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“NON CI FURONO MALTRATTAMENTI, SAVERIO TATEO E LILIANA MEREU SONO RIMASTI APPESI PER 4 ANNI ALLA GOGNA MEDIATICA” – I LEGALI DEL PRIMARIO DI GINECOLOGIA DELL’OSPEDALE "SANTA CHIARA" DI TRENTO, E DELLA SUA VICE, COMMENTANO L’ASSOLUZIONE DALLE ACCUSE DI MALTRATTAMENTI SCATTATE DOPO LA SCOMPARSA DI SARA PEDRI, LA GINECOLOGA 31ENNE DELLA QUALE SI SONO PERSE LE TRACCE IL 4 MARZO 2021 – PER I GIUDICI, “IL FATTO NON SUSSISTE”: NON SONO BASTATE LE 21 DENUNCE, CHE HANNO ACCUSATO I DUE MEDICI DI…
Estratto dell'articolo di Andrea Pasqualetto,Dafne Roat per il “Corriere della Sera”
L’accusa è pesante: maltrattamenti nei confronti del personale del reparto. Ma è ancor più pesante quello che si nascondeva dietro quell’ipotesi: il sospetto che la scomparsa di Sara Pedri — la ginecologa 31enne della quale si sono perse le tracce il 4 marzo 2021 — fosse legata alle paure e alle angosce vissute proprio in quell’ambiente di lavoro, l’unità operativa di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale Santa Chiara di Trento.
Un reparto che i pm, nel chiedere la condanna del primario Saverio Tateo e della sua vice Liliana Mereu a oltre 4 anni, avevano definito «tossico» e «oppressivo». Ieri il giudice dell’udienza preliminare Marco Tamburrino ha però emesso un verdetto che va nell’altro senso: assolti entrambi perché «il fatto non sussiste».
[…] È il giorno del riscatto di Tateo e della sua vice. […] Prima sospeso e poi licenziato dall’Azienda sanitaria che aveva avviato un’indagine interna, Tateo si era dovuto subito difendere da 17 violazioni disciplinari, perlopiù vessazioni nei confronti dei collaboratori e del personale di sala. Il primario aveva poi impugnato il licenziamento e il giudice del lavoro gli aveva dato ragione disponendo il suo reintegro. Ma il primario se n’è comunque andato in Francia. […]
«Gli imputati sono innocenti e noi lo sapevamo dall’inizio di questa storia, non ci furono maltrattamenti, sono rimasti appesi per 4 anni alla gogna mediatica», ha commentato l’avvocato Salvatore Scuto che lo difende con Nicola Stolfi. I legali avevano cercato di minare le basi dell’impianto accusatorio delineato dalla Procura: «Dubitiamo seriamente, assieme alla Cassazione, che questa forma di reato sia correttamente contestata all’interno di una struttura ospedaliera». Soffermandosi su Sara Pedri: «Vicenda strumentalizzata in modo inopportuno».
Nell’indagine interna era stata coinvolta anche Mereu, che aveva conservato il posto con una sanzione disciplinare e il trasferimento all’ospedale di Rovereto. Mereu ha impugnato la sanzione e se n’è andata in Sicilia. La accusavano di essere intervenuta durante un’operazione e di aver colpito con un ferro chirurgico la Pedri. «Accusa mastodontica — per l’avvocato Franco Rossi Galante che la difende —. Le sue erano azioni correttive».
Sorprende il numero di parti offese individuate dalla Procura nel corso delle indagini: 21. Alle quali la difesa ha risposto con 22 testimonianze a discarico. Oltre naturalmente a quelle degli imputati. Davanti al giudice, Tateo ha detto di non essersi mai reso conto del disagio del personale e di Sara in particolare: «Se non quando è arrivata una richiesta di malattia». Tutte le decisioni sarebbero state prese nel solo intento di gestire al meglio «un reparto di eccellenza ... ma si erano create delle fazioni e c’era una fazione contro di me».
liliana mereu col primario saverio tateo
Per quanto riguarda le parti civili, la voce è dell’avvocato Andrea de Bertolini: «La vicenda patisce il difficile meccanismo di valutazione dell’effettiva responsabilità degli imputati rispetto al reato contestato». […] Secondo la famiglia Pedri, all’origine della scomparsa di Sara ci potrebbe essere un malessere legato al lavoro. […]
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