DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Estratto dell’articolo di Daniele Mastrogiacomo per www.repubblica.it
Sono i narcos della nuova generazione: giovani ma voraci, spendaccioni ma efficienti. Soprattutto violenti, al limite del sadismo. Il Procuratore generale statunitense Merrick B. Garland tratteggia bene il carattere e l’attività di quattro delle 25 persone incriminate per traffico di fentanyl, la potente droga sintetica che da tre anni sta uccidendo decine di migliaia di tossicodipendenti negli Usa.
Tra questi spiccano i figli del Chapo Guzmán, in carcere dal 2017 per una condanna definitiva all’ergastolo. Dei quattro pargoli messi al mondo dal vecchio re mondiale della cocaina con due diverse mogli, solo uno è al fresco negli Stati Uniti. Si chiama Ovidio Guzmán López, è il più ingenuo. Venne arrestato nel gennaio scorso al termine di una battaglia campale a Culiacán, feudo storico del Cartello di Sinaloa. Il Tribunale distrettuale di Washington lo accusava di traffico di droga dal 2019 assieme al fratello Joaquín che tuttavia resta libero assieme ai suoi due fratellastri Iván Archivaldo Guzmán Salazar e Jesús Alfredo Guzmán Salazar.
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Il ruolo della n’drangeta
I “chapitos” hanno capito subito che il mercato della droga era cambiato. La cocaina restava la regina ma nella Borsa dei narcotici stavano salendo le quotazioni del fentanyl. Tre anni fa era ancora uno stupefacente sconosciuto. Gli esperti sostengono che è stato introdotto nelle piazze canadesi dalla n’drangheta. È un oppiaceo sintetico, più facile da trasportare perché occupa meno spazio; si può camuffare, è composto di pillole minuscole che vanno frantumate, ridotte in polvere e poi riscaldate e sciolte come l’eroina prima di essere iniettate o inalate.
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Droga e armi
Joe Biden affrontò di petto questa nuova realtà e ne parlò subito con il presidente messicano. Lo esortò a fare qualcosa. Obrador convenne ma chiese in cambio al suo omologo americano di mettere un freno al traffico d’armi che dagli Usa invadeva il Messico. […] Il confronto si è trasformato in polemica e alla fine in aperto scontro con pesanti accuse senza trovare una soluzione. Anzi. Obrador ha sciolto l’ufficio della Dea e della Cia in Messico ed espulso i suoi agenti perché “indesiderati”. Biden, tramite i governatori repubblicani degli Stati confinanti con il Paese vicino, ha minacciato di dichiarare “terroristi” i Cartelli. Al Congresso Usa giace una legge che se dovesse passare autorizzerebbe un intervento armato degli Stati Uniti in Messico.
I precursori dalla Cina
Obrador ha risposto con una causa dal risarcimento miliardario contro le principali industrie delle armi americane. Le quali sorridono, perché protette dal Secondo Emendamento che sancisce il diritto per ogni cittadino americano a possedere armi. Ma soprattutto perché sostengono che i fucili poi finiti in Messico sono acquistati negli Usa e non hanno alcuna responsabilità di come e dove vengono usati all’estero. Lo scontro ha coinvolto anche la Cina accusata di fornire i precursori chimici essenziali alla produzione di fentanyl.
Pechino ha replicato dicendo che la nuova droga non lo riguarda. È un problema messicano e americano. Il circolo diventa vizioso. In tutti i sensi. Entrambi i Paesi subiscono la domanda incessante del mercato e l’offerta efficiente di chi la produce. Non sanno come risolvere il problema. Le mafie non rinunciano a 250 miliardi di dollari l’anno.
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l'arresto fallito di ovidio guzman lopez, il figlio del chapo 1ovidio guzman lopez 1xilazina fentanyl6fentanylivan archivaldo guzmanovidio guzman lopezxilazina fentanyl8xilazina fentanyl3ovidio guzman lopez
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