DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
donald trump alla convention della nra1
«Trump e Giuliani mi hanno chiesto di violare il giuramento di fedeltà alla Costituzione». È rotta da commozione e rabbia, la voce dello Speaker della Camera dell'Arizona Rusty Bowers, quando lancia questa drammatica accusa contro l'ex presidente.
Poco dopo, alle audizioni della Commissione d'inchiesta della Camera sull'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, testimonia il segretario di Stato della Georgia Brad Raffensperger, aggiungendo che «Trump ha perso le elezioni in maniera chiara e legale, perché 28mila repubblicani hanno rifiutato di votarlo. Ma invece di accettare il risultato, ha premuto su di me affinché gli trovassi schede inesistenti per farlo vincere».
il segretario di stato della georgia brad raffensperger evacuato
La giornata di ieri potrebbe passare alla storia come il momento della svolta, nella campagna per incriminare Trump e impedirgli di ricandidarsi alla Casa Bianca.
Bowers ha denunciato le pressioni di Trump, Giuliani e i loro alleati, come la moglie del giudice della Corte Suprema Thomas, Ginni, per rovesciare il risultato. «Volevano che cambiassi retroattivamente le leggi, per consentire al Parlamento dell'Arizona di nominare un gruppo di grandi elettori alternativo a quello determinato dal risultato di novembre. Mi sono rifiutato. Non ho mai detto a Trump che aveva vinto, mente».
Raffensperger, segretario di Stato della Georgia e quindi responsabile delle elezioni, ha ricordato che «Trump mi ha chiamato e ha detto: "Voglio che mi trovi 11.780 voti, cioè uno in più di quelli che abbiamo"», e così scavalcare Biden. Il suo assistente Gabriel Sterling ha aggiunto: «Ha incitato le violenze, io e mia moglie abbiamo ricevuto minacce di morte». La Commissione ha poi rivelato che il senatore del Wisconsin Johnson aveva offerto a Pence grandi elettori falsi.
Queste testimonianze erano fondamentali per almeno due motivi. Il primo era demolire la linea difensiva usata finora da Trump, allo scopo di evitare che la Commissione d'inchiesta trasferisca al dipartimento della Giustizia le informazioni raccolte finora, per incriminarlo. L'ex presidente potrebbe essere accusato di aver ostruito i lavori del Parlamento e cospirato per la sedizione. Per sostenere questa linea, però, i procuratori dovrebbero provare la sua malafede, dimostrando che sapeva di aver perso regolarmente contro Biden.
Trump sembra orientato a difendersi sostenendo che era convinto che le elezioni fossero state rubate, e quindi non aveva l'intenzione di violare la legge, ma piuttosto di difenderla. Dalla conversazione con Raffensperger e le pressioni su Bowers, si capisce invece che sapeva di aver perso, e quindi stava cercando di ostruire il Congresso in malafede. Ciò potrebbe convincere il segretario alla Giustizia Garland ad incriminarlo.
Il secondo motivo è l'inchiesta già aperta in Georgia sulle pressioni fatte su Raffensperger, che secondo esperti legali come l'ex procuratore del Watergate Nick Akerman rappresentano il reato per cui l'ex presidente rischia di più.
Primo, perché l'intento di violare la legge è evidente, nel momento in cui sollecita il segretario di Stato a trovargli un voto in più di Biden. Secondo, perché la prova è contenuta nella telefonata registrata, quindi è inconfutabile e non può essere modificata durante un eventuale interrogatorio in aula. Nella Fulton County la procuratrice Fani Willis ha già creato un Grand Jury a cui presentare le prove, e ora potrà usare anche quelle raccolte dalla Commissione d'inchiesta della Camera per incastrare Trump.
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