DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Mauro Zanon per "Libero quotidiano"
Non è un film di Louis de Funès, è tutto vero. Il cittadino saudita fermato martedì all'aeroporto di Roissy -Charles de Gaulle, in Francia, perché sospettato di essere un membro del commando coinvolto nell'assassinio del giornalista Jamal Khashoggi nel consolato di Riad a Istanbul nel 2018, non era la persona effettivamente ricercata.
L'uomo di 33 anni, che ai controlli di sicurezza ha presentato un passaporto saudita con il nome di Khaled Al-Otaibi, non corrisponde infatti alla persona su cui pesa un mandato d'arresto internazionale spiccato dalla Turchia, e ieri è stato rimesso in libertà. A confermare l'incredibile vicenda è stato il procuratore generale di Parigi Rémy Heitz attraverso un comunicato: «Le accurate verifiche relative all'identità di questa persona hanno permesso di stabilire che il mandato non si applicava a essa». C'è stato insomma un clamoroso caso di omonimia, che ha portato alla privazione delle libertà di un individuo totalmente estraneo all'assassinio del giornalista saudita del Washington Post.
hatice cengiz e jamal khashoggi 1
«Il vero Khaled Al-Otaibi e tutti gli accusati in questo affaire sono imprigionati in Arabia Saudita», ha riferito una fonte dei servizi di sicurezza di Riad all'agenzia francese Afp. Ma riavvolgiamo il nastro. Sono le 9.20 di martedì quando il passaporto di tale Khaled Al-Otaibi fa "suonare" il computer della Paf, la polizia di frontiera francese. Il nome di questo cittadino saudita è infatti iscritto al registro delle persone ricercate (Fpr) ed è oggetto di una "red notice" dell'Interpol, in virtù di un mandato di arresto emesso dalle autorità turche per aver partecipato all'uccisione efferata di Khashoggi al consolato di Riad a Istanbul.
Coma da procedura, viene subito fermato, la notizia esce sui giornali francesi e assume rapidamente una dimensione internazionale, che fa scatenare l'ira di Riad. Fin da martedì, le autorità saudite protestano infatti con veemenza contro Parigi, facendo notare alle autorità francesi che hanno arrestato la persona sbagliata. «C'è un errore sull'identità della persona», dichiara a Reuters un rappresentante di Riad martedì sera.
L'IMBARAZZO L'ambasciata del Paese del Golfo in Francia aggiunge che non c'è «alcuna connessione» tra la persona fermata dalla polizia francese e la morte di Khashoggi. Ma Parigi fa finta di non sentire per quasi ventiquattro ore, per poi fare bruscamente retromarcia in seguito ad accertamenti sull'identità e confessa lo scambio di persona.
Secondo alcuni documenti dei governi britannico e americano consultati dall'Afp, il vero Khaled Al-Otaibi, ex membro della Guardia reale di Mohammed Bin Salman, è sospettato di aver fatto parte di un commando di una quindicina di sauditi mandati al consolato di Istanbul il 2 ottobre 2018 per «uccidere» l'editorialista del Washington Post e dissidente del regime Khashoggi, oltre che per «dissimulare le prove» dell'assassinio. La vicenda, fa notare il quotidiano parigino Le Monde, rischia di avere «ripercussioni imbarazzanti dal punto di vista diplomatico» con Riad.
Il pasticcio dei servizi di sicurezza francesi si verifica tra l'altro quattro giorni dopo l'incontro a Riad tra l'inquilino dell'Eliseo, Emmanuel Macron, e il principe ereditario saudita, Mohammed Bin Salman. Un tête-à-tête molto criticato dalle associazioni in difesa dei diritti dell'uomo, che hanno accusato il capo dello stato francese di "riabilitare" colui che la Cia considera come il mandante dell'omicidio di Khashoggi.
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