DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Estratto dell’articolo di Rosario Di Raimondo per “la Repubblica”
LA RICOSTRUZIONE DELLA SERA IN CUI E' SCOMPARSA GIULIA CECCHETTIN
I segreti del femminicidio di Giulia Cecchettin si nascondono in una Grande Punto nera e ammaccata. Giacciono in un cellulare muto da due settimane. Sfiorano la copertina di un libro per bambini. E soprattutto sono custoditi nella testa dell’unica persona che potrebbe svelarne tanti: Filippo Turetta, 21 anni a dicembre, da sabato in carcere a Verona. Domani sarà interrogato dal gip.
L’ultima traccia del cellulare di Cecchettin risale alle 22.45 dell’11 novembre, mezz’ora prima della violenta aggressione che subisce da Turetta a 150 passi da casa, testimoniata da un vicino. Giulia e Filippo avevano trascorso la serata al centro commerciale “Nave de Vero” di Marghera, la studentessa inviava messaggi alla sorella Elena, poi all’improvviso il suo telefonino diventa muto. Ufficialmente non è stato comunicato un suo ritrovamento.
Quella sera il telefono dello studente dà segnali fino alle 23.29 nella zona industriale di Fossò: sono i drammatici minuti tra la prima e la seconda violenza. Anche di quell’apparecchio poi si perde ogni segnale. Ma, a differenza di quello di Giulia, viene trovato durante l’arresto di Filippo. E può “parlare”, come in parte possono farlo (e hanno fatto) i dispositivi elettronici sequestrati in casa dell’indagato.
A BORDO DELLA PUNTO
filippo turetta giulia cecchettin
Una Punto nera, targa FA015YE. Super ricercata per sette giorni. È l’auto usata per il (presunto) sopralluogo prima del pestaggio […] Oltre a trasportare il corpo di Giulia, in quella macchina, per una settimana, Turetta ha forse anche dormito. All’interno sono stati trovati un coltello, un paio di guanti, una borsa, tracce di sangue, 300 euro. Può svelare altri dettagli.
UN LIBRO PER BAMBINI
Nella zona del lago di Barcis, dove viene trovato il corpo di Giulia, i carabinieri isolano altri indizi. Fazzoletti sporchi di sangue, un rotolo di sacchi di plastica, un mocassino della ragazza tra il fogliame (l’altro non si trova) e un libro per bambini: “Anche i mostri si lavano i denti” dell’autrice veneta Jessica Martinello.
la macchina di filippo turetta
Dopo la laurea in ingegneria biomedica, Cecchettin voleva inseguire il sogno di diventare illustratrice di libri per l’infanzia e per questo si era iscritta a un corso a Reggio Emilia. Ma perché quel libro era lì? Chi e quando lo aveva comprato? […]
LE AGGRAVANTI
A che ora è morta Giulia? Alle 23.40 di quel sabato, mentre cerca disperatamente di fuggire, Filippo la spinge da dietro, lei sbatte la testa a terra e non si rialza più. Ma sul suo corpo ci sono oltre venti ferite di arma da taglio e il gip sostiene che è morta dissanguata. Il primo dicembre l’autopsia potrebbe rispondere anche a queste domande.
[…] per il femminicidio c’era un piano? […] alcuni elementi farebbero pensare alla premeditazione, che comporta il rischio di ergastolo. Ma al momento non è contestata. La tipologia di ferite potrebbe portare a contestare l’aggravante della crudeltà. […]
DAVANTI AL GIUDICE
Turetta […] Domattina l’interrogatorio davanti al gip. Può scegliere di stare in silenzio, di rispondere alle domande, di fare dichiarazioni spontanee. Il suo legale potrebbe presentare l’istanza per una perizia psichiatrica. […]
giulia cecchettin e filippo turetta 2auto di filippo turetta auto di filippo turettagiulia cecchettin e filippo turetta 1
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