DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
attacco di hezbollah nella citta israeliana di majdal shams 2
NETANYAHU A MAJDAL SHAMS, LA RISPOSTA ARRIVERÀ E SARÀ DURA
(ANSA) - "Lo Stato di Israele non vuole e non può passare sotto silenzio quello che è accaduto. La nostra risposta arriverà e sarà dura". Lo ha detto Benyamin Netanyahu in visita a Majdal Shams, dove sono stati uccisi 12 tra bambini e adolescenti da un razzo lanciato dal Libano. "Hezbollah, con il sostegno iraniano, ha lanciato qui un missile iraniano che ha causato la morte di 12 anime innocenti", ha aggiunto il primo ministro israeliano.
"Alla comunità drusa - ha aggiunto ancora il premier - dico: non perdete la speranza di fronte alle aggressioni dell'asse del male dell'Iran e degli Hezbollah. Lo stato di Israele continuerà ad essere al vostro fianco, qui, in tutta la regione, oggi domani e sempre".
NETANYAHU CONTESTATO A MAJDAL SHAMS, 'VATTENE ASSASSINO'
(ANSA) - Circa 200 residenti di Majdal Shams hanno dimostrato contro il premier israeliano Benyamin Netanyahu in visita a Majdal Shams. Lo riferisce Haaretz secondo cui al premier è stato gridato "vattene via" e "assassino". Inoltre gli è stato gridato, secondo la stessa fonte, "sei il nemico di tutti noi".
IL DILEMMA DI NETANYAHU APRIRE UN NUOVO FRONTE O PROVARE A DISGREGARE IL POTERE DI NASRALLAH
Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”
L’unica certezza è che la campagna libanese sarà dura. Ieri pomeriggio il governo israeliano ha discusso per ore il piano d’azione, valutando i rischi di ogni mossa. Tutti sono d’accordo sull’urgenza di dare una «lezione brutale a Hezbollah» - come spiega a Repubblica un alto ufficiale - ma c’è una spaccatura su tempi e modi dell’operazione.
[...]Il ministro della Difesa Gallant sostiene la necessità di affrontare una volta per tutte la minaccia di Hezbollah. Lo ha già chiesto all’indomani del 7 ottobre e con lui c’è una parte dei militari: ritengono che gli alleati libanesi dell’Iran stiano portando avanti una linea vincente, perché logora le forze dello Stato ebraico e gli permette di perfezionare le tattiche per affrontarlo, come dimostrano gli ultimi attacchi che hanno superato lo scudo di Iron Dome e centrato pure basi dell’esercito. Lo scopo finale di questa manovra è spingere gli israeliani all’invasione, trascinandoli nel fuoco incrociato delle loro postazioni e raccogliendo la solidarietà del mondo arabo.
RAFAH NADAL - MEME BY EMILIANO CARLI
In questa visione, un’offensiva su larga scala è comunque inevitabile, con un volume di fuoco massiccio dell’aviazione e dell’artiglieria, coordinate con l’irruzione di quasi 25 mila soldati: due volte e mezzo le truppe schierate nel 2006. Verrebbero mobilitate quattro divisioni, che si addestrano a penetrare sui fianchi nelle montagne.
L’obiettivo è spazzare via la presenza sciita nella fascia a 15 chilometri dal confine, un terreno aspro e zeppo di cunicoli scavati nella roccia. Come nel 2006, ogni strada tra Beirut e il Sud deve essere sbarrata per disgregare l’organizzazione di Hezbollah. È un piano devastante, che infliggerebbe danni enormi ai centri abitanti con un numero elevato di vittime civili. Ha un grande limite: i miliziani si preparano da anni a questa eventualità, possono rispondere con tremila ordigni ogni giorno e obbligare le Israeli Defence Forces a subire perdite pesanti.
FUNERALE DELLE VITTIME DELL ATTACCO DI HEZBOLLAH NEL VILLAGGIO DRUSO DI MAJDAL SHAMS
[...] Una guerra di due-tre mesi in Libano potrebbe rivelarsi insostenibile. Tanto più che la pressione internazionale per impedirla è fortissima. Il segretario di Stato Anthony Blinken è stato chiaro nell’illustrare la posizione della Casa Bianca: «È importante che aiutiamo a fermare un nuovo conflitto, perché non ci sia un’escalation ma soprattutto perché non si estenda ».
[...] Hezbollah non è Hamas: Teheran ha lavorato trent’anni per costruire una testa di ponte sul confine israeliano e farà di tutto per sostenerla. Le cancellerie europee hanno un’ulteriore preoccupazione: il Paese dei Cedri è in una crisi economica profonda e non si rialzerebbe da una guerra. Si rischia il ritorno a una frammentazione da anni Settanta e la fuga verso il Mediterraneo di un’onda umana colossale, inclusi tre milioni di profughi siriani bloccati nei campi della Bekaa.
attacco di hezbollah nella citta israeliana di majdal shams 3
Proprio questo aspetto viene sottolineato da chi nel governo Netanyahu propugna un’azione possente ma mirata, con un bersaglio chiaro: disgregare la leadership di Nasrallah, aprendo una crepa all’interno del movimento sciita e separandolo dal resto del Libano.
La sua forza è aumentata proprio durante la crisi che ha ridotto sul lastrico milioni di libanesi perché il Partito di Dio gestisce una rete di assistenza sociale: la vera radice del suo potere. Si tratterebbe di un’operazione complessa, con azioni militari, finanziarie e mediatiche: bombardamenti su tutte le sedi del movimento, blocco di fondi e rifornimenti, cattura di esponenti politici e militari o dei loro familiari. Ci potrebbero essere incursioni terrestri, senza però spedire intere brigate oltre il confine: il tentativo di ottenere un risultato decisivo senza scatenare un’altra guerra.
benjamin netanyahu con i soldati israeliani a gaza
Nelle prossime ore si comincerà a capire quale è stata la direzione intrapresa dai vertici di Israeli. Se assisteremo al tradizionale trasferimento di colonne di tank e cannoni sul fronte Nord, premessa a un’invasione. Oppure se ci saranno giorni di raid dal cielo e blitz di forze speciali, cercando di intercettare le falangi di razzi preparate da Hezbollah e gli eventuali contrattacchi dei commandos votati al martirio. [...]
BENJAMIN NETANYAHU ALL ONU DENUNCIA IL PROGRAMMA NUCLEARE IRANIANOattacco di hezbollah nella citta israeliana di majdal shams 8attacco di hezbollah nella citta israeliana di majdal shams 6attacco di hezbollah nella citta israeliana di majdal shams 4
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