DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera”
Dopo decenni di oblio, l'industria dello spazio sta vivendo il suo Rinascimento, spinta in gran parte dalle ambizioni della Cina e dai programmi in rapido sviluppo di miliardari visionari come Elon Musk, il patron di Tesla, che con la sua SpaceX vuole costruire un'enorme «mega-costellazione» di satelliti Internet.
Quest'anno, i lanci in orbita saranno alla fine oltre 130, per la prima volta dagli anni Settanta, cui si aggiungono le escursioni turistiche di Jeff Bezos (Amazon) con Blue Origin o di Richard Branson (Virgin Group).
Ma quanto costa al pianeta la brama cosmonautica dei nuovi nababbi? Il conto l'ha fatto, in occasione di Cop26, la ong Oxfam che ha presentato uno studio in collaborazione con l'Institute for European Environmental Policy e lo Stockholm Environmental Institute: un singolo volo spaziale - la nuova moda fra i super-ricchi - inquina quanto il miliardo di persone più povere del mondo nel corso della loro vita.
O detto in modo più specifico: le emissioni di CO2 prodotte da ogni passeggero per un volo spaziale di appena 11 minuti sono pari ad almeno 75 tonnellate, secondo le stime del rapporto di Lucas Chancel, mentre le persone del miliardo più povero del mondo emettono meno di una tonnellata di CO2 l'anno.
Non solo, nel 2030 le emissioni di anidride carbonica dell'1% più ricco dell'umanità sono sulla buona strada per essere 30 volte superiori a quanto è compatibile con il mantenimento del riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C. Per centrare l'obiettivo, l'1% più ricco dovrebbe ridurre le proprie emissioni del 97%.
Per questo, gli scienziati esortano i governi a «limitare il consumo della CO2 del lusso» dei jet privati, dei megayacht e dei viaggi nello spazio. «Viviamo in un mondo in cui una ristrettissima élite sembra avere il permesso di inquinare senza limiti, alimentando condizioni ed eventi metereologici sempre più estremi e imprevedibili - dice Nafkote Dabi, responsabile delle politiche climatiche di Oxfam -. Le emissioni del 10% più ricco, da sole, potrebbero spingerci verso un punto di non ritorno. E a pagarne il prezzo più alto, ancora una volta, saranno le persone più povere e vulnerabili del pianeta».
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