vivere sotto una cupa minaccia ponte morandi genova

SI CHIAMA “VIVERE SOTTO UNA CUPA MINACCIA” IL REPORTAGE DI MICHELE GUYOT BOURG SULLE CASE DEI GENOVESI NEGLI ANNI ’80, DIVENTATO VIRALE DOPO IL CROLLO DEL PONTE MORANDI: “HO ESPOSTO QUESTE FOTO OVUNQUE TRANNE CHE A GENOVA” - “CAMMINAVO SOTTO UNO DI QUESTI PONTI, PASSÒ UN CAMION E PENSAI CHE STESSE VENENDO GIÙ TUTTO. QUI LE AUTORITÀ NON HANNO MAI VOLUTO ESPORLE” (CHISSÀ PERCHÉ…)

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vivere sotto una cupa minaccia il reportage di michele guyot borg sul ponte morandi di genova 8

Il reportage fotografico di Michele Guyot Bourg intitolato “Vivere sotto una cupa minaccia”, è stato esposto in tutta Italia ma sempre rifiutato dalla città di Genova.

 

Federica Seneghini per il “Corriere della Sera”

 

«Erano gli anni 80. Camminavo sotto uno di quei ponti, passò un camion e io pensai che stesse venendo giù tutto tanto era forte il rumore». Quel giorno Michele Guyot Bourg ebbe l' idea che l' avrebbe impegnato per 4 anni.

 

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Fotografare tutti quei genovesi che vivono con ponti e viadotti sopra la testa. «Li avevo segnati sul Tuttocittà, il Morandi e tutti gli altri». Ha 88 anni, l' accento genovese, la voce orgogliosa.

 

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Perché quegli scatti che 30 anni fa gli costarono molta fatica in questi giorni sono stati condivisi su Facebook oltre 45 mila volte. «Fotografavo solo il weekend perché lavoravo in banca».

 

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La sera tornava a casa e stampava nella camera oscura allestita in bagno, con la moglie che gli gridava «È pronto!» all' ora di cena. «Entrare in queste case non è stato facile. Questa coppia l' ho convinta dopo 6 mesi», dice indicando lo scatto di un signore che legge il giornale in cucina.

 

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La finestra è aperta e fuori, vicinissimo, c' è il Morandi. La moglie è sul terrazzo a stendere. E il ponte ce l' ha proprio sopra la testa. «Ho esposto queste foto ovunque, tranne che a Genova. Qui le autorità non le hanno mai volute».

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