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CHI SONO GLI ORGANIZZATORI DEL RAID ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA”? L’ATTENZIONE È PUNTATA SUL COLLETTIVO UNIVERSITARIO AUTONOMO DI TORINO, VICINO AL CENTRO SOCIALE ASKATASUNA - IL VIMINALE VUOLE VERIFICARE SE CI SIANO STATE FALLE NELLA GESTIONE DELL’ORDINE PUBBLICO E NELLA CATENA DI COMANDO, GUIDATA DAL QUESTORE PAOLO SIRNA, CHE POSSANO AVER FAVORITO L’ASSALTO PRO PAL – A ROMA DOPO LO SFREGIO FUORI DALLA SINAGOGA DI MONTEVERDE (SI INDAGA PER ODIO RAZZIALE), IERI È COMPARSA UN’ALTRA SCRITTA, A DUE PASSI DAL TEMPIO MAGGIORE: “EBREI SIONISTI, CANCRO DEL MONDO”

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Rinaldo Frignani per il "Corriere della Sera" - Estratti

 

assalto dei manifestanti pro palestina alla redazione della stampa, a torino 8

L’indagine è duplice. La prima per capire chi davvero siano gli organizzatori del raid alla redazione del quotidiano La Stampa del 28 novembre scorso a margine del corteo indetto per lo sciopero generale (anche dei giornalisti) contro l’espulsione dell’imam Shahin.

 

La seconda, del Viminale, per verificare se ci siano state falle nella gestione dell’ordine pubblico e nella catena di comando guidata dal questore Paolo Sirna che possano in qualche modo aver favorito l’assalto pro Pal.

 

L’attenzione di chi indaga, dopo l’identificazione di 36 persone per l’irruzione nella sede del giornale del Gruppo Gedi, è puntata sulla rivendicazione social del Collettivo universitario autonomo di Torino, che ha giustificato l’azione con «la spontaneità della rabbia accumulata in due anni di bugie» che «si sfoga nella redazione, senza che nessuno si faccia male o che avvengano azioni eclatanti».

assalto dei manifestanti pro palestina alla redazione della stampa, a torino 10

 

Il Cua viene ritenuto molto vicino al centro sociale Askatasuna, per il quale all’indomani del raid il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sollecitato la chiusura in quanto «fonte costante di aggressione e violenza», mentre il suo collega dell’Interno Matteo Piantedosi ha sottolineato come molti degli identificati siano «affiliati ad Askatasuna, che è ormai un serio problema per la città di Torino».

 

(...)

Uno scenario ad alta tensione — nel quale si inserisce la bagarre politica con la richiesta al Comune di Torino di sciogliere il patto con Askatasuna per la gestione dello spazio occupato di corso Regina Margherita — che si aggiunge a quello romano dopo l’imbrattamento della targa dedicata alla memoria del piccolo Michael Stefano Gaj Taché, ucciso nell’attentato del 1982 dei terroristi palestinesi, fuori dalla sinagoga di Monteverde. Ieri è comparsa un’altra scritta, questa volta a due passi dal Tempio Maggiore sul lungotevere: «Ebrei sionisti, cancro del mondo», accompagnata da una stella di David e da una svastica.

 

scritte sui muri della sinagoga di monteverde a roma

Sul primo episodio il procuratore capo Francesco Lo Voi ha aperto un fascicolo contro ignoti per danneggiamento aggravato dall’odio razziale, mentre la Digos cerca due ragazzi che domenica scorsa potrebbero aver preso parte al corteo del Collettivo Monteverde antifascista, che si è dissociato dal raid esprimendo solidarietà alla Comunità ebraica.

Al vaglio le immagini della manifestazione per identificare la coppia, che avrebbe agito in autonomia: si confrontano scarpe, felpe e giubbini indossati dai due incappucciati che, dopo l’imbrattamento e le scritte pro Pal, si sarebbero fermati a fotografare il muro del centro ebraico prima di fuggire.

scritte sui muri della sinagoga di monteverde a romaassalto dei manifestanti pro palestina alla redazione della stampa, a torino 1assalto dei manifestanti pro palestina alla redazione della stampa, a torino 4assalto dei manifestanti pro palestina alla redazione della stampa, a torino 2assalto dei manifestanti pro palestina alla redazione della stampa, a torino 9LA REDAZIONE DELLA STAMPA DOPO IL PASSAGGIO DEI PRO-PAL