DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Alfio Sciacca per il “Corriere della Sera” -Estratti
Dall’alto di via Monte Fasce si domina tutto il golfo di Genova. L’occhio spazia lontano, fino alla costa francese. Una sorta di borgo di montagna dove si arriva dopo quaranta minuti buoni di tornanti. Eccola qui la villa dell’architetto Alessandro Cristilli, in carcere con l’accusa di essere il gran cerimoniere dei festini a base di escort e droga. Sul citofono oltre al suo c’è anche il nome della madre di 84 anni. E allora provi a immaginare: la cena a base di sushi, le escort che l’architetto chiamava «cristilline», i giochini «obbligo-verità» in cui a ogni errore la penitenza è una prestazione sessuale. Tutto ciò nella villa in cui vive con l’anziana madre.
(...)
Sarebbe stato proprio il blasone di Cristilli a richiamare (e inguaiare) altri personaggi della «Genova bene». Nomi come quello dell’avvocato Mauro Ferrando, presidente della società Porto Antico, di uno dei più importanti notai di Genova, Piero Biglia di Saronno, del vicegovernatore della Liguria, il leghista Alessandro Piana. Tutti non indagati, ma tirati in mezzo nelle carte dei pm e dal racconto delle escort presenti ad almeno una di quelle cene a villa Cristilli, quella del primo marzo 2022. Una serata che l’avvocato e il notaio ricordano, ma non per i festini.
«Ero a quella cena — spiega al Corriere il notaio Biglia di Saronno —. Le donne le ho viste, ma non sapevo chi fossero. Abbiamo cenato, poi loro sono andate in un’altra stanza ad ascoltare musica. Poco dopo io sono andato via. L’assessore Piana non l’ho visto».
In via Monte Fasce il notaio e l’avvocato Ferrando arrivarono in auto assieme. «Cristilli lo conosco perché è consulente del notaio Biglia di Saronno, che è un mio cliente — spiega al Corriere Ferrando —. Siamo arrivati assieme, ma alle 11 siamo andati via». E le due donne? «Non so proprio chi fossero».
Il vicegovernatore Piana invece dice di non essere mai stato in quella villa. «Assolutamente. Ho fornito agli inquirenti tutti i miei spostamenti di quel giorno». A tirarlo dentro è stata una delle due escort, Jessica Nikolic (indagata per sfruttamento della prostituzione ed estorsione), che dice di averlo riconosciuto in foto: «Quella sera si presentò come autista di bus».
«Ma come debbo dirlo che non sono mai stato in quella casa, che non sono mai stato a prostitute o preso droga? — si dispera Piana —. Voglio sperare che sia tutto un equivoco, altrimenti debbo pensare che ci sia dell’altro. Già mi hanno rovinato la vita abbastanza». Pur non essendo tenuto a farlo, Piana è andato a spiegare le sue ragioni in Procura. Interrogata anche Nikolic che con i giornalisti non vuol parlare. Entrambi i verbali sono stati secretati dai pm. Si era anche ipotizzato un confronto all’americana tra i due, che però è saltato. «Non vedo perché dovrei confrontarmi con questa persona», taglia corto Piana.
(...) Ma più che su gossip e pruderie la Procura sembra concentrata su altro: quali erano le ragioni di quelle «cene eleganti»? C’è il sospetto che sesso e droga servissero solo a oleare le discussioni su affari e appalti. Da qui un secondo filone di indagine, al momento senza indagati, per corruzione e traffico di influenze.
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