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E' MORTO STAN LEE, IL PAPÀ DEI SUPEREROI MARVEL
(ANSA) - Stan Lee, il leggendario creatore dei supereroi Marvel, è morto a 95 anni. Lo riferisce il sito Tmz. Creatore di personaggi indimenticabili come SpiderMan, X-Men, Black Panther e I Fantastici Quattro, editore e direttore di Marvel Comics, Stan Lee era egli stesso un supereroe per i fan di tutto il mondo.
Articolo di Lorenzo Soria per la Stampa del 24 aprile 2018
Stan Lee è l'ideatore di Capitan America, di Spider Man, degli X-Men, dei Fantastici 4, di Iron Man, di Thor, di Doctor Strange e anche di Black Panther, scritto e disegnato negli Anni 60, suo attuale grande successo cinematografico. Seicento personaggi e supereroi che hanno segnato la cultura pop e generazioni di ragazzi (e non) nel mondo intero.
Lee ha 95 anni, ed è un genio creativo. Tra i suoi fan anche Federico Fellini e Pablo Picasso. Ma non è mai stato un genio della finanza. Mentre i film ispirati ai suoi personaggi hanno incassato la strabiliante cifra di 24 miliardi di dollari, pare che il suo patrimonio personale non superi i 50 milioni. E ora che la moglie Joanie è scomparsa (nel luglio 2017) e gli anni lo rendono fragile, anche questo suo (relativamente) piccolo bottino rischia di sparire, tra borse di Chanel piene di contanti che scompaiono misteriosamente, chiamate di urgenza alla polizia, combriccole di lestofanti che entrano ed escono da casa sua e dai suoi conti bancari. Una storia da film. Peccato però che - proprio ora che avrebbe bisogno di essere difeso da uno dei suoi supereroi - Lee incontri solo «amici» impegnati a proteggere se stessi e i propri interessi.
chris evans in captain america
Poi c' è Joan Celia, 67 anni, sua unica figlia. JC, come la chiamano, è stata protagonista di liti furibonde e di scontri anche fisici con il papà e con la mamma. A volte piange istericamente e chiede denaro, o una nuova Jaguar; a volte è docile e affettuosa. È una donna imprevedibile, JC. E sotto la sua guida, l'entourage del padre è in subbuglio costante.
Gli ultimi due collaboratori fatti fuori sono Jerardo Olivarez e Mac Anderson. Olivarez, l'ex manager, è accusato di aver acquistato un appartamento con 850 mila dollari di Lee.
Avrebbe inoltre intascato i fondi di un'associazione per l'armonia razziale. Anderson, per anni fedele accompagnatore di Lee, è accusato di avergli sottratto oggetti, schizzi e disegni. «So che parte del denaro che ho fatto non è più a mia disposizione - commenta Lee con toni fatalisti - ma non serve perdere la calma per il denaro».
Figlio di ebrei rumeni, cresciuto negli anni della Depressione, Stanley Lieber inizia a lavorare a 17 anni, nel 1939, per la Timely Comics, che poi diventa Marvel, di cui - anche dopo aver cambiato il nome in Stan Lee - è sempre rimasto un dipendente, senza mai ottenere partecipazioni azionarie o incentivi legati ai successi. Le imprese che ha creato, come la POW! Entertainment, che avrebbe dovuto lanciare il personaggio di Stripperella ispirato a Pamela Anderson, non hanno funzionato.
Non se la passa proprio male, Lee. Vive sulle colline di Hollywood, in una villa relativamente modesta, ma ha come vicini Dr. Dre e Leonardo DiCaprio, che vorrebbe fare un film sulla sua vita. In casa ha disegni di Calder, Dalì e Lichtenstein.
Cammina dritto e fermo. Ha difficoltà di udito, ma parla con voce ferma e potente. Come Alfred Hitchcock, si diverte ad apparire nei suoi film (in Black Panther è un giocatore d'azzardo in un casinò coreano). La sua potrebbe essere una vecchiaia serena, quella di un novantacinquenne brillante e riverito, e con il quale i ragazzi vogliono farsi i selfie.
Lee recentemente ha fatto fuori tutti i collaboratori, anche camerieri e giardinieri. Ha raggiunto un accordo con la figlia ed è nelle mani sue e di Keya Morgan, un tipo che indossa sempre occhiali, cravattino, abito e bombetta neri. Anche lui ha precedenti penali: «Fui costretto alla violenza - dice - per proteggere mia madre». E aggiunge: «Stan per me è come un padre». Con l'aiuto di JC, ha fatto fuori il vecchio regime. E nel farlo ha scoperto un traffico macabro, che attribuisce alla coppia Anderson-Olivarez: «Ci sono negozi a Las Vegas che vendono il sangue di Stan - accusa -. Lo stampano su fumetti che vendono a 500 dollari».
Insomma, una saga avvincente quasi quanto le storie e i personaggi che Lee inventa da prima della guerra. Nei suoi fumetti i buoni in qualche modo vincono sempre. Questa volta chissà. La realtà è più imprevedibile della fantasia.
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