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PAZZA INTER, A-MALA - GHERARDO ZACCAGNI, CHE GESTIVA I PARCHEGGI FUORI DALLO STADIO MEAZZA, RIVELA CHE GIUSEPPE CAMINITI, GIÀ ARRESTATO NEL 2024 NEL MAXI BLITZ SULLE CURVE DI SAN SIRO E VICINO ALLA ‘NDRANGHETA, ERA “IN BUONISSIMI RAPPORTI CON LA DIRIGENZA INTER, ERA VISTO BENE DA MAROTTA E ANCHE DAI MAGAZZINIERI, AVEVA RAPPORTI CON LAUTARO E LA MOGLIE, CON PIERO AUSILIO E CON GLI ALLENATORI CONTE E INZAGHI E COL FIGLIO DI INZAGHI” – PER L’IMPRENDITORE, I RAPPORTI TRA CAMINITI E LA DIRIGENZA NERAZZURRA ERANO TALMENTE BUONI CHE...


(ANSA) - Giuseppe 'Pino' Caminiti, già arrestato nel 2024 nel maxi blitz sulle curve di San Siro, legato, stando alle indagini, alla 'ndrangheta, già condannato a 5 anni in abbreviato e a processo anche per un omicidio del '92, "era in buonissimi rapporti con la dirigenza Inter, era visto bene dal dottor Marotta e anche dai magazzinieri, aveva rapporti con Lautaro e la moglie, col direttore dell'area tecnica Ausilio e con gli allenatori Conte e Inzaghi e col figlio di Inzaghi".
E' un passaggio della testimonianza oggi in aula, davanti alla seconda sezione penale di Milano, di Gherardo Zaccagni, imprenditore della "Kiss & fly" che gestiva i parcheggi fuori dallo stadio Meazza.
Zaccagni ha parlato da teste assistito (ha già patteggiato) nel processo a carico del consigliere comunale e regionale Manfredi Palmeri, accusato di corruzione tra privati in un filone delle indagini "doppia curva" del pm della Dda Paolo Storari, della Squadra mobile della Polizia e della Gdf.
Rispondendo alle domande del legale di Palmeri, l'avvocato Domenico Aiello, Zaccagni ha descritto il ruolo di Caminiti, dipendente della Kiss&Fly che, per conto della Curva nord interista, si sarebbe fatto dare ogni mese "4mila euro" da Zaccagni per garantire la "tranquillità" dei parcheggi. Nessuno dei vertici o responsabili o giocatori dell'Inter è indagato nell'inchiesta.
L'imprenditore-teste ha spiegato, davanti al collegio presieduto da Giuseppe Cernuto, che Caminiti era il "nostro referente per l'Inter, i suoi rapporti erano buonissimi con la dirigenza, gli davano anche le chiavi delle loro macchine". Sul versante Milan, sempre stando alla testimonianza, "il nostro referente era Aldo Russo", fratello di Mauro Russo arrestato in un'altra tranche dell'inchiesta, ex esponente della curva nerazzurra ed ex socio di Paolo Maldini e Bobo Vieri (non coinvolti nell'indagine).
Sul versante del Milan, ha detto ancora Zaccagni nella sua deposizione, "Aldo Russo aveva un approccio diverso rispetto a Caminiti, il Milan era molto contento di Aldo, per noi Aldo lavorava come libero professionista e con fattura e aveva ottimi rapporti con Galliani, anche quando è andato al Monza". Aldo Russo, ha proseguito l'imprenditore, "è diventato poi l'interlocutore anche sulla parte Inter, dopo alcuni articoli che sono usciti su Caminiti e quindi ha preso un po' i suoi contatti".
Manfredi Palmeri è finito imputato in qualità di componente del consiglio direttivo della società concessionaria "per la gestione e l'uso dello stadio Meazza". Per l'affidamento della gestione parcheggi a Zaccagni e alla sua Kiss&Fly srl, "durante i concerti" nel 2024, Palmeri, secondo l'accusa, avrebbe avuto un quadro di un artista cinese Liu Bolin del valore di "11mila euro".
"Quella foto vale 10-11mila euro - ha detto Zaccagni in aula - ma non è stata pagata, era di mio suocero gallerista, quello era uno dei suoi artisti e io l'ho regalata al dottor Palmieri. Mi ha fatto anche lui dei regali, mi ha regalato una bellissima cravatta". Zaccagni ha già patteggiato, tra cui anche l'accusa di corruzione. L'imprenditore ha sostenuto anche di non aver "pagato 15mila euro a Palmeri, l'ho scritta in un conteggio quella cifra per inventare delle spese dei costi e l'ho mostrato a degli interlocutori". Prossima udienza il 4 novembre. Tra i testimoni nel processo anche il presidente dell'Inter Giuseppe Marotta.
AGUSTINA GANDOLFO LAUTARO MARTINEZ
simone inzaghi e il figlio tommaso
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