25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA…
da “Il Corriere della Sera”
MARCO E AFEF TRONCHETTI PROVERA SERATA CALENDARIO PIRELLI
Ci torna? «Ma quella è casa mia. Non mi si può chiedere di non tornarci. Mi hanno chiamato disperati da Hammamet, i negozianti piangono, si sentono senza futuro. Mia moglie era là fino alla settimana scorsa, i primi giorni del Ramadan, e ieri mi ha detto: ma perché non ci hanno avvertito che c’era pericolo? Perché bisogna avere fiducia proprio quando non è facile averla».
Stessa spiaggia, stesso mare: Bobo Craxi parte fra qualche giorno. «L’Isis ha ordinato di stanare gli occidentali nelle loro case…», dice un po’ preoccupato, sapendo che per molte ragioni il suo è uno degli indirizzi più conosciuti: «Lo choc è forte, fa tristezza vedere cose che cinque anni fa erano impensabili. Ma dopo Ben Ali hanno smantellato tutti gli apparati di sicurezza, il lassismo si paga. Anche se non è il momento delle analisi: a Tunisi parlano di legge marziale, si vuole evitare che il Sud cada nell’anarchia. Sarà doloroso. E non si storca il naso, se tornano certe vecchie pratiche…».
#questestatevadointunisia. Per tre mesi, l’hanno twittato in tanti. Celeb, politici, blogger. Quanti sono disposti a ritwittarlo ora? I mille turisti rimasti a Sousse, nonostante 15 charter pronti all’evacuazione. O Bernard-Henri Lévy, che scrive «non abbiamo paura, la barbarie non vincerà». O Afef, il volto della Tunisia in Italia: «Ma certo che non ho paura! Ero lì due giorni fa e continuo a dirlo: andate in Tunisia. So bene che questi terroristi sono tunisini: anche nella mia famiglia si racconta di quel figlio d’amici che è partito per la Siria, di quell’altro che sembrava tanto carino e invece… Ma questa è una tragedia sociale che ci colpisce tutti, il Paese è solo una vittima.
Quando mi dicono “eh, però, questi islamici…”, ormai cambio discorso: che c’entra l’Islam, con musulmani che ammazzano altri musulmani? Essebsi faccia leggi speciali, metta la pena di morte. Va benissimo: questi fanatici li devi togliere dalla faccia della terra».
Ma basta la polizia? «Questo è il primo passo. Poi serve altro. Io vado spesso a Hergla, vicino a Sousse. Un posto di salafiti. Mi guardano male, perché mi occupo di sociale e d’un campus dell’Inter. Però ci giocano 200 ragazzini e anche alcune ragazzine, col velo, che strappiamo alle madrasse…».
Aiutarli per salvarli. Giorgio Fanfani, figlio d’Amintore, altro cognome famoso di Tunisi: «Aiutarli, ma restando qui. Mi fanno ridere i francesi che scappano. E per dove? Per la Francia di Charlie Hebdo? Nel 1978 noi italiani eravamo messi peggio, ma tenemmo duro. Questo è l’unico dei 53 Paesi musulmani che ha una democrazia diretta, va sostenuto in modo concreto: se anche l’Italia facesse di più, invece di buttare i soldi in progetti di cooperazione lontani…». Nessuna paura? «Oggi vado in spiaggia con mia figlia e i tre nipotini. Ho prenotato l’hotel proprio da quelle parti. Non vedo perché devo darla vinta a questi qui…».
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