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DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO…
Matteo Alviti per "la Stampa"
Il piacere è assicurato. Dunque anche l'imposta. In Germania i saloni che offrono ai propri clienti massaggi tantrici dovranno in futuro pagare la "tassa sul piacere", che molte città tedesche impongono a case d'appuntamenti, locali per scambisti, saune erotiche e a tutte le attività commerciali che abbiano a che fare con attività sessuali.
Così ha deciso la corte di Stoccarda, respingendo ieri il ricorso contro l'amministrazione comunale della proprietaria di uno studio per massaggi tantrici. Il fatto che tale pratica rituale abbia come obiettivo il benessere complessivo del corpo, e non il piacere sessuale prima di tutto, non è stato un motivo sufficiente per guadagnare l'esenzione dalla "tassa sul piacere", inaugurata circa dieci anni fa, tra le prime, dalla città di Colonia.
Di fronte ai giudici la proprietaria 55enne ha del resto ammesso che nel suo studio si ricerchi anche «l'occasione del piacere sessuale». E che durante il trattamento clienti e massaggiatrici siano nudi, come prevede il rituale. Più che gli indizi sopra citati, la vera "smoking gun", decisiva per la sentenza, è stata però il fatto che i clienti potessero prenotare massaggi completi, che includono la zona genitale.
Pur ammettendo che lo studio di massaggi tantrici non avesse nulla in comune con un bordello, i giudici hanno riconosciuto una «inclinazione simile» alla ricerca del piacere sessuale, con conseguenti ricadute fiscali. E' la prima sentenza simile emessa in Germania, ha riconosciuto la portavoce della corte di Stoccarda, città che nel 2012 ha prodotto circa un milione di euro di incassi con la "tassa sul piacere".
Alla signora non resta ora che il ricorso, ammesso dalla corte per il valore generale della sentenza. Oppure rassegnarsi e iniziare a pagare la sua "tassa sul piacere". Ottocentoquaranta euro per due mesi, hanno calcolato le autorità .
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