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DOPO “JUGEND RETTET” E “MEDICI SENZA FRONTIERE”, FINISCONO SOTTO INCHIESTA I VOLONTARI DI "SAVE THE CHILDREN" - GIÀ ISCRITTI I PRIMI INDAGATI CON L’IPOTESI DI FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA
Antonio Massari per “Il Fatto Quotidiano” - Estratto
SAVE THE CHILDREN E I MIGRANTI
Per alcuni casi sono in corso le identificazioni, quindi il fascicolo procede ancora contro ignoti, in altri gli autori dei reati hanno già un nome e un cognome annotati nel registro degli indagati. E l'indagine - oltre Jugend Rettet e Medici Senza Frontiere - coinvolge anche gli operatori di una terza organizzazione non governativa: Save the Children. Non è un caso, infatti, che un poliziotto dello Sco si sia infiltrato per ben 40 giorni proprio sulla loro imbarcazione.
SAVE THE CHILDREN E I MIGRANTI
L' inchiesta condotta dalla Procura di Trapani, guidata da Ambrogio Cartosio, si concentra su singole condotte di reato - s' ipotizza il favoreggiamento dell' immigrazione clandestina - e quindi sui singoli operatori. Non sulle Ong in quanto tali. I poliziotti del Servizio centrale operativo hanno messo nel loro mirino soltanto episodi circoscritti e in parte - per quanto emerso nel decreto di sequestro della nave Iuventa - già pienamente identificati.
I SOCCORSI DELLA IUVENTA INTERCETTANO LA NAVE DEI MIGRANTI
In sostanza: il fascicolo non "criminalizza" le organizzazioni umanitarie, ma si concentra su singole condotte - vedremo quali - e singoli operatori. Precisazione necessaria, data la delicatezza dell' argomento, le sue potenziali strumentalizzazioni politiche, le eventuali ripercussioni sulle vite dei migranti e il fondamentale ruolo svolto sia dalle Ong, sia dalla magistratura.
[…] Il punto è che restituire un barcone ai trafficanti è un comportamento - rispetto alla domanda iniziale: chi sto aiutando?
Non sappiamo - l' attività investigativa è ancora coperta dal segreto - se le indagini che riguardano gli operatori delle altre due Ong, Medici Senza Frontiere e Save The Children, abbiano raccolto riscontri altrettanto semplici da incasellare. Di certo c' è che le loro navi erano spesso nel posto giusto al momento giusto - e per fortuna - con il fondato sospetto che le "soffiate" giungessero proprio dai trafficanti. […] Lo scenario sarebbe diverso, sotto il profilo penale, se i contatti fossero sistematici, ripetuti nel tempo e si fossero trasformati in una - per quanto non voluta, ma di certo immaginabile - sorta di collaborazione con gli scafisti.
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