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GERUSALEMME IN STATO DI ALLERTA - ANCORA TENSIONE ALLA SPIANATA DELLE MOSCHEE, IN MIGLIAIA HANNO ACCOLTO LA CHIAMATA DEI LEADER RELIGIOSI ALLA PREGHIERA ISLAMICA DI OGGI ALLA MOSCHEA DI AL-AQSA – IL PREMIER NETANYAHU CHIEDE LA PENA DI MORTE PER L' AGGRESSORE DEGLI ISRAELIANI AD HALAMISH E SFIDA AL JAZEERA: "INCITA ALLA VIOLENZA"

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SPIANATA MOSCHEESPIANATA MOSCHEE

Rolla Scolari per la Stampa

 

Le forze di sicurezza israeliane sono in stato di allerta, in anticipazione della preghiera islamica di oggi alla moschea di al-Aqsa. Da settimane le tensioni continuano a crescere attorno alla spianata delle moschee, quella zona della città vecchia di Gerusalemme che gli ebrei chiamano Monte del Tempio e i musulmani al-Haram al-Sharif, il Nobile Santuario.

 

Nelle scorse ore, le autorità israeliane hanno rimosso controverse misure di sicurezza installate all' entrata della spianata, tra cui metal detector. Erano state introdotte dopo che il 14 luglio tre arabi-israeliani armati avevano ucciso lì due uomini della sicurezza israeliana. La presenza dei metal detector ha fatto infuriare leader religiosi e fedeli musulmani, che hanno iniziato un boicottaggio, pregando al di fuori dell' area.

 

Dopo giorni di pressioni anche internazionali, Israele ha revocato le misure, e ieri i leader musulmani locali hanno incitato i fedeli a tornare a pregare in massa ad al-Aqsa. Migliaia di persone hanno accolto la chiamata. Ci sono stati scontri con la polizia israeliana, un centinaio di persone sono rimaste ferite.

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A preoccupare le autorità è soprattutto la preghiera di oggi: i movimenti politici rivali palestinesi, Fatah e Hamas, hanno mobilitato i loro sostenitori, chiedendo loro di recarsi a pregare ad al-Aqsa e a manifestare in Cisgiordania e Gaza, e il timore di nuovi violenti scontri è alto. Le tensioni legate ai luoghi sacri di Gerusalemme si sommano a quelle in arrivo dalla Giordania, Paese custode dei santuari islamici della città. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ieri ha visitato i parenti di tre israeliani uccisi da un palestinese in un insediamento della Cisgiordania la settimana scorsa. E per il giovane responsabile dell' attacco di Halamish lo stesso Netanyahu ha chiesto la pena di morte.

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Sempre ieri, il re giordano Abdullah II si è recato dalla famiglia del 16enne ucciso da una guardia dell' ambasciata israeliana pochi giorni fa. E ha utilizzato parole insolitamente forti, spiegando come tutti nel regno fossero infuriati per il comportamento «inaccettabile e provocatorio» del governo di Netanyahu. Secondo le autorità, la guardia israeliana ha sparato al 16enne dopo essere stato assalito con un cacciavite. A far «infuriare» la monarchia sarebbero state le lodi di Netanyahu alla guardia, al suo ritorno in Israele.

 

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Nelle tensioni di queste ore è entrato anche un altro scontro regionale, quello tra Paesi del Golfo e il Qatar: il canale satellitare al-Jazeera, emittente del piccolo emirato, ha promesso di fare causa a Netanyahu se questi andasse avanti con il suo progetto di chiudere la sede di Gerusalemme, accusandolo di sostenere l' embargo regionale contro il Qatar. Il premier ha minacciato la chiusura dell' ufficio dopo aver accusato l' emittente di incitare alla violenza con la sua copertura degli eventi di Gerusalemme.

NETANYAHUNETANYAHU