le scimmie clonate in cina

I RICERCATORI CINESI CLONANO DUE SCIMMIETTE E MANDANO IN TILT IL MONDO SCIENTIFICO: ORA TOCCA ALL’UOMO? E POI: A COSA SERVONO DAVVERO LE TECNICHE DI CLONAZIONE? - FRANCESCO D'AGOSTINO, PRESIDENTE EMERITO DEL COMITATO NAZIONALE DI BIOETICA: “E’ UNO CHOC, PERCHÉ LE SCIMMIE SONO PIÙ VICINE A NOI DELLA PECORA DOLLY. QUELLA TECNICA NON È PRIVA DI OMBRE. NON C'È L'ASSOLUTA CERTEZZA CHE..."

 

1 - LE DUE SCIMMIE CLONATE IN CINA

Luigi Ripamonti per il “Corriere della Sera”

 

LE SCIMMIE CLONATE IN CINA

Si chiamano Zhong Zhong e Hua Hua, e sono le prime due scimmie al mondo clonate con la tecnica della pecora Dolly. La loro nascita è stata annunciata sulla rivista Cell dall'Istituto di neuroscienze dell' Accademia cinese delle scienze a Shanghai. Hanno, rispettivamente, otto e sei settimane di vita. Non è la prima clonazione in assoluto di un primate. La prima fu quella di Tetra, una femmina di macaco, ottenuta negli Stati Uniti nel 1999 con la scissione dell'embrione, un procedimento che imita il processo naturale all' origine di gemelli identici.

LE SCIMMIE CLONATE IN CINA

 

Nel caso di Zhong Zhong e Hua Hua invece è stata usata la tecnica Scnt (Somatic Cell Nuclear Trasfer) cioè il trasferimento del nucleo prelevato da una cellula di un individuo in una cellula uovo non fecondata di un altro soggetto, privata del suo nucleo.Finora ogni tentativo di questo tipo sulle scimmie era fallito perché i nuclei delle loro cellule differenziate (cioè già maturate) contengono geni che impediscono lo sviluppo dell'embrione. I ricercatori hanno trovato gli «interruttori» molecolari giusti per avviare il processo e portarlo a buon fine.

LE SCIMMIE CLONATE IN CINA

 

Si tratta di un risultato notevole sotto molti punti di vista, perché apre la prospettiva di avere a disposizione per gli studi animali di questo tipo geneticamente identici, cosa che oggi è possibile con specie meno vicine all'uomo, come i topi. Ciò servirà a escludere molte variabili su modelli precisi, rendendo disponibili termini di paragone perfetti per capire quanto incide, per esempio, una modificazione o un intervento terapeutico. In linea teorica il risultato potrebbe poi avere applicazioni anche per la preservazione di specie in via di estinzione.

 

LA PECORA DOLLY

«Ma l'aspetto più importante è probabilmente un altro» sottolinea Carlo Alberto Redi, genetista dell'Università di Pavia e accademico dei Lincei. «Ed è il fatto che i ricercatori cinesi sono evidentemente riusciti a identificare i meccanismi che consentono di "accendere" o "spegnere" determinati geni per fare in modo che una cellula somatica del macaco possa essere messa in condizione di "tornare" a uno stato tale da poter essere poi indirizzata a uno sviluppo diverso».

 

«Per la comunità scientifica avere a disposizione queste informazioni può essere molto utile» continua l' esperto, «perché l'epigenetica, cioè tutto quanto interviene sul Dna per influenzarne il comportamento, è qualcosa che riguarda tutti noi, e condiziona lo sviluppo di molte malattie.

 

FRANCESCO DAGOSTINO

Capire in che modo l' ambiente interviene sul Dna e come lo modifica in modo tale da farci ammalare, è uno dei filoni di ricerca di maggior interesse in tutto il mondo oggi». «Per fare alcuni esempi: come fa il fumo a intervenire finemente sul Dna delle cellule per farle diventare cancerose è un problema di epigenetica» spiega Redi. «Così come lo è, ad esempio, l'azione degli inquinanti ambientali, di ciò che mangiamo, eccetera».

 

«Unico limite che mi sembra di ravvisare da quanto è stato comunicato finora è che il risultato è stato ottenuto a partire da fibroblasti fetali, quindi con una differenziazione probabilmente non ancora completa, ma ciò non toglie che sia un risultato importante».

 

2 - «IL PROSSIMO SARÀ L'UOMO REPLICARLO? UNA VIOLAZIONE»

Eleonora Barbieri per “il Giornale”

 

Francesco D' Agostino, presidente emerito del Comitato nazionale di bioetica, ha appena letto (on line, sull'Huffington post) la notizia dei due macachi clonati a Shanghai.

 

Uno choc?

«Uno choc, perché le scimmie sono più vicine a noi della pecora Dolly. Però è interessante che proprio quell' avventura sia rimasta sospesa e, alla fine, non ne sia derivato nulla dal punto di vista scientifico e medico».

 

LE SCIMMIE CLONATE IN CINA

La tecnica è la stessa di Dolly.

«Sì, ma quella tecnica non è rimasta priva di ombre. Non c'è ancora l' assoluta certezza della sua innocuità. E pochi lo ricordano, ma c' è un fatto curioso: lo stesso papà di Dolly la soppresse, dopo poco tempo, perché aveva rilevato un invecchiamento precoce. È stato molto rimproverato dai colleghi per questo».

 

Le altre ombre?

«Non si è ancora riusciti a capire la finalità ottimale delle tecniche di clonazione: a che cosa dovrebbero servire davvero?».

 

Però sono stati clonati vari animali, negli anni.

«Ci sono anche state una valanga di fake news. La clonazione è un buco nero nella genetica e nella medicina della riproduzione: non si sa se queste tecniche funzionino; e, prima ancora, se siano innocue. Né è arrivata alcuna indicazione sulle finalità medico-terapeutiche».

LE SCIMMIE CLONATE IN CINA

 

Si parla di ridurre il numero di scimmie per gli esperimenti in laboratorio. È sensato?

«Bisogna capire, perché le notizie dalla Cina non sono sempre limpide... Effettivamente usare le scimmie nelle sperimentazioni è costosissimo. Per questo gli scienziati amano i topi, che costano quasi zero, e dei quali frega niente a nessuno».

 

E gli animalisti?

«Di sicuro arriveranno le loro proteste. Ma una tecnica così complessa finalizzata solo a ridurre il numero di animali da laboratorio mi lascia perplesso».

 

Perché professore?

«È lecita la domanda se non stiano tentando di nuovo la sperimentazione sull' uomo - proibita - utilizzando come schermo la clonazione delle scimmie».

 

CLONAZIONE

Clonata la scimmia, il passo successivo è l' uomo?

«Dal punto di vista etico, ciò che è proibito sugli uomini può essere lecito sull'animale. Utilizziamo animali in laboratorio, li uccidiamo, con la giustificazione che sia per il bene umano. Invece una giustificazione diretta della clonazione umana non è riuscito a trovarla nessuno, perché è una violazione antropologica immensa».

 

Qualcuno ci ha provato?

«Sì. Ma le argomentazioni sono inconsistenti. Mettere al mondo una replica biologica di un individuo è la più grande offesa all' individualità di un essere umano, che ha il diritto a essere considerato un individuo umano personale e non la riproduzione biologica di un altro. Poi bisogna vedere: come disse Giovanni Berlinguer, presidente del Comitato di bioetica, la pecora Dolly si è rivelata una bufala».

LE SCIMMIE CLONATE IN CINA

 

Quindi lei come reagirebbe?

«Primo: niente trionfalismi frettolosi e fondati su notizie prive di prove rigorose. Secondo: ricordiamoci che i modelli animali non sempre corrispondono a quelli umani».

 

E poi?

«Attenti che dietro questa ricerca non si nascondano, come dietro un paravento, ricerche direttamente fatte sull' uomo. Questa è la tentazione sconfinata».

 

Ha il dubbio?

«Sì. I cinesi, su questo, non ci danno tranquillità».

 

CLONAZIONE

È una notizia allarmante?

«Diciamo che appare inquietante, ma esige di essere adeguatamente confermata. Se lo fosse, certo sarebbe inquietante. Soprattutto per il grosso sospetto che, dietro, attivino le sperimentazioni sull' uomo».