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E' stato trovato senza vita il corpo di Giuseppe Ghirardini, l'operaio bresciano di 50 anni che era scomparso da mercoledì. Il cadavere è stato trovato sulle rive di un torrente poco distante dalla zona dove mercoledì pomeriggio era stata trovata la sua macchina a Ponte di Legno, nel Bresciano. La Suzuki Vitara era regolarmente chiusa a chiave da fuori.
Le ricerche del 50enne erano ripartite alle 9 del mattino. Le squadre formate da carabinieri, vigili del fuoco, soccorso alpino, forestale, protezione civile (un centinaio di uomini in tutto) si sono rimessi in marcia alla ricerca di un minimo spunto da utilizzare nell'inchiesta rompicapo sulla doppia sparizione alla fonderia Bozzoli di Brescia. Dieci giorni prima dell'operaio era sparito Mario Bozzoli, 50 anni anche lui, inghiottito dal nulla pochi minuti dopo aver telefonato dall'azienda alla moglie: "Sto partendo, tra poco arrivo".
Di Bozzoli si sono sospese le ricerche, perché ormai è stato controllato tutto il controllabile. Di Ghirardini, invece, si era appena all'inizio. La sua auto, una Suzuki Vitara, era stata ritrovata a Ponte di Legno, regolarmente chiusa a chiave dall'esterno. E da lì erano partite le ricerche anche con i cani molecolari.
Ghirardini era sparito nel nulla sei giorni dopo il suo datore di lavoro che proprio l'operaio, addetto ai forni della fonderia, era stato tra gli ultimi a vedere vivo. Proprio in merito alla sera della sparizione emergerebbero aspetti sui quali gli inquirenti stanno lavorando. A partire dalla circostanza di un fornitore spagnolo al quale sarebbe stato chiesto di posticipare di due ore la consegna di materiale. Avrebbe dovuto entrare in azienda attorno alle 19, l'orario in cui Bozzoli ha chiamato per l'ultima volta la moglie prima di sparire.
La battuta di caccia era una scusa? Proprio il giorno della sua sparizione, Ghirardini sarebbe dovuto andare dai carabinieri di Gardone Valtrompia per essere ascoltato in merito alla scomparsa di Bozzoli. Ma l'operaio con la scusa di una battuta di caccia con gli amici, in realtà mai avvenuta, è scomparso percorrendo a bordo della sua vettura centinaia di chilometri.
Ottanta chilometri di distanza. Tanti sono quelli che separano il luogo di ritrovamento della vettura dal Passo Crocedomini, ultimo passaggio in cui il telefonino dell'operaio ha dato segni di vita. "Mi ha salutato come sempre. Era in macchina e senza cani" ha raccontato la cugina di Ghirardini che ha poi lanciato un appello. "Torna a casa Giuseppe, ti prego torna" ha detto la donna che ha negato che tra il cugino e l'imprenditore Bozzoli ci siano stati screzi.
Nel frattempo la fonderia resta sotto sequestro come disposto dalla Procura di Brescia, nonostante il fratello dell'imprenditore scomparso ne abbia chiesto il dissequestro. Lo ha fatto attraverso un'istanza depositata dal suo legale, l'avvocato bresciano Luigi Frattini, sulla quale il pm Alberto Rossi, titolare dell'inchiesta aperta per sequestro di persona, non si è ancora espresso.
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