
DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A…
È L’ASSUMMA CHE FA IL TOTALE – IL GRANDE AVVOCATO DEGLI ARTISTI, GIORGIO ASSUMMA, SI È RACCONTATO NEL DOCUMENTARIO “IO C'ERO”, CHE ANDRÀ IN ONDA IL 21 APRILE SU RAI3 IN SECONDA SERATA: “VORREI FAR CAPIRE AI GIOVANI CHE BISOGNA SOGNARE. E INVITARE GLI ANZIANI A NON CHIUDERSI NEL PASSATO” – “QUANDO MI ELESSERO PRESIDENTE DELLA SIAE, FRANCESCO COSSIGA MI CHIAMÒ ALL'ALBA: ‘C’È UN SOLO PRESIDENTE IN ITALIA, E SONO IO’” – LE DISCUSSIONI CON DAGO SUL POTERE E SU ROMA: “HO SEMPRE AVUTO PAURA DEL POTERE. PORTA A SENTIRSI SICURI DI SÉ, SE ESERCITATO A LUNGO. IO RIFLETTO SU TUTTO” – I LANCI CON IL PARACADUTE (ANCHE A 80 ANNI), IL SUO RAPPORTO CON PROIETTI, DALLA, MORRICONE E… – VIDEO
Estratto dell’articolo di Silvia Fumarola per “la Repubblica”
giorgio assumma alla presentazione del suo film io cero
Per Gianni Letta “è Cicerone”, secondo Roberto D’Agostino “ha rappresentato e rappresenta una sorta di cardinale Richelieu del mondo dello spettacolo”, Milly Carlucci dice che ha “il potere della saggezza”, Claudio Baglioni lo definisce “Monarca assiro babilonese”. Consigliere, legale e amico dei grandi dello spettacolo, massimo esperto di diritto d’autore, Giorgio Assumma è stato per vent’anni a capo dell’ufficio legale del festival di Sanremo, ed è l’ex presidente della Siae.
“Quando mi hanno eletto, l’ex capo dello Stato Francesco Cossiga mi chiamò all'alba: senza neanche dirmi buongiorno. “C’è un solo presidente in Italia, e sono io”. Persona di rara ironia, a 90 anni si racconta nel documentario che ripercorre la sua vita Io c'ero. Giorgio Assumma, l'avvocato delle stelle, di Fabrizio Corallo e Valeria Parisi, (prodotto da 3D Produzioni e Cinecittà - Istituto Luce), che andrà in onda il 21 aprile su Rai3 in seconda serata.
maurizio costanzo giorgio assumma
“Quando Didi Gnocchi è venuta a parlarmi del progetto, ero sconcertato. Non capivo perché potessi interessare. Mi ha spiegato che, avendo vissuto tante esperienze in un così lungo periodo, era bene che le condividessi. Non mi aveva convinto”.
E poi cosa l’ha convinta?
“Ho pensato che potesse far capire ai giovani che bisogna sognare. E invitare gli anziani a non chiudersi nel passato, ma a essere sempre proiettati nel futuro. Io ho seguito il consiglio dell’amico Edilio Rusconi: nella vita bisogna sempre porsi degli obiettivi. E’ l’unico modo per non invecchiare”.
Ha mai perso la speranza?
“Mai. Adolescente, dopo la guerra, ero pieno di speranze. I grandi ci dicevano che si sarebbero aperte nuove strade e avremmo potuto eccellere. Oggi non ci sono punti di riferimento, che ruolo si ha nella società? Ai miei tempi la famiglia era un rifugio sacro, oggi è un bed and breakfast".
Suo padre Beniamino, avvocato penalista, è stato il suo punto di riferimento.
giorgio assumma dago roma santa e dannata
“Si dimise dal partito fascista per le leggi razziali. Quando Mussolini costituì la Repubblica Sociale chiamò i vecchi socialisti e i dannunziani, e mio padre ritenne di rispondere. Cadde il fascismo e fu arrestato, accusato di collaborazionismo con i nazisti. Io e miei tre fratelli abbiamo vissuto un periodo di completa indigenza fino a quando una coppia di ebrei andò spontaneamente davanti al giudice a testimoniare che mio padre li aveva nascosti in un casale di campagna. Mamma andò da Togliatti e dopo sei giorni papà fu scarcerato. Era Ferragosto”.
giorgio assumma milly carlucci
Cosa le ha insegnato?
“Mi ha inculcato l’idea che nella vita il lavoro riesce a santificare ogni nostra azione se fatto con impegno diligenza a profondità. E a focalizzare ogni problema. Noi quattro fratelli abbiamo seguito questo suo indirizzo nelle rispettive professioni. In famiglia siamo tutti carabinieri, medici o avvocati. Io sono stato prima carabiniere, poi avvocato”.
Mai pensato di fare altro?
“Ah sì, all’inizio volevo fare il regista cinematografico. Ma chiesi un parere a un parente che era un importante industriale del cinema, che mi spiegò: ‘Hai un carattere indipendente, devi soggiacere alle imposizioni del produttore e del finanziatore. Fai altro’”.
Grazie al suo lavoro ha creato una famiglia allargata nello spettacolo: legatissimo a Baudo, Costanzo, amico di Proietti, Dalla, Morricone.
“Tutti gli artisti sono venuti come clienti, sono diventati amici e poi famiglia. Le foto le tengo tutte attorno, non posso staccarmi né dai vivi, né da chi non c’è più: Gigi Proietti, Pino Daniele giovanissimo, mi scrisse una dedica: ‘A Giorgio, mio padre spirituale’. Poi c’è Renato Zero: ‘Pensandoci su, non avrò altro io all’infuori di te’. E’ unico”.
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Con Roberto D’Agostino vi confrontate sul potere, dice di temerlo. Ma lei è un uomo di potere.
giorgio assumma e aurelio de laurentiis
“Io ho sempre avuto paura del potere. Salvo la carica di presidente della Siae, eletto all’unanimità dall’assemblea dei soci, l’ho sempre tenuto a distanza. Porta a sentirsi sicuri di sé, se esercitato a lungo. Io rifletto su tutto”.
Democristiano, ma ha votato anche Msi. Che percorso ha fatto?
“Quando ero giovanissimo, finita la guerra, entrai in un raggruppamento. Eravamo adolescenti e certo non eravamo nostalgici. Non riuscivamo a capire come in Italia, fino al 25 luglio 1943, il parroco, i maestri, i professori ci dicevano che Mussolini era il figlio della Provvidenza. E dopo, le stesse persone erano occupate a dirci che tutti i guai venivano da lui. Volevamo capire e in verità non lo abbiamo capito. Più avanti, all’università, ho capito che la Dc era il partito dell’equilibro”.
roberto d agostino riccardo panzetta giorgio assumma foto mezzelani gmt005
Ha mai sofferto di ansia?
“Sì, specie i primi tempi della professione, per questa qualità di dubitare. Non ero sicuro di aver fatto il mio dovere. L’ansia va presa a piccole dosi. Per prevenirla a 20 anni ho fatto il paracadutista: dopo i primi due lanci, mi sentivo il padrone della terra”.
E’ vero che si è lanciato anche a 80 anni?
“Sì, abbracciato all’istruttore”.
Sua moglie Maretta Scoca, anche lei avvocato, scomparsa nel 2018, è stata determinante nella sua vita. Vi confrontavate su tutto?
“Andai a una festa, con la presenza dei genitori, allora si usava così, e si presentò una ragazzina. Io che ero seduto, vedo questo sguardo sorridente. Portava ancora il cappottino: la invitai a ballare un valzer francese. Dopo quel valzer, siamo vissuti uno per l’altra. Abbiamo avuto due figlie, condiviso la vita, ci siamo divertiti sempre. Dopo un weekend a Parigi, ci mettemmo a riflettere che la città era piena di bandiere sui palazzi. Fece lei la proposta di legge per esporle anche da noi. Enzo Biagi scrisse: ‘Il tricolore è donna’”.
Due figlie femmine, una nipote che porta il suo nome. Meglio come padre e come nonno?
“Giorgia è laureata a Cambridge in Storia e Filosofia, scriveva poesie da piccola. Ci chiamiamo ogni giorno e ricapitoliamo cosa abbiamo fatto nella giornata. Sicuramente sono meglio come nonno. Prima ero troppo occupato a fare la professione, mi sono trovato di fronte a due figlie ormai grandi. La mattina mi alzo e ringrazio il Signore, dalla vita ho ricevuto molto di più di quanto avessi sperato”.
Come si arriva a 90 anni così?
giorgio assumma e dago roma santa e dannata.
“Non lo so, sono nipote di una nonna che è morta a 101 anni bevendo un bitter. Cammino anche due ore tutti i giorni. Il pensiero si libera, giro con un block notes e arrivo al Colosseo. Il problema non è arrivare, ma tornare indietro. Per evitare di essere colto dalla pigrizia e tentato di prendere un taxi, giro senza carta di credito e senza soldi. Anche senza cellulare”.
Ma non è prudente.
Grande risata. “Vabbè, è un modo per vivere piccole avventure”.
renzo arbore giorgio assumma
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