amy winehouse big

"HO INIZIATO A BERE WHISKY A 12 ANNI" – È STATO PUBBLICATO UN VECCHIO AUDIO DEL 2003 IN CUI AMY WINEHOUSE RACCONTA LA SUA DIPENDENZA DALL'ALCOL: "AMO IL JACK DANIEL'S. LO ADORO, È BUONISSIMO. BEVO TUTTI I GIORNI" - LA CANTANTE È MORTA GUARDANDO SE STESSA. HA PASSATO L'ULTIMA NOTTE DELLA SUA VITA DAVANTI AL COMPUTER, IPNOTIZZATA  DAI VIDEO DELLE SUE CANZONI SU YOUTUBE, E BEVENDO VODKA. COSÌ TANTA CHE IL SUO CORPO, GIÀ MARTORIATO DALLA BULIMIA E DAL VOMITO AUTOINDOTTO, NON È STATO IN GRADO DI REGGERE...

 

Riccardo De Palo per www.ilmessaggero.it

 

amy winehouse foto di bryan adams

A dieci anni esatti dalla morte di Amy Winehouse, avvenuta il 23 luglio 2011 per un avvelenamento da alcol, spunta una registrazione audio della grande interprete soul, che ammette la gravità della sua dipendenza.

 

«Ho cominciato a bere whisky a 12 anni e non ho più smesso da allora», dice la cantante nel nastro ottenuto dal tabloid “Sun”. La registrazione risale al 2003, poco dopo la pubblicazione dell’album “Frank”.

 

«Amo il Jack Daniel's. Lo adoro, è buonissimo. Bevo tutti i giorni, ma non sempre Jack Daniel's. Ma l’ho bevuto per qualcosa come otto anni.

 

Succede quando sei giovane e vuoi essere un po’ più sbronzo di chiunque altro, e bevi whisky. Si sa come succede, quando sei una ragazzina». Nell'audio, Amy ammette anche di avere un debole per la vodka.

 

Amy Winehouse

La rivelazione arriva a una settimana dalle dichiarazioni del padre di Amy, Mitch, che aveva auspicato che la figlia fosse ricordata per i suoi successi, e per le iniziative benefiche organizzate in suo onore. La sua missione, aveva detto sempre al “Sun”, sarebbe stata di assicurarsi che la gente ricordasse sempre Amy «per il talento, la generosità e l’amore che aveva dimostrato a tutti noi, e non soltanto per i suoi problemi, le dipendenze».

 

I genitori della cantante, Mitch e la madre Janis, hanno fondato anni fa la Amy Winehouse Foundation, che ha proprio l’obiettivo di combattere l’abuso di sostanze tra i giovani. Tra le iniziative messe in campo dalla fondazione, la Amy's Place, un rifugio in cui vengono ospitate sedici giovani donne alla volta, per aiutarle nel percorso di riabilitazione e reinserimento nella vita quotidiana.

 

Le royalties dei diritti d’autore coprono in larga parte le necessità dei genitori e della loro iniziativa benefica, perché le canzoni di Amy Winehouse continuano ad essere molto apprezzate e ascoltate. Tuttavia, ha precisato Mitch, «darei indietro fino all’ultimo penny, pur di riavere indietro mia figlia».

 

Amy Winehouse con la madre e il padre

Amy Winehouse è cresciuta in una famiglia ebraica, Mitch era tassista e la madre Janis farmacista. La coppia divorziò quando la futura cantante aveva dieci anni, nel 1993. Amy diventò presto una ribelle, e si racconta che arrivò a forarsi il naso da sola per mettersi un piercing.

 

Tra le iniziative per ricordare la cantante a dieci anni dalla morte, c’è anche un documentario che andrà in onda sul secondo canale della Bbc, “Reclaiming Amy”, in cui intervengono anche i genitori. Una stilista amica dell’artista ricorda: «Sentivi di dover prenderla con te e portarla al sicuro da qualche parte, ma sarebbe stato come afferrare un gatto selvatico: ti avrebbe graffiato via gli occhi».

 

Niccolò Agliardi per “Il Messaggero”

 

Amy Winehouse con la madre 3

Ricordare Amy per la sua voce magnetica. Ricordare Amy per i suoi eccessi. Ricordare Amy perché è entrata di diritto nel Club 27 (che, per chi non lo sapesse, è l'elenco funesto di star che se n'è andato prima del 28esimo compleanno).

 

Lo abbiamo fatto per dieci anni, quelli della sua assenza e continueremo a farlo perché Amy Winehouse con due soli album, Frank e Back to Black, cinque Grammy e un'esistenza fulminea e disperata, è stata un talento esplosivo ed è ancora una delle voci più belle di sempre.

 

Amy Winehouse da bambina

Dopo dieci anni, però, possiamo permetterci di andare oltre la commemorazione e provare a fare un'ipotesi sul perché il suo cuore, come un torsolo, è stato buttato drammaticamente oltre l'ostacolo. Quando il clamore del successo, le sirene delle fama, l'inganno della notorietà sono sganciate dall'anima, dalla vita interiore di chi ne è vittima, l'unica cosa da fare è prepararsi all'ammaraggio.

 

IL GIULLARE

Rannicchiarsi su se stessi e stare a vedere se si sopravvive ammaccati o se si muore. Quel demone travestito da giullare, truccato da sciantosa, mistificato da gigolò, che per brevità chiamiamo successo, è tra gli assassini più infidi. Altera la realtà dei fatti, anche quella della sua stessa vocazione. Non significa nulla, infatti, provare a rimanere se stessi quando tutto quello che succede dentro e fuori di noi cambia. È questo che è accaduto a Amy: il mostro ha cambiato il paesaggio, e il paesaggio ha cambiato lei, fintanto che non è più riuscita a riconoscersi.

 

VODKA & VIDEO

Amy Winehouse con la madre

La sua guardia del corpo, ha dichiarato, infatti, che Amy è morta guardando se stessa. Ha passato l'ultima notte della sua vita davanti al computer, ipnotizzata dai video musicali delle sue canzoni su YouTube, e bevendo vodka, ma così tanta che il suo giovane ed esile corpo, già martoriato dalla bulimia e dal vomito autoindotto, non è stato in grado di sopportare.

 

Tentava di ritrovare segnali del sé che aveva perduto scrutando nel suo incommensurabile talento. La sua voce potentissima, unica al mondo, capace di raggiungere vette inesplorate e profondità abissali, era l'ultimo salvagente disponibile a cui aggrapparsi; ma non è bastato.

 

Amy, forse troppo sola, forse troppo debole per duellare con la sua nuova realtà in grado di offrire tutto ciò che desidererebbe un'aspirante popstar ma che, probabilmente, nulla le ha dato di ciò che realmente voleva lei.

 

Amy Winehouse con il padre

Nella tragica profezia della sua morte, mirabilmente descritta nella sua canzone Back to black si nasconde un nemico strisciante e insospettabile. Probabilmente ha un nome: omissione. Quello che nessuno le ha detto e che Amy come molti altri nelle sue identiche condizioni ha imparato a proprie spese barattando la mesta informazione con la vita.

 

Inciampare tra le gambe di una pletora di paparazzi, non poter andare a comprare un reggiseno senza essere inseguita, non poter abbracciare il proprio ragazzo per le strade di Camden Town senza essere giudicata, invidiata, osservata e derisa non ha nulla a che fare con il reale.

 

Questa e molte altre cose le sono state nascoste e silenziate. A lei e a tutti gli impreparati al successo. Che sono tanti, sparsi nel mondo. Costellazioni di gente di talento e di improvvisati. Di illusi e di appassionati di innamorati dell'arte o di se stessi.

 

L'ASSASSINA

Amy Winehouse 6

Tutti privi o privati della consapevolezza che la fama o la governi tu o ti ammazza lei. L'improvvisa mancanza di privacy non può che portare all'isolamento e alla solitudine. Il saccheggio della propria identità a tutela del denaro (spesso quello degli altri) e della celebrità, non ha niente di naturale. Tutt' al più rende naturale il reperire modi veloci per sopravvivere allo tsunami. Eccole lì, allora, stese sul velluto rosso, seducenti e ammalianti la coca, l'eroina, la vodka e le metanfetamine.

 

Amy Winehouse da ragazza con la madre

Che non fanno altro che aumentare l'insoddisfazione prima, la disperazione poi. L'amore che manca all'inizio, non arriva con l'approvazione degli estranei. Non passa né attraverso un applauso e nemmeno alzando i decibel di un impianto gigante davanti a 50 mila persone tutte le sere. Non arriva dallo streaming, dalle vendite dei dischi (anche perché non se ne vendono più), dai premi prestigiosi nel mondo, dalle interviste in tv e sui giornali o dalle foto con la gente.

 

IL GRANDE ASSENTE

L'amore che manca all'inizio, arriva, semmai, dall'amore. Quello che Amy non ha fatto a tempo a conoscere. Non l'ha trovato nel matrimonio tossico con Blake Fielder Civil, non l'ha trovato nei suoi genitori - che hanno pensato prima a divorziare e poi ad attingere dal suo patrimonio - non l'ha trovato nei suoi discografici che hanno spremuto il frutto finché anche i semi sono schizzati fuori.

 

Amy Winehouse con il padre 2

Lasciando solo un torsolo da buttare. L'ambizione, efficace propulsore per la nostra vita, perché abbia effetti benefici deve permettere all'amore e agli aspetti creativi dell'anima di esprimersi, non ai bisogni compensatori di personalità insicure, e già compromesse, di imporsi.

La madre e il padre di Amy Winehouse in tvAmy Winehouse 4Amy Winehouse 3Amy Winehouse 2amy winehouse foto di bryan adamsamy winehousetony bennett amy winehouse – 2010 amy winehouseamy winehouse Blake Fielder amy winehouse e blake fielder civil 9amy winehouse e blake fielder civil 7amy winehouse e blake fielder civil 8Amy Winehouse 5