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IN ARABIA SAUDITA LA SCHIAVITÙ NON È STATA ABOLITA - IL RAPPORTO DI "AMNESTY INTERNATIONAL": NEL PAESE MEDIORIENTALE, LE DONNE KENIANE ASSUNTE COME COLLABORATRICI DOMESTICHE SONO COSTRETTE A SGOBBARE PER 16 ORE AL GIORNO. LE POVERETTE DEVONO AVERE A CHE FARE CON DATORI DI LAVORO CHE LE TENGONO SEGREGATE IN CASA PER GIORNI E LE VIOLENTANO - A VOLTE, I DOCUMENTI DELLE DONNE VENGONO SEQUESTRATI DA CHI LE ASSUME - GLI 85 LAVORATORI KENIANI MORTI IN ARABIA...

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DOMESTICA

(ANSA) - NAIROBI, 13 MAG - Le donne keniane assunte come collaboratrici domestiche in Arabia Saudita sono costrette a lavorare in condizioni estenuanti, abusive e discriminatorie, che spesso equivalgono a lavoro forzato e tratta di esseri umani. Lo denuncia un nuovo rapporto di Amnesty International pubblicato sul sito dell'organizzazione.

 

Il rapporto evidenzia come i datori di lavoro sottopongano le donne a uno sfruttamento estremo nelle case private, spesso alimentato dal razzismo. Amnesty ha documentato l'esperienza di oltre 70 donne che hanno lavorato in Arabia Saudita, spesso per più di 16 ore al giorno, senza giorni di riposo e senza poter mai uscire di casa.

 

VIOLENZA DOMESTICA

Le donne, secondo quando raccontato all'Ong, hanno anche dovuto affrontare condizioni di vita terribili e trattamenti inumani, tra cui violenze sessuali, verbali e fisiche. I datori di lavoro di solito confiscavano loro i passaporti e i telefoni e talvolta trattenevano i loro salari. Nell'ottobre del 2023, il ministero degli Esteri di Nairobi aveva presentato dati riguardanti le morti sospette di 85 lavoratori e lavoratrici keniani in Arabia Saudita.