GREENPEACE FATTO NERO - IL BLITZ DEGLI ATTIVISTI ROVINA I DISEGNI DI NAZCA - IL PERÙ DENUNCIA GLI AMBIENTALISTI ALL’UNESCO: “NON È UN ATTO DI IRRESPONSABILITA’ MA UN VERO E PROPRIO DELITTO”

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Filippo Fiorini per “la Stampa

 

Per disegnare gli enormi animali rappresentati dalle Linee di Nazca, i sacerdoti di questa antica civiltà del Perù fecero una bozza in miniatura, la ingrandirono in scala con delle corde e dei picchetti e poi fecero a camminare in fila decine di persone per tracciare i contorni sul terreno polveroso.

SCRITTA GREENPEACE NAZCASCRITTA GREENPEACE NAZCA

 

Se ne avessero tenuto conto anche gli attivisti di Greenpeace, che questa settimana hanno steso sopra le delicatissime Linee i caratteri cubitali di un messaggio contro l’inquinamento, forse non avrebbero danneggiato un luogo sacro con più di duemila anni di storia. 
 

L’azione 
Gli attivisti sono entrati senza autorizzazione nel parco, patrimonio dell’Unesco dal 1994, e hanno camminato senza indossare le scarpe di sicurezza (dotate di suole morbide e ampie, che distribuiscono il peso oltre la pianta del piede). E, visto che loro stessi hanno rivendicato l’azione, ora non gli resta che affrontare le accuse di «attentato contro un monumento archeologico» che gli sono state imputate, e la rabbia di una nazione indignata davanti alla prospettiva di un danno irreparabile.
 

Tutto è cominciato poco prima dell’alba di martedì scorso. Nel giorno d’apertura della XX Conferenza Onu sui mutamenti climatici, in corso a Lima senza finora accordi significativi, dodici ambientalisti hanno steso le 44 lettere che formano in inglese la frase: «È ora di cambiare! Il futuro è rinnovabile.

 

Greenpeace» su una superficie più o meno equivalente a quella dello stesso colibrì. Mentre i social network riproducevano le immagini dell’azione, a cui avrebbe partecipato anche un italiano, arrivava la prima presa di posizione ufficiale del governo peruviano in quella che sarebbe poi diventata una escalation.
 

ATTIVISTI DI GREENPEACEATTIVISTI DI GREENPEACE

«Un delitto» 
Il sottosegretario alla Cultura ha diffuso una foto in cui si evidenziava in rosso l’antico sentiero principale e le decine di altri camminamenti minori che Greenpeace aveva lasciato sul sottile strato di sabbia che ricopre i dintorni delle Linee.

 

Di lì a poche ore, il ministro della Cultura Diana Alvarez ha detto: «Questo non è un atto d’irresponsabilità, ma un vero e proprio delitto», e ha denunciato ufficialmente all’Unesco l’entità dei «gravi danni» causati da militanti di Greenpeace nel sito. In una lettera afferma che esperti del suo dicastero «hanno ispezionato la zona, confermando i gravi danni causati intorno al geoglifo del Colibrì, su un’area di 1.600 metri quadri: il cammino è stato rovinato in modo irreparabile».
 

Il procuratore Velia Begazo ha chiesto «da tre a sei anni» per gli attivisti coinvolti e il presidente Ollanta Humala ha affermato che il loro gesto «contiene un messaggio esplicito, che è quello che tutti abbiamo letto, e uno implicito: la mancanza di rispetto verso il passato del nostro popolo».
 

ALTOPIANO NAZCAALTOPIANO NAZCA

Le scuse 
A poco sono servite le scuse pubbliche e l’arrivo in Perù del direttore esecutivo dell’organizzazione, il sudafricano Kumi Naidoo. Alla sua offerta di «fare il possibile per risolvere la situazione», ha risposto lo stesso ministro Alvarez con un secco messaggio: «Lo Stato accetta le scuse, ma il procedimento giudiziario va avanti».
 

È proprio nel groviglio burocratico del procedimento che è nato il primo intoppo nella punizione esemplare che migliaia di peruviani vorrebbero. Nello stesso pomeriggio di ieri, quando il sito di Nazca riceveva il sopralluogo del Presidente e di altri funzionari, la maggior parte dei militanti ambientalisti lasciava il Perù in aereo, una volta «scampata» la carcerazione preventiva che era stata inizialmente proposta.
 

Ora le speranze di un processo in presenza degli imputati sono appese alle lungaggini di un’eventuale richiesta d’estradizione, ed è probabile che anche questo atto vandalico contro l’opera millenaria del popolo Nazca resti impunito. Nella storia i danneggiamenti di quest’area sono stati molteplici. Uno su tutti, la costruzione della statale Panamericana Sud, che taglia metà il grande geroglifico della lucertola.