"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
Giuliano Foschini per “la Repubblica”
Lo «scambio di conoscenze Nicola Marfisi / AGF » non è mai avvenuto: i ricercatori di Mosca sono stati in Italia, quelli dello Spallanzani non hanno mai messo piede al Gameleya. Pur non avendo alcuna autorizzazione, né da Ema né da Aifa, si era immaginata una somministrazione di Sputnik in Italia, «al fine - si legge nel memorandum - di dimostrare l'efficacia e la sicurezza» del vaccino russo finanziato dal Fondo russo per gli investimenti diretti.
Infine, ma non per ultima, una strana coincidenza: subito dopo l'avvio del protocollo due dei più importanti dirigenti dello Spallanzani, la professoressa Maria Capobianchi, la donna che per prima ha isolato il Covid in Italia, e Nicola Petrosillo, l'infettivologo che ha curato i primi pazienti Covid, sono andati via. Anticipando la loro pensione. In polemica per la questione Sputnik, dicono alcuni. «Nessun commento», rispondono loro.
La storia della sperimentazione - che poi sperimentazione non era - dello Sputnik in Italia, sulla base di un accordo firmato l'8 aprile del 2021 tra l'istituto Spallanzani di Roma e l'istituto Gamaleya di Mosca diventa sempre più un caso politico.
Perché se l'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato, che ieri ha visto Franco Gabrielli, autorità delegata per la sicurezza in Italia, e che di quell'accordo è stato sponsor e firmatario, oggi rassicura tutti parlando di compattezza all'interno dell'istituto, «e della massima fiducia nel più importante Istituto di Malattie Infettive italiano», in realtà i punti ancora da chiarire sono molti. Tanto che al Copasir non escludono che sia necessario occuparsene.
Ieri Repubblica ha raccontato come il memorandum prevedesse, tra le altre cose, che i russi potessero accedere «alle banche biologiche dell'Unione europea per gli agenti virali», che lo Spallanzani conserva. E come all'interno di quelle banche dati ci fosse anche materiale delicato per i paesi Nato, con gli studi su eventuali sieri contro le armi batteriologiche.
I russi hanno avuto accesso a quei dati?
«Nulla di riservato è stato condiviso », assicura il direttore sanitario, Francesco Vaia, che nelle prossime ore dovrebbe essere nominato dalla Regione direttore generale nonostante la bufera. Ma non ci sono registri delle attività o documenti che possano testimoniare l'attività dei russi. Nessuno sa cosa hanno visto.
E cosa hanno preso. C'è altro, però.
Nel memorandum era previsto un rapporto di reciprocità di informazioni. Che invece non c'è stato. Nessuno dello Spallanzani è stato a Mosca, nonostante fosse espressamente previsto. Di più: a leggere il memorandum appare chiaro che era stata prevista anche la possibilità di sperimentare lo Sputnik in Italia, con tre pianificazioni di studi clinici previste. Su campioni prima di 50-100 persone, poi di tremila fino a «grandi numeri». Tutto questo nonostante gli enti che avrebbero dovuto rilasciare le autorizzazioni non hanno mai aperto allo Sputnik. «Se non lo farà l'Europa, lo farà l'Italia.
E sono non lo farà l'Italia lo farà il Lazio» diceva l'8 marzo l'assessore D'Amato, un mese prima di firmare il memorandum con Kirill Dmitriev, il direttore generale del Fmi, oggi in black list europea. E proprio la velocità con cui i dirigenti dello Spallanzani, meglio alcuni di essi, hanno avviato la collaborazione con Mosca ha colto di sorpresa molti all'interno dello stesso istituto. Ieri si è detto della pensione anticipata della professoressa Capobianchi.
Che gestiva i laboratori dove, a un certo punto, Vaia fece arrivare dosi di Sputnik da analizzare prese a San Marino. Stessa scelta fatta un anno fa, proprio nello stesso periodo, dal professor Petrosillo. L'infettivologo che aveva curato i primi malati. Perché professore ha scelto di andare in pensione un anno prima? Ha influito la vicenda Sputnik? «Sulla collaborazione con i russi non sono mai stato consultato. Leggevo sui giornali, mi dicevano che c'erano russi in istituto, ma nonostante fossi un capo dipartimento nessuno aveva ritenuto opportuno informarmi. Né mi è stato chiesto di condividere dati sui pazienti. Tutto nella regola, sia chiaro». È andato via per questo? «Non ho altro da dire ».
nicola petrosillod amatoMATTARELLA SI VACCINA ALLO SPALLANZANIil vaccino pfizer arriva allo spallanzanimaria rosaria capobianchi 1Francesco Vaia DELLO SPALLANZANI 1
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL…
DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI…
VIDEO-FLASH! - L’ARRIVO DI CECILIA SALA NELLA SUA CASA A ROMA. IN AUTO INSIEME AL COMPAGNO, DANIELE…