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IN FRANCIA E' STATA INDIVIDUATA UNA NUOVA VARIANTE DEL COVID CHE PREOCCUPA GLI SCIENZIATI PER VIA DI MUTAZIONI DELLA PROTEINA SPIKE MAI REGISTRATE PRIMA - UNA MANCIATA DI CASI SONO STATI SEGNALATI ANCHE NEL REGNO UNITO, IN SVIZZERA, IN SCOZIA E IN ITALIA - SI RITIENE CHE LA MUTAZIONE PROVENGA DALL'AFRICA, DOVE SOLO IL 6% DELLA POPOLAZIONE E' VACCINATA: "QUESTA VARIANTE MOSTRA CHE SE SI LASCIA UNA PARTE DELLA POPOLAZIONE MONDIALE SENZA ACCESSO AI VACCINI, IL VIRUS CONTINUERA' A MOLTIPLICARSI E PORTERA' A PIU' VARIANTI"...
Dagotraduzione dal Jerusalem Post
Una nuova variante del Covid identificata in una manciata di paesi europei sta sollevando numerose preoccupazioni tra i medici per via di mutazioni nella proteina spike mai registrate prima. La variante, nota come B.1.X o B.1.640, è stata segnalata per la prima volta dal quotidiano francese Le Telegramme lo scorso mese quando è stato rilevata in 24 persone infette in una scuola nella regione della Bretagna. Secondo quanto riportato dal quotidiano, la scuola è stata costretta a chiudere metà delle sue classi.
Anche se la situazione è ora sotto controllo e l'Agenzia regionale della sanità francese non ha segnalato altri casi in Francia dal 26 ottobre, la variante rimane sotto sorveglianza. Una manciata di casi sono stati isolari anche nel Regno Unito, in Svizzera, in Scozia e in Italia, anche se la variante Delta rimane il ceppo dominante.
Il prof. Cyrille Cohen dell'Università Bar-Ilan, originario della Francia, che intervista e consulta regolarmente i funzionari sanitari francesi, ha spiegato che la variante B.1.640 ha alcune mutazioni senza precedenti. Una in particolare ha attirato l'attenzione: la proteina spike, che è ciò che consente al virus di aggrapparsi alla cellula umana e avviare il processo di infezione, presenta alcune delezioni. La domanda è se questo renderà il virus più o meno contagioso.
Si ritiene che la variante provenga dall'Africa, uno scenario di cui gli esperti sanitari hanno paura e che evidenzia la necessità dell'uguaglianza dei vaccini. «Questa variante mostra che se si lascia una parte della popolazione mondiale senza accesso ai vaccini, il virus continuerà a moltiplicarsi e porterà a più varianti», ha affermato Cohen.
Un rapporto Q4 Global Forecast pubblicato la scorsa settimana dall'Economist Intelligence Unit (EIU) ha evidenziato che mentre i paesi per lo più sviluppati hanno vaccinato con successo ampie fasce dei loro cittadini, la maggior parte dei paesi in via di sviluppo ha fatto solo progressi trascurabili. Il rapporto ha evidenziato in particolare i fallimenti della campagna vaccinale in Africa, dove alla fine di ottobre solo il 6% della popolazione è vaccinato contro il COVID.
«La causa di tassi di vaccinazione così bassi è ben nota: nonostante i recenti miglioramenti, la produzione globale continua a restare indietro rispetto alla domanda, e i paesi in via di sviluppo che affrontano lunghi ritardi nell'accesso ai vaccini», afferma il rapporto dell'EIU, aggiungendo che il programma COVAX dell'Organizzazione mondiale della sanità è riuscito a spedire solo circa 400 milioni di dosi a livello globale e che le donazioni dai paesi più ricchi sono state scarse.
Ma anche trovando i vaccini, la difficoltà sarebbe distribuirli. «Non somministrare vaccini a questi paesi può sembrare OK a breve termine», ha detto Cohen, «ma a lungo termine, potremmo avere nuove varianti problematiche che si sono sviluppate in paesi non vaccinati».
«Non voglio spaventare la gente», ha detto. «Ci sono solo pochi casi di B.1.640 ora e potrebbe benissimo essere che in un mese potremmo dimenticarci tutti di questa variante. Ma è un esempio di cosa potrebbe accadere se non ci fosse accesso ai vaccini per tutti».
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