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Barbara Costa per Dagospia
Se il tuo uomo sparisse per giorni, e si ripresentasse da te una sera, a casa, in compagnia di un travestito indio-messicano, alto, moro, e ti proponesse un rapporto a tre, e non solo di sesso, ma di convivenza, tu, che faresti? Barbara Hodes, giornalista di moda, se l’è data a gambe, ma non prima di avere preso a schiaffi e mandato al diavolo il moro travestito, ma di più il suo uomo che era una rockstar ed era Lou Reed che, se nel 2013 non ci avesse lasciato, questo 2 marzo avrebbe compiuto 80 anni.
Ogni compita biografia lo riporta, che Lou Reed era bisex, e da adolescente fu sottoposto a elettroshock per volere dei suoi genitori che in tal modo pensavano di ricondurlo etero. Impossibile risanare il sano in un Lou Reed che per lunghi periodi etero lo è pure stato, e completamente, e si è pure etero-sposato (più volte) smettendo di “conferire dignità e poesia a eroina e speed, a sadomasochismo e omosessualità, e suicidio e misoginia”, per mettersi in pantofole, sul divano, a ingrassare.
Sì, ma questo dopo, negli anni '80, non nel 1974 quando si è innamorato e ha convissuto pubblicamente e mediaticamente con Rachel, ex detenuto e ex prostituto e ex parrucchiere che si vestiva da donna e sotto e in tutto rimaneva un uomo, all’anagrafe registrato Richard Thomas Humphreys.
Una vera storia d’amore, iniziata con Lou che abborda Rachel all’ "82Club", locale notturno del Greenwich Village, e se la porta a casa per del sesso a tre mancato finito a rissa con la fidanzata ufficiale soppiantata da Rachel. Una storia d’amore pubblica, con Rachel che dorme nuda, gira per casa nuda, e apre la porta a chiunque – giornalisti compresi – nuda. Rachel che non sa chi è Lou Reed prima di mettersi con Lou Reed, e che appare con Lou Reed in interviste e in posati sui giornali (iconici gli scatti di Mick Rock, con le mani di Rachel chiuse a possesso sul pube di Lou), ritratta avanti e retro sul disco-zombie di Reed "Sally Can’t Dance", e nei ringraziamenti di "Rock and Roll Heart".
Rachel è musa di Reed nell’intero "Coney Island Baby". Rachel è la donna di Reed sebbene portasse la barba, avesse un pene, si vestisse da donna ma non fosse femminile nella voce e nei gesti. Rachel è la sua donna col corpo di un uomo, compagna silenziosa, che non chiede niente se non la sua presenza. E Rachel è anche la sua compagna di droghe. Prima di far sesso si calano speed che “è un afrodisiaco potentissimo, che ti fa andare avanti per ore. Esalta il tatto. Puoi resistere a far sesso a lungo senza venire”.
Rachel sopporta e ricambia crisi di nervi e allucinazioni: ogni giorno, Rachel e Lou si fanno di metamfetamine, bollendo le pillole in acqua da aspirare e iniettarsi appena diventa gialla: “Ti esplode la testa a ogni buco. Non mangi mai, né dormi mai. Sei iperteso. Perdi peso. Vai in totale paranoia”. Le metamfetamine scivolano nei testi di Coney Island, insieme a ogni eccesso chimico, e Lou da tempo sul palco, prima di cantare "Heroin" estrae una siringa, stringe il filo del microfono intorno al braccio, e lì mima di farsi.
Da manager, Rachel segue Lou in tournée: Lou, alla fine di ogni concerto, piange a dirotto, a scarico di stress e tensioni. Angoscia che in Italia tocca l’apice col pubblico che lo insulta “sporco ebreo decadente”, e gli tira viti e cacciaviti. In Francia uno spettatore quasi lo accoltella. A Londra uno arriva a morderlo. In un’altra aggressione, è la stessa Rachel a intervenire, armata di pugnale.
Per un periodo, a New York, Lou e Rachel vivono in una suite al Gramercy Park Hotel, pagata dalla casa discografica. A gennaio 1976 si trasferiscono in un grattacielo nell’Upper East Side, con il loro universo di speed, Malboro, e gelato al caffè. Rachel non batte ciglio davanti all’attrazione di Lou per la morte, né davanti alla sua collezione di foto di assassinii atroci, teste scoppiate da colpi di pistola in bocca, né davanti alla passione di Lou per le riviste porno-gay.
A fine 1976, Rachel è pestata in strada, e Lou chiama Andy Warhol perché non sa cosa fare. La cura un dottore mandatogli da Keith Richards. Dopo di questo, Lou ritorna “a far l’insetto”, cioè riparte a "setacciare" i bassifondi. Ad aprile 1977, Rachel va via di casa dopo un litigio. Torna dopo 48 ore. A inizio 1978 non stanno più insieme, Lou ha già conosciuto Sylvia, una messicana somigliante a Rachel, che sposa il 14 febbraio 1980.
La fine dell’amore con Rachel riempie "Street Hassle" di veleno e autodistruzione: “L’amore se n’è andato/ portandomi via gli anelli dalle dita/ e non c’è più niente da dire”. E infatti Lou non parlerà mai più di Rachel, rompendo i rapporti con chiunque gli chieda di lei. Ma critici musicali scorgono Rachel nei successivi "Dirty Boulevard", "Halloween Parade", e dicono sia lei la Rita di "Magic And Loss".
Contro il parere di Reed, la RCA pubblica il best "Walk On The Wild Side", con in copertina delle polaroid di Lou e Rachel. Ha scritto Lester Bangs: “Se il disco "Berlin" fosse fuso e rimodellato in forma umana, sarebbe quella creatura”.
Rachel muore di Aids il 30 gennaio 1990 al St. Clare’s Hospital di New York. Ha 37 anni. Mai ha parlato o si è fatta la minima pubblicità sulla sua storia con Lou Reed. Non si saprà più niente di lei fino al 2018, quando il "New York Times" la ritrova sepolta – col suo nome al maschile – in una fossa comune a Hart Island.
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