villa albani torlonia

QUANDO I PRINCIPI FANNO UNA BRUTTA FINE - TORLONIA: NON SOLO IL SEQUESTRO DI BENI PER UN MILIARDO E 800 MILIONI, MA ANCHE UNA DENUNCIA PENALE PER FALSO. CARLO, PRIMOGENITO DEL DEFUNTO PRINCIPE ALESSANDRO, DENUNCIA I FRATELLI E SOPRATTUTTO IL NIPOTE, ALESSANDRO POMA MURIALDO, ACCUSATO DI VOLER VENDERE LE PREZIOSISSIME STATUE ROMANE PER RISANARE LA BANCA DEL FUCINO - STORIA DEI MERCANTI DI TESSUTI FRANCESI DIVENTATI BANCHIERI DAL PATRIMONIO INCALCOLABILE (VISTO CHE È SEGRETO)

 

villa albani torlonia 4

1 - TORLONIA, LITE DA 1,8 MILIARDI E I PM INDAGANO PER FALSO

Ilaria Sacchettoni per il “Corriere della Sera

 

La guerra dei Torlonia approda anche in Procura. L' estate scorsa Carlo Torlonia, il primogenito del principe Alessandro, escluso dalla successione testamentaria, ha depositato un esposto ai magistrati nel quale denuncia la falsificazione della delega a partecipare e votare nelle società costituite dalla sua famiglia. Società amministrate dai familiari che contribuiscono alla gestione del monumentale patrimonio dei Torlonia.

PAOLO VI CON ALESSANDRO TORLONIA E ASPRENO COLONNA ULTIMI ASSISTENTI AL SOGLIO PONTIFICIO

Un passo indietro.

 

Siamo fra il 2016 e il 2017: Alessandro Torlonia è seriamente ammalato e nomina alcuni familiari a rappresentarlo alle assemblee. Morirà a fine 2017 lasciando i beni ai figli Paola, Francesca e Giulio. Esecutore testamentario viene nominato il nipote Alexander Poma Murialdo (figlio di Paola). Ma, sostiene ora Carlo, quelle firme in calce alle deleghe sarebbero state manipolate.

 

Un inciso, su questo punto, compare anche nel suo ricorso al tribunale civile, al quale Carlo si rivolge con l' assistenza dell' avvocato Adriana Boscagli, chiedendo che tuteli la propria eredità da cessioni e sperperi. Così scrive il primogenito dei Torlonia: «Alessandro Torlonia partecipa ad assemblee delle varie società ove vige il potere assoluto della maggioranza semplice con firme di "delega" ovvero firme proprie in "foglio presenza" che perizie giurate indicano come apocrife».

marmi della collezione torlonia

 

La parola chiave è apocrife. Esposte le proprie ragioni ai giudici del civile, Carlo Torlonia si affida all' avvocato Franco Coppi perché lo rappresenti anche in sede penale. Parte un' indagine per falso del pubblico ministero Maurizio Arcuri che delega alla polizia giudiziaria verifiche su quelle firme. Il fascicolo ad oggi non ha indagati.

 

La vicenda, intanto, fa il suo corso in sede civile. Mercoledì il tribunale ha deciso di sottoporre a un sequestro «conservativo» beni per l' equivalente di 1 miliardo e 800milioni di euro fra cui «il Palazzo Torlonia di via della Conciliazione, il complesso immobiliare denominato Villa Torlonia (già Villa Albani) Villa Delizia Carolina e i terreni». A sostegno delle sue richieste Carlo Torlonia porta un argomento forte. Il patrimonio del principe, dice, è sul punto di essere ceduto per far cassa.

ALESSANDRO POMA MURIALDO GIUSEPPE DI PAOLA

 

Paola, Francesca e Giulio, sostiene, starebbero costituendo un' unica cassaforte immobiliare per ottenere liquidità da investire nella ricapitalizzazione dell' indebitata Banca del Fucino alla quale partecipano. Non bastasse gli eredi Torlonia sarebbero sul punto di cedere al Getty Museum parte di quelle 623 statue marmoree (vincolate) che costituiscono la collezione più invidiata all' Italia.

COLLEZIONE TORLONIA

 

«È facile intuire come detti beni rappresentino un patrimonio storico artistico di rilevantissima importanza a prescindere dal valore che rende irrisarcibile l' eventuale deterioramento degli stessi», denuncia Carlo Torlonia. Precisa la Banca del Fucino: «Le vicende riguardanti i Torlonia, non afferiscono in alcun modo all' attuale assetto proprietario e all' operatività della Banca».

 

 

2 - OPULENTI E SILENZIOSI ECCO A VOI I TORLONIA (IN LITE PER L' EREDITÀ)

Paolo Conti per il “Corriere della Sera - Edizione Roma

 

COLLEZIONE TORLONIA

Banchieri e principi. Il cognome Torlonia, a Roma, evoca lo stesso destino per esempio dei Rothschild, banchieri nobilitati sia in Gran Bretagna che in Austria da Francesco II, e se vogliamo degli stessi Medici, a loro volta grandi titolari di banche e poi Signori di Firenze. Torlonia a Roma è sinonimo, da generazioni, di ricchezze sterminate, solidissime quanto misteriose. E per questo da sempre protette da una riservatezza quasi maniacale.

 

Don Alessandro, l' ultimo Assistente al soglio pontificio della Corte Papale, scomparso a 93 anni il 28 dicembre 2017 e titolare della incalcolabile ricchezza al centro della causa tra i figli Carlo (il primogenito), Paola (madre di Alessandro Poma Murialdo, oggi uomo forte della Banca del Fucino), Francesca e Giulio, è morto senza lasciare tracce fotografiche di sé, almeno rintracciabili in rete. Una sola foto accanto a Paolo VI, uno degli ultimi bagliori della Corte papale, lo ritrae per metà, mentre è ben chiara l' immagine dell' altro Assistente al Soglio, Aspreno Colonna.

 

tomba francois

Don Alessandro protesse fino all' ultimo la sua assoluta privatezza alimentando una leggenda che lo voleva molto, molto parsimonioso, attento ai riscaldamenti nelle magioni avite, assolutamente deciso a non collegare l' energia elettrica nella villa Albani Torlonia, per farla restare così com' era da secoli, dunque visibile la sera solo grazie alle candele. I suoi inviti alle cacce alla volpe nelle tenute familiari nell' Agro romano erano ambiti e per questo rarissimi.

 

Chissà cosa avrebbe detto sapendo che il suo nome sarebbe finito sui giornali per un conflitto familiare sulla villa Albani Torlonia, sul palazzo Torlonia alla Conciliazione, sui 623 marmi romani e greci chiusi (colpevolmente) nei sotterranei di un altro palazzo Torlonia, quello seicentesco alla Lungara, trasformato nei primi anni 60 in un condominio di modernissimi mini appartamenti che sostituirono il Museo delle statue voluto dall'omonimo bisnonno nel 1859, e sulla celeberrima Tomba François, capolavoro etrusco conservato dal 1862 a villa Albani Torlonia e già al centro di una antica lite nella precedente generazione familiare, come su villa Delizia Carolina a Castel Gandolfo. E soprattutto sulla cassaforte di famiglia, la Banca del Fucino.

 

tomba francois dettaglio

Per quanto fosse schivo, Alessandro Torlonia si ritrovò al centro di un clamoroso caso di cronaca nera nel 1949. Un suo fattore, Pierino Amori, assunto nella tenuta di Monteleone, fu accusato nel 1948 del furto di 222 pecore. Lui sostenne che erano state rubate dai tedeschi durante la fuga da Roma, i Torlonia non gli credettero e lo licenziarono.

 

Il rancore esplose e Pierino Amori lo aspettò la mattina di domenica 19 giugno 1949 davanti alla chiesa di san Girolamo degli Illirici, a Ripetta, dove il principe (aveva 24 anni) era andato a messa. Lo affrontò sparandogli cinque colpi di pistola: tre lo raggiunsero al torace, riducendolo in fin di vita. Poi Pierino, che confessò subito, evitò il carcere per infermità mentale. Uno dei motivi per cui Alessandro Torlonia scelse una vita appartata sta proprio lì, in quella clamorosa vicenda.

 

IL PRINCIPE TORLONIA

Naturalmente qui parliamo del ramo dei principi del Fucino, discendenti di Alessandro il principe bonificatore della palude, quindi anche principi di Canino e Musignano, duchi di Ceri, marchesi di Romavecchia, tutti titoli oggi in possesso di Carlo Torlonia. Poi c' è il ramo storicamente principale (nulla a che fare col Fucino) dei principi di Civitella Cesi: il quinto principe con quel titolo, anche lui Alessandro, sposò Beatrice di Borbone, figlia di Alfonso XIII e discendente della Regina Vittoria per via della madre Eugenia, quindi zia di re Juan Carlos. Infatti suo figlio Marco Alfonso, morto nel 2014, aveva una impressionante e straordinaria somiglianza col cugino ex sovrano spagnolo.

 

Una sorella di questo ultimo Alessandro, Marina, sposò (con notevole scandalo, al tempo) il grande campione di tennis Frank Shields: la loro nipote è l' attrice americana Brooke Shields. Un' altra sorella, Olimpia, sposò Paul Weiller, cosmopolita e ricchissimo uomo d'affari (la loro figlia Sibilla ha sposato il principe Guillaume del Lussemburgo) Insomma, Torlonia per Roma significa denaro, banche (come quella fondata dal capostipite Marin Tourlonais nel 1753 quando si naturalizzò suddito del Papa col nome di Marino Torlonia.

 

sarcofago collezione torlonia

E significa anche Collezione Torlonia, il più grande tesoro di beni archeologici romani in mano a un privato al mondo. Sarebbe imperdonabile se questo bene inestimabile lasciasse Roma e l' Italia, oscurando con un solo gesto la storia di una grande stirpe romana. Il grande Alessandro il bonificatore, appassionato di archeologia e fondatore del museo chiuso causa miniappartamenti, non perdonerebbe mai uno sfregio culturalmente così orribile.