DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Raffaele Striano per “il Tempo”
Furto misterioso nella casa romana del giornalista ragusano Paolo Borrometi. Ladri si sono introdotti nella sua abitazione portando via l' hard disk di un computer e una serie di appunti utili per gli articoli pubblicati dal giornalista.
Paolo Borrometi che, da alcuni anni vive scortato per le minacce arrivate dopo le sue inchieste, è il direttore del giornale online "La Spia" oltre ad essere editorialista del nostro quotidiano. Nella sua carriera ha svolto inchieste nella quali si è occupato dei traffici illeciti che ruotano attorno al mercato ortofrutticolo di Vittoria, dello scioglimento per mafia del Comune di Scicli e del racket delle agenzie funebri.
«Certo che è un furto molto strano quello che è accaduto nell' appartamento romano di Paolo Borrometi: dei ladri entrano in casa e le sole cose che portano via sono l' hard disk di un computer e le carte relative alle numerose inchieste sulla mafia svolte da Paolo in questi anni».
Lo dice in una nota il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, secondo il quale «che la cosa poi avvenga a Roma è ancora più inquietante: Paolo è dovuto andare via dalla Sicilia per le sue inchieste giornalistiche sulla mafia e si ritrova a vivere gli stessi problemi, in passato è stato anche aggredito, con gli attacchi di una mafia che non si vuole rassegnare, che non accetta che sui giornali si possa scrivere la verità».
«La mia aggiunge il presidente - non è solo solidarietà. Sono stato tra i primi in Sicilia a manifestargli la mia vicinanza quando tutti lo ignoravano e ignoravano i pericoli che correva questo giovane che ha fatto del giornalismo una scelta di impegno, quando ancora non aveva la scorta.
Esprimo oggi la mia preoccupazione che gli possa accadere qualcosa di grave. Sono con Paolo e con quanti ogni giorno fanno il proprio dovere. Voglio dire a Paolo che siamo con lui e che la solidarietà dei siciliani onesti - conclude Crocetta - non gli mancherà mai».
Anche Pietro Grasso è intervenuto per esprimere la sua solidarietà a Borrometi: «Sottrarre a un giornalista il suo archivio digitale e le carte delle sue inchieste non è solo un avvertimento da tenere in grande considerazione, ma anche il tentativo di impedire che quanto scoperto possa essere conosciuto - il presidente del Senato poi prosegue - A Paolo va tutta la nostra solidarietà: la sua sicurezza va garantita e valutata con la massima attenzione. Conoscendolo sono certo che non riusciranno a fermare la sua voglia di verità e il suo lavoro».
In una nota il presidente della Fnsi, Beppe Giulietti e Raffaele Lo russo segretario della Fnsi affermano: «Le parole del presidente Grasso non sono solo di solidarietà verso Paolo Borrometi, ma anche un invito a tutelare con ancora maggiore determinazione lui e chi contrasta le mafie - continuano -. Non vi è dubbio che corrotti e mafiosi abbiano nel mirino quei cronisti che non hanno rinunciato ad 'illuminarè malaffare e illegalità. Siamo con Paolo Borrometi. Le minacce contro Paolo sono minacce contro ognuno di noi. Chiediamo che le istituzioni proteggano al meglio lui e chi, minacciato, si impegna ogni giorno facendo solo il proprio dovere di denuncia».
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