzi e una ragazza erano interessati alla droga» e che «la consegna non avveniva per la mancanza dello stupefacente».
Aggiunge che Del Grosso e il suo accompagnatore, Paolo Pirino, «si impegnavano ad andarlo a prendere». Tra le 21.30 e le 22.30, quindi, al John Cabot fanno la loro comparsa anche i due ragazzi ora rinchiusi a Regina Coeli.
La pistola nascosta
Ma chi è Valerio Del Grosso? Il ventunenne vive con i genitori a Casal Monastero, quartiere confinante con San Basilio. Da sette mesi lavora come aiuto pasticciere a due passi da casa. Ha una figlia di sei mesi avuta da una compagna dalla quale, per ordine del tribunale, deve stare lontano. In passato l' ha picchiata, provocandole lesioni con 40 giorni di prognosi. Si è procurato un revolver calibro 38, che tiene nascosto.
Neanche Pirino sa che quella sera Del Grosso ha portato con sé il ferro, o così almeno riferirà dopo l' arresto. I due frequentano lo stesso giro a San Basilio. Paoletto, a differenza di Del Grosso, ha precedenti per stupefacenti. Alle 22.55 il pasticciere di Casal Monastero chiama Rispoli e lo avverte che stanno tornando, a bordo di una Smart bianca quattro porte, per fare lo scambio. Da questo punto in avanti la scena si fa confusa, e neanche i filmati delle telecamere di sorveglianza riescono a fare definitiva chiarezza.
La ragazza da risentire
Rispoli, Piromalli e Princi - così riferiranno ai carabinieri - rientrano nel pub. Fuori rimangono Anastasiya e Luca. La ragazza ucraina ha sostenuto di essere stata colpita da Pirino alla testa con una mazza da baseball, nel tentativo di rubarle lo zaino, e che Del Grande ha sparato alle spalle a Luca nel momento in cui lui la stava difendendo da Pirino. Ma Anastasiya ha anche detto «la droga non c' entra con questa storia», circostanza smentita e che ne mette in dubbio l' attendibilità, tant' è che verrà presto interrogata di nuovo.
Quei pochi frame dei video raccontano di un' aggressione fulminea, diretta più a "neutralizzare" subito Luca, della coppia quello che poteva opporre una resistenza maggiore. Perché, però, la rapina? Anche questo è un aspetto che gli inquirenti stanno approfondendo. L' ipotesi più verosimile vuole il gruppetto degli amici del Cabot presi ed eccitati dal tentativo di fare "un salto di qualità", impegnati ad acquistare un quantitativo più sostanzioso.
anastasia fidanzata di luca sacchi
E Del Grosso e Pirino i rapaci che hanno fiutato l' occasione: spaventarli e rubar loro i soldi. È ciò che, dopo l' assassinio, racconterà il pasticciere: «Non volevo ucciderlo, volevo solo mettergli paura ». Qual è stato, poi, il ruolo di Luca Sacchi nella mancata compravendita? Non risulta essere un consumatore di hashish o altro, chi lo conosceva lo descrive come un tipo serio e premuroso. Che si teneva alla larga da certi giri. Con l' unica "colpa", quindi, di aver protetto la sua Anastasiya.
2. I KILLER NON ERANO SOLI E UN VIDEO SMENTISCE LA VERITÀ DI ANASTASIYA
Rory Cappelli e Maria Elena Vincenzi per ''la Repubblica - Cronaca di Roma''
Valerio Del Grosso e Paolo Pirino non erano soli la sera dell' omicidio, quando scapparono a bordo della Smart, dopo averla parcheggiata in seconda fila in via Mommsen, per allontanarsi il più velocemente possibile dal luogo dell' omicidio di Luca Sacchi. I ragazzi, che polizia e carabinieri stanno tentando di rintracciare, avrebbero fatto da intermediari per la vendita di droga e, così spiegano fonti investigative, avrebbero anche consegnato la pistola al killer.
E mentre il questore sta pensando a una stretta su droga e movida, forse con un provvedimento, si prepara un' altra stretta: su Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata di Luca Sacchi, che aveva frequentato il liceo classico Augusto, che forse studiava all' università e che faceva lavoretti per sbarcare il lunario. Nel suo racconto, spiegano gli investigatori, ci sono troppe incongruenze, tanto che i pm vogliono risentirla. Non è stata colpita da una mazza da baseball, anzi non è stata colpita affatto: nessun segno sul corpo, nessun referto medico ad attestarlo. E poi, a quanto risulta, il gruppo con cui si accompagnava non era la prima volta che faceva azioni di questo tipo.
Le immagini di videosorveglianza del negozio di tatuaggi che si trova in via Franco Bartoloni quella notte riprendono la strada di fronte, fino al marciapiede: alle 22.50 si vede passare la Smart di Del Grosso e Pirino: supera il pub John Cabot, svolta a sinistra in via Mommsen, fa il giro dell' isolato, prende due sensi unici e poco dopo rispunta dalla parte opposta di via Bartoloni. Si ferma. Poi riparte e gira a destra in via Mommsen. Si blocca in seconda fila. Sono le 22.59. Alle 23 lo sparo.
Dalle immagini appare chiaro che non c' è il tempo di un' aggressione, di una colluttazione, di una mazzata in testa. In più il ragazzo viene ucciso con un colpo di pistola alla nuca: il proiettile gli esce dalla faccia e va a schiantarsi nella vetrina del pub per poi finire, ormai senza più forza, all' interno del locale, davanti ai piedi di una ragazza.
La telecamera riprende due giovani che bevono birra di fronte alla vetrina. Sentono il colpo di pistola.
Terrorizzati, a uno cade di mano il bicchiere, poi si precipita dall' altra parte della strada dove è arrivata Anastasiya che sta tamponando il volto di Luca: il ragazzo torna indietro con le mani nei capelli, chiaramente in panico. L' altro gira in tondo senza sapere cosa fare. Più tardi Anastasiya entrerà nel negozio di tatuaggi per lavarsi le mani e fino alle 1.30 starà seduta su un gradino lì davanti: « Non aveva nessuna escoriazione, nessuna lesione, nessuna ferita» dicono.
Gli amici di Luca avevano parlato di esecuzione e tale sembra: i soldi custoditi nella borsa pare fossero molti più dei duemila euro di cui si era parlato all' inizio, una cifra compresa tra 10 e 20 mila euro. Ma su questo gli inquirenti stanno facendo verifiche. Il che giustificherebbe la rapina, anche se niente giustifica quel colpo di pistola sparato alle spalle a bruciapelo. Il denaro inoltre è sparito.
Nel quartiere tutti descrivono Luca come un ragazzo tranquillo, salutista, attento. Suo padre e lo zio Fabrizio sostengono che si sia trattato « senza dubbio » di uno scambio di persona. Ma fonti investigative spiegano che « non c' è stato nessun equivoco». Forse non era coinvolto in nulla, ma sembrerebbe aver ricoperto il ruolo di guardaspalle. Tra i testimoni oculari dell' omicidio due amici delle vittime, che insieme a Luca e alla ragazza sarebbero coinvolti nello scambio di droga.
3. PALESTRA, FOTO E SFILATE I MISTERI DI ANASTASIYA AL VAGLIO I CONTATTI CON DEL GROSSO E PIRINO
Valeria Costantini per il ''Corriere della Sera''
Faccia d' angelo e affidabile baby-sitter: una vita in apparenza normale quella di Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata di Luca Sacchi, il 24enne ucciso con un colpo di pistola alla testa mercoledì sera. Tanto sport e lavoro. Ma ora sulla sua vita, persino sulla sua routine, dovrà passare la lente. «È gentile e dolce, una gran lavoratrice, mi fido ciecamente, tanto da lasciarle mia figlia», racconta Roberto Bruschi, titolare del ristorante «Dal Bersagliere», molto famoso all' Appio, il quartiere dove la ragazza ucraina - in Italia da quando aveva nove anni - abita con la famiglia.
Raccontano che gran parte della giornata la passi ad allenarsi in palestra, le foto di quelle ore sono condivise sui social. E poi c' è il lavoro come bambinaia a tempo pieno.
Nastia, così ribattezzata dagli amici su Instagram, è arrivata a Roma nel 2003 con la mamma e la sorella più piccola.
«Ha lavorato da noi anche come cameriera, la conosco benissimo, segue pure i figli di mio fratello, non credo a una parola di quello che si scrive su di lei, le siamo tutti vicini in questo momento di dolore» ribadisce il ristoratore. Lui conosceva anche Luca, che a volte andava a prendere Anastasiya a fine turno per riaccompagnarla a casa.
Una storia d' amore seria quella con il personal trainer freddato fuori dal John Cabot Pub: stavano insieme da quasi 4 anni, la stessa passione per il fitness e i viaggi. Pochi mesi fa l' ultima gita, a Parigi e Disneyland, poi per festeggiare i 24 anni di Luca (l' ultimo compleanno, ad aprile), Nastia gli aveva regalato un pensiero speciale: la voce registrata di Marilyn Monroe nella storica «Happy Birthday» per il presidente americano John Fitzgerald Kennedy, con la dedica «Auguri amore mio».
omicidio luca sacchi pub appio latino
Bella, fisico tonico, poliglotta, la ragazza ha subito stretto amicizie importanti nella Capitale: ha anche sfilato come modella per l' amica del cuore, Stefania, stilista conosciuta sui social come «Acid Love». Con Luca progettavano di aprire una palestra insieme: un sogno interrotto da una tragedia dai contorni ancora da chiarire. E Nastia sembrerebbe una figura-chiave del puzzle.
Dopo l' arresto di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, accusati di essere gli autori dell' omicidio, rimangono da accertare alcuni importanti dettagli.
Tanto che la ragazza sarà presto ascoltata in Procura: agli atti, al momento, c' è solo il racconto che ha fatto ai poliziotti poche ore dopo l' aggressione. Ma è sul contenuto dello zaino della giovane che si concentrano i dubbi: Nastia ha detto di avere con sé pochi euro quella sera fatale, mentre un testimone ha riferito di aver visto all' interno della borsa diverse mazzette di banconote per un totale di duemila euro.
Proprio quel contante è diventato l' obiettivo della rapina progettata dai due assalitori: un colpo fallito che per Luca Sacchi si è trasformato in tragedia. Ma come mai tanti soldi? A cosa servivano? Gli investigatori non sembrano avere dubbi: per l' acquisto di una partita di marijuana. Ipotesi che la stessa giovane ha tuttavia rigettato con forza fin dall' inizio.
«Luca è l' amore, non meritava questo, non c' entra nulla la droga. Mi ha solo protetta», le poche parole pronunciate nell' unica intervista rilasciata.
Poi l' ha avvolta un muro di silenzio, parenti e amici la tengono lontana dai riflettori: in queste ore sta valutando l' assistenza di un avvocato. Ieri ne ha incontrato uno. Che il fidanzato non avesse invece nulla a che fare con gli stupefacenti, l' ha ribadito Domenico Pavone, legale della famiglia Sacchi: «Lo dimostra la donazione degli organi autorizzata dai genitori di Luca».
A questo punto al vaglio di chi indaga ci sono i contatti telefonici di Del Grosso e Pirino per verificare se ne avessero con la modella o con qualche conoscente della ragazza.
«Lei e Luca erano bellissimi. Anastasiya ora è a pezzi e non avrebbe mai fatto nulla di male», ribadiscono gli amici sui social. Nessun dubbio su quell' amore, su una ragazza perbene che in Italia aveva trovato il suo futuro.
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