DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
TUTTO VIRTUALE, TRANNE IL SANGUE
Estratto dall’editoriale di Marco Travaglio per ‘il Fatto Quotidiano’
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ELISA E MARCO TRAVAGLIO FOTO DA FACEBOOK
Fra [i feriti di Torino] c' è mia figlia Elisa, 18 anni, che aveva deciso di vedersi la finalissima con un amico e un' amica davanti al maxischermo. Alle 22.15, subito dopo il terzo gol del Real, mi appare il suo numero sul cellulare. Provo a rincuorarla: "Dài, pazienza, è andata così". Ma la voce dall' altro capo non è la sua.
E' quella del suo amico, che assicura: "Elisa sta bene, ma non può parlare, ha male a una gamba". Brivido gelato nella schiena. Me la faccio passare a forza: ansima, piange, ripete "vienimi a prendere, voglio andare subito via di qui, c' è stato un attentato, una bomba, non so, mi hanno calpestata, mi hanno camminato sopra, non mi sento più la gamba sinistra, e gli scoppi continuano, stiamo scappando verso piazza Vittorio". La prego di calmarsi e di restare collegata, intanto salto in macchina con mia moglie e voliamo a prenderla.
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La carico in auto che trema ancora come una foglia e fatica a parlare. E mi fiondo al pronto soccorso più vicino. Lì già sono in fila quattro o cinque feriti, i più lievi, quelli che ce la fanno a camminare. Poi, nel giro di mezz' ora, ecco tutti gli altri, fino a riempire i minuscoli locali del piccolo ospedale. Sanguinano tutti, tanto.
ELISA TRAVAGLIO FOTO DA FACEBOOK
Chi dal capo ferito, chi dal naso rotto, chi dalle gambe e dalle braccia completamente tinte di rosso scuro. Mai visto tanto sangue, neppure in un film di Dario Argento. Molti sono scalzi, a piedi nudi: nella calca hanno perso le scarpe, figurarsi le infradito.
Altri hanno smarrito borse e zainetti, documenti e telefonini compresi: chiedono in prestito quelli superstiti per chiamare casa e rassicurare. Dicono che solo un petardo e uno scherzo da teste di cazzo è impossibile: qualcosa di grave dev' essere successo per forza.
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Già, l' ordine pubblico. Tutto quel sangue si spiega solo con l' enorme quantità di bottiglie di vetro finite in frantumi durante il fuggi-fuggi.
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Così le transenne si sono rivelate non solo inutili, ma dannose, facendo da tappo all' onda di fuga, frenando il deflusso e aggravando a dismisura il bilancio. Una follia di cui il prefetto e il questore dovrebbero rispondere. Alle 2 Elisa è ancora in sedia a rotelle col ghiaccio sulla gamba, nessuno ha potuto visitarla, ci sono casi più urgenti.
Vuole andare a casa. La carichiamo in spalla e ce ne andiamo, sperando che non abbia nulla di fratturato. "Non andrò mai più in piazza per una partita, e nemmeno allo stadio", dice lei alla fine della più lunga serata della sua vita. In macchina, la radio informa di un attentato a Londra. Un attentato vero. Ma che differenza fa. Ormai i terroristi, anche quando non ci sono, è come se ci fossero.
TORINO PIAZZA SAN CARLO 2scene di panico a torino 9scene di panico a torinoscene di panico a torino 66ELISA E MARCO TRAVAGLIO FOTO DA FACEBOOK
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