DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”
C'è un giorno in cui l' inchiesta cambia passo. C' è una conversazione che accelera i tempi e che svela, per la prima volta, l'esistenza di indizi importanti per l' accusa: dei video.
È il 9 agosto del 2019. Edoardo Capitta, uno degli amici di Ciro Grillo indagati per la presunta violenza sessuale, è al telefono con un ragazzo non identificato. Non sa, ovviamente, di essere intercettato da giorni. I due parlano di alcuni video e più ne parlano più i carabinieri in ascolto definiscono di che si tratta. Sono filmati proprio del luogo e dei fatti su cui si sta indagando, cioè della mattina del 17 luglio precedente a Cala di Volpe, in Sardegna.
CIRO GRILLO - LA VILLETTA DI CALA DI VOLPE DOVE SI SAREBBE CONSUMATO LO STUPRO
Lì, in una villetta accanto a quella di Beppe Grillo - il garante del M5s - Edoardo Capitta, Vittorio Lauria, Francesco Corsiglia e Ciro, il figlio di Grillo, avrebbero violentato Silvia, la ragazza che li ha poi denunciati facendo partire le indagini della Procura di Tempio Pausania.
Fino al 9 agosto gli inquirenti non sanno dell' esistenza di alcun filmato. Poi quella conversazione. L' amico di Capitta che insiste: «Dai, mandameli». «Ti ho detto di no», ripete lui. L' altro non si vuole arrendere ma Capitta non cede: «No, no, non li mando a nessuno. Poi ti racconto quando vengo». Ancora un tentativo: «Ma dai. Sono l' unico che non li ha visti...».
LE TAPPE DELLA NOTTATA DEL PRESUNTO STUPRO DI GRUPPO
Quello scambio di battute dice agli investigatori due cose. La prima è che esistono filmati che potrebbero provare ciò che racconta la ragazza. La seconda è che, qualunque cosa mostrino, quei filmati hanno già fatto il giro degli amici, nel senso che li hanno guardati e commentati in molti a giudicare da quel «sono l' unico che non li ha visti».
Sappiamo oggi che è stato accertato se alla fine Capitta li abbia mai girati a qualcuno e la risposta è no, non sono mai usciti dal suo telefonino. E sappiamo di quali video si trattava perché, proprio valutando il contenuto della telefonata e per evitare eventuali cancellazioni, gli inquirenti hanno poi deciso di non aspettare troppo a lungo per sequestrare i telefonini dei ragazzi, cosa che avverrà venti giorni dopo, il 29 agosto.
Proprio quel 29 agosto i carabinieri registrano l' ultima conversazione che negli atti sarà annotata in neretto come degna di interesse: «Ho paura che quella ci ha denunciato», si scrivono fra loro due degli indagati nelle ore fra la scoperta di essere inquisiti e la consegna dei cellulari.
I filmati che tanto avrebbe voluto avere l' amico di Edoardo Capitta, si scoprirà dalle indagini, sono almeno due, entrambi raccontati più volte dalle cronache di questa storiaccia. Uno è lungo una ventina di secondi e mostra i ragazzi tutti assieme (escluso Corsiglia che pare dormisse e che Silvia accusa di averla violentata per primo) in un rapporto sessuale che loro definiscono «consenziente» e che invece Silvia descrive come violenza sessuale «dopo avermi costretto a bere vodka».
L' altro - anche questo di pochi secondi - mostra sempre loro tre che si filmano in pose oscene accanto a Roberta, l' amica di Silvia che era addormentata sul divano.
Il 23 maggio scadono i venti giorni entro i quali le difese possono chiedere nuovi accertamenti (da valutare) o nuovi interrogatori (obbligatori, se richiesti, e non è escluso che succeda). Dopodiché ci sarà la richiesta di rinvio a giudizio e la parola passerà a quel punto al giudice dell' udienza preliminare .
EDOARDO CAPITTAfoto di ciro grillogiro grillo con gli amiciVITTORIO LAURIA
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