antonella viola

"GLI ABUSI SESSUALI IN CORSIA? ANCHE IO SONO STATA MOLESTATA” – L’IMMUNOLOGA ANTONELLA VIOLA E IL ME-TOO DEI CAMICI BIANCHI: “NON È AMMISSIBILE CHE ALCUNI UOMINI NON SI RENDANO CONTO DEL LIMITE. QUANDO ERO RICERCATRICE UN PROF MI RICATTÒ: 'SE NON VIENI A TROVARMI NEL MIO UFFICIO, TI COMPLICHERÒ LA VITA'. UN’ALTRA VOLTA ERO ALL’ESTERO. ANCHE LÌ UN SUPERIORE MI FECE UN’AVANCE SOTTO FORMA DI RICATTO..."

Elena Dusi per “la Repubblica” - Estratti

 

antonella viola al salone del libro

«Posso raccontare due episodi diretti di molestia sessuale. Molti altri mi sono stati riferiti perché mi occupo di problemi di genere nella mia università». Antonella Viola, oggi immunologa di fama e professoressa di Patologia generale nell’ateneo di Padova, non fece in tempo a mettere piede nel mondo della ricerca che subì il primo ricatto.

 

“Repubblica” ieri ha reso noti i dati dell’associazione Women in surgery sulle molestie sessuali subite dalle donne chirurgo. Abusi così diffusi la sorprendono?

«È un’esperienza abbastanza comune purtroppo. Anche a me, da ricercatrice, è capitato».

antonella viola

 

Cosa avvenne?

«Subito dopo la laurea in Biologia, proprio durante l’esame di ammissione al dottorato di ricerca. Un professore ordinario cercò in ogni modo di mettermi in difficoltà con le domande. Vinsi il dottorato lo stesso e dopo qualche giorno lui mi chiamò nel suo ufficio. Come vedi posso renderti la vita complicata, disse, ma se prendi l’abitudine di passare dal mio studio tutti i tuoi problemi si risolveranno».

 

Cosa fece?

«Mi colse alla sprovvista. Avevo 22 anni e trent’anni fa non c’era nemmeno coscienza di questioni simili. L’unica cosa che mi venne in mente, ed è la stessa che consiglierei a una studentessa oggi, fu parlare con un professore di cui mi fidavo, quello della tesi. Lui mi promise che avrebbe discusso con il collega e per fortuna tutto si appianò. Non ebbi più a che fare con quel docente, ma ripensandoci oggi con il mio carattere avrei potuto denunciarlo. Il ricatto sessuale è un reato».

antonella viola

 

Cosa le raccontano invece le studentesse di oggi?

«Sono nel direttivo del Centro Elena Cornaro per le questioni di genere dell’Università di Padova. Le studentesse lamentano di continuo episodi simili: ricatti sessuali da parte dei docenti e minacce di ritorsioni contro la loro carriera. Nessuna però denuncia. Si limitano a parlarne in forma anonima».

 

Perché?

«Paura. Le ritorsioni contro la carriera sarebbero a quel punto certe. Ci sarebbero ripercussioni sulla loro reputazione. Nessuna sceglie di andare fino in fondo».

 

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Oltre alle studentesse, parlando con le sue colleghe sono mai emersi episodi?

«Una volta ebbi occasione di confrontarmi con un collega uomo accusato di molestie. Candidamente mi fece vedere il telefono con i messaggi che mandava alle sue collaboratrici. C’erano allusioni pesanti, alcune a ore tarde della sera. Gli chiesi: ma sei pazzo? Rispose che le sue erano solo battute in amicizia. Poteva essere benissimo in buona fede, ma non è ammissibile che alcuni uomini non si rendano conto del limite. Qui il ricatto o il potere non c’entrano. È un problema più generale di cultura, di mancanza di sensibilità».

ANTONELLA VIOLA

 

Ha altre esperienze in proposito?

«Avevo ricevuto un premio e lo scienziato italiano che mi presentò disse così: noi che la conosciamo da quando era ragazza e girava per l’università di Padova facendoci innamorare tutti, non avremmo mai pensato che una donna così bella sarebbe diventata anche una grande scienziata. Quando gli fecero notare che non era stata una frase felice cadde dalle nuvole: ma perché? Ho solo detto che è bella e brava».

 

Agli studenti capita di prendersi delle libertà eccessive con voi?

«Quando distribuivamo agli studenti il questionario per la valutazione del corso qualche complimento qua e là spuntava. Ma sono cose del passato, ora non mi succede più. Anche perché i ragazzi oggi sono molto più sensibili. Episodi comuni con uomini di 60 o 70 anni non accadono con trentenni o quarantenni. Dei passi avanti ci sono stati».

 

Ha detto di aver subito due episodi di molestie. Il secondo?

ANTONELLA VIOLA

«Stavolta ero all’estero, in Europa. Non dirò il Paese altrimenti sarebbe troppo facile risalire al nome. Anche lì un superiore mi fece un’avance sotto forma di ricatto. Nonostante avessi già fatto passi avanti come ricercatrice, mi ritrovai paralizzata. Provai a parlarne con qualche collega, ma capii che sarei stata io a pagare il prezzo della battaglia. Allora scelsi di fare le valigie e tornai in Italia».

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