"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
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1 - TRAVAGLIO A CORTINA
Estratto dell’articolo di Marco Travaglio per il “Fatto quotidiano”
Siccome chi passa il Capodanno a Cortina in un bell'albergo non può difendere i poveri, immagino che il sottoscritto, non avendo mai subito sequestri di persona né lesioni gravissime, non possa difendere le persone sequestrate o menate a sangue. […]
2 - CORTINA DI FERRO
Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”
Il mestiere del leader di sinistra non dev' essere facile. Se entri in un negozio di lusso per comprare un pensierino a tua moglie, come è successo a Bersani qualche tempo fa, ti ritrovi iscritto d'ufficio al club dei capitalisti. Se poi sei il capo dei cinquestelle e ozieggi a Cortina in un hotel omonimo, vieni costretto a giustificarti neanche ti fossi pagato la vacanza taglieggiando i percettori del reddito di cittadinanza.
GIUSEPPE CONTE CON IL CUOCO DEL GRAND HOTEL SAVOIA DI CORTINA DAMPEZZO
In queste ore l'avvocato d'affari Giuseppe Conte starà rimpiangendo di non avere scalato un partito di destra o almeno di centro: adesso potrebbe farsi fotografare senza problemi mentre brinda al nuovo anno in un resort esotico dentro una piscina a forma di tetta.
Meglio ancora, potrebbe andare a Cortina parlando male di quelli di sinistra che vanno a Cortina. Soprattutto potrebbe finalmente tirare fuori la Jaguar che ha nascosto in garage per paura di passare per ipocrita o per emulo della signora Soumahoro, il cui problema però - sia detto a scanso di equivoci piuttosto diffusi - non era lo sfoggio di abiti di lusso, ma il fondato sospetto che se li fosse procurati con i soldi destinati ai migranti.
Chi invece è già ricco di suo e si batte per migliorare le condizioni di chi è più povero viene guardato storto fin dai tempi dei Gracchi. Per risultare credibile, Conte avrebbe dovuto passare il Capodanno in un ostello a scattarsi selfie con Casalino, e anche questo spiega perché il leader di sinistra è uno di quei lavori che in Italia non vuole più fare nessuno.
3 - CONTE A CORTINA, POLEMICA DA CINEPANETTONE
Flavia Perina per “la Stampa”
Quelli della Prima Repubblica, che erano più furbi, in vacanza andavano in località minori della Val Gardena, alle terme di Abano, nei paesi d'origine delle loro famiglie in Sardegna o in Abruzzo, e di sicuro anche loro avevano i quattrini per l'hotel stellato ma se la tentazione c'era, resistevano.
La Seconda Repubblica resiste meno, ed è anche meno furba. Così, le foto di Giuseppe Conte al Grand Hotel Savoia di Cortina d'Ampezzo (che forse costa 2.500 euro a notte, forse mille) diventano polemica politica e rilanciano l'interrogativo: si possono difendere i poveri dal lunedì al venerdì e poi, nel week end di festa, stendersi al sole in località esclusive?
lella e fausto bertinotti foto di bacco
È un interrogativo vecchio come il cucco che ha trafitto sistematicamente la sinistra con cachemire (Fausto Bertinotti), con la barca (Massimo D'Alema), col Rolex (Matteo Renzi), con la villa a Capalbio (elenco infinito) e giù giù fino alla sciarpa di Vuitton regalata da Pier Luigi Bersani a sua moglie poco prima dell'ultimo Natale. Che adesso tocchi ai Cinque Stelle è coerente con la lunga storia del peloso moralismo nazionale e il nuovo ruolo del movimento di Conte.
Sono i grillini, oggi, ad alzare la bandiera del Quarto Stato, loro quelli della politica francescana, ed è fatale che tra gli avversari scatti il riflesso pavloviano: ma come, avete fatto le pulci ai nostri conti, alle nostre ville, ai nostri smoking alla prima della Scala, e adesso che fate? Imitate?
massimo d'alema al timone della ikarus
C'è un modo serio e uno faceto di affrontare questo scandaluccio di Capodanno. Parlandone sul serio si dovrà osservare che la sinistra sconta l'eredità ancestrale dei suoi padri e dei suoi nonni, quell'imprinting originario che considerò il consumismo al vertice di ogni male, al punto di ingaggiare battaglia contro la tv a colori portatrice - si disse - di "disvalore etico".
E tuttavia siamo in un altro secolo, in un altro mondo, e dovrebbe ormai essere abbastanza chiaro che difesa dei diritti e redditi individuali, lotte sociali e scelte personali hanno scarsi legami: ogni parlamentare (e soprattutto uno che viene da una prestigiosa carriera da avvocato) ha redditi sufficienti per pagarsi una vacanza top, ma il suo impegno politico è un'altra cosa. Lo si valuterà guardando le battaglie che fa, quelle che vince e quelle che perde, non le vacanze che prenota.
D'ALEMA E LA BARCA 'GIULIA G' (EX IKARUS)
L'antologia della destra e della sinistra divise dalle Marlboro, dai jeans e dalla piscina faceva già ridere all'epoca di Giorgio Gaber: oggi è ai limiti del surreale. Ma c'è anche un punto di vista più leggero, una lettura più ironica della foto dell'ex-premier con la sua signora seduti a fare colazione al sole sotto le Dolomiti. È l'attrazione fatale di Cortina, topos massimo del provincialismo italiano in versione Vanzina, icona dei Covelli e dei Braghetti d'Italia ("Arboreto is nothing" dice niente?), storico rifugio dell'alta borghesia che conta ed eterno brand aspirazionale di chi vuol dimostrare di essere qualcuno.
E si capisce la scelta, le vette sono bellissime, le piste eccezionali, gli alberghi e la passeggiata sul corso assolutamente suggestivi, ma Cortina è anche un'arma a doppio taglio: può darti l'aura del vip o ridurti a personaggio da cinepanettone. Non a caso quelli della Prima Repubblica, che amavano quasi tutti la montagna ma erano più furbi, ci passavano magari per un caffè ma le vacanze le prenotavano in località più oscure, e meno infestate da fotografi.
stefano cappellini foto di bacco
5 - IL LEADER 5 STELLE IN VACANZA A 5 STELLE E LA NEMESI DEL POPULISMO GRILLINO
Stefano Cappellini per “la Repubblica”
Davvero con tutti gli argomenti per biasimare piroette e incoerenze di Giuseppe Conte c'è bisogno di attaccarsi al fatto che soggiorni in un hotel a cinque stelle di Cortina? Ma che accusa è? Diciamolo subito: un'accusa che qualifica, male, chi la avanza.
GRAND HOTEL SAVOIA DI CORTINA DAMPEZZO
Dice: ma Conte difende i poveri e poi sta al grande albergo di Cortina. Un ragionamento mezzo Bagaglino e mezzo Giordano (Mario, non certo Bruno), che ricorda un po' quello dei reazionari che negli anni Sessanta del secolo scorso incalzavano i conoscenti e militanti di sinistra: ma come, sei comunista e hai la macchina? Allora la tua macchina è mia!. E giù la risata del beota.
Provate a guardare l'inevitabile rovescio del ragionamento: ha forse diritto a frequentare un hotel a cinque stelle solo chi non mette in dubbio la redistribuzione della ricchezza? Perfetto, ma allora chi punta il dito su Conte abbia il coraggio di finire il concetto: certe cose può permettersele solo un conservatore ricco, meglio ancora se di famiglia.
GIUSEPPE CONTE OLIVIA PALADINO AL MARE
L'idea che il lusso debba essere precluso a chi ha idee di progresso e giustizia sociale è di un classismo spaventoso e di un pauperismo (per gli altri) miserabile. Che poi Conte di quelle idee sia un sincero paladino, beh, quella è un'altra storia e ognuno può farsi la sua opinione.
Dice: eh, ma c'è comunque una questione di opportunità. L'opportunità è solo non spendere soldi rubati o sottratti al credito altrui (sia detto per placare subito quelli che "e allora lady Soumahoro?").
Un cittadino che si senta rassicurato dal fatto che i denari di Conte riposino immobili sul suo corrente anziché sul buon materasso dell'albergo di Cortina è un ipocrita o uno scemo, anche se non si può escludere che abbia votato M5S in passato sulla base di convinzioni simili. Dice: eh ma infatti, i grillini su queste cose vanno sempre all'attacco, ora tocca a loro subire.
Anche qui, però, bisognerebbe metterla al rovescio e vedere cioè la buona ragione di non imitarne la puerile propaganda, anzi per rallegrarsi che persino i più gonzi, forse, possano rendersi conto di quanto letame hanno gettato invano nel dibattito pubblico. Insieme alla solidarietà, a Conte si potrebbe recapitare la richiesta di utilizzare l'occasione per fare un po' di educazione civica ai suoi elettori. Ma non siamo sicuri che accadrà: il civismo, in Italia, fa spesso perdere voti e Conte è uno di quelli che ha appreso meglio la lezione.
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