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Flaminia Savelli per “Il Messaggero”
È tornato libero ieri mattina Rudy Guede, l'ivoriano oggi 35enne, l'unico condannato per l'omicidio di Meredith Kercher. Il magistrato di sorveglianza di Viterbo gli ha infatti concesso la liberazione anticipata rispetto alla data del 4 gennaio 2022. Per il delitto di Perugia era stato condannato a 16 anni di reclusione scontati nel carcere di Mammagialla a Viterbo.
«Voglio essere dimenticato, non so ancora cosa sarà del mio futuro. Forse tornerò a vivere a Perugia» ha detto ieri mattina appena avuta la conferma sulla liberazione durante l'incontro con il suo avvocato Fabrizio Ballarini. E poi ancora all'assistente sociale, Claudio Mariani che lo ha seguito nel lungo percorso di reinserimento: «Non voglio altri riflettori ne altra attenzione su questa drammatica storia».
Guede si è sempre professato innocente per il delitto della studentessa inglese arrivata in Italia con un progetto Erasmus e trovata brutalmente uccisa il 1° novembre del 2007 a Perugia. Un delitto ancora pieno di punti bui: nelle indagini furono coinvolti anche la coinquilina Amanda Knox e il fidanzato dell'epoca, Raffele Sollecito. Che ieri ha commentato: «Non si è mai pentito». Al professor Mariani, Rudy appena liberato ha poi spiegato: «Come la famiglia di Meredith che in questi lunghi anni è rimasta in silenzio, non voglio aggiungere altro dolore».
UNA NUOVA VITA Ma sullo sconto di pena si è accesa la polemica dell'avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia di Meredith Kercher «Rudy Guede ha fatto la sua corsa, quello che l'ordinamento penitenziario gli permette ma c'è da dire che da un punto di vista morale, della giustizia concreta e effettiva, evidentemente la pena che ha scontato è molto bassa rispetto alla tragicità dell'evento». Intanto con il progetto di reinserimento dal 2019, Guede è stato impegnato come volontario al centro Caritas di piazza Dante.
Ogni mattina ha servito ai tavoli della mensa: «Un ragazzo molto riservato - racconta Maria, volontaria anche lei - ho sempre saputo chi era e perché era in carcere ma non ne abbiamo mai parlato. Un ragazzo discreto e con tante attenzioni. Per tutti noi che abbiamo lavorato con lui, è difficile immaginare cosa abbia passato. Qui ormai tutti conoscono la sua storia e abbiamo cercato di aiutarlo, di non farlo sentire escluso». Lo stesso raccontano i colleghi nella sede di viale Armando Diaz: «È sempre il primo a farsi avanti per aiutare durante le ore di volontariato».
franca leosini e rudy guede storiemaledette 22
Dopo l'impegno come volontario, ogni pomeriggio Guede lavora invece nel Centro studi criminologici di piazza San Francesco. Ma non ieri: «Nel suo primo giorno di libertà - spiega l'avvocato Ballarini - ha deciso di non andare al centro, anche per non attirare l'attenzione dei media». In tanti, anche nel palazzetto del centro, in questi mesi hanno conosciuto Rudy. E tutti lo descrivono come «ragazzo educato e per bene. Arriva in sella alla sua bicicletta - racconta Loredana Melini, una residente del palazzetto - ha sempre un sorriso per tutti».
IL COLLOQUIO Con il legale che ha seguito la vicenda giudiziaria dal 2009, Guede ha avuto un lungo incontro ieri mattina nello studio di via Guglielmo Marconi. Un colloquio per confrontarsi anche sul futuro. Ora che è tornato un uomo libero, in attesa di discutere la tesi di laurea in Scienze storiche del territorio all'università di Roma Tre il prossimo giugno, è in cerca di un lavoro. Ma: «Non escludo la possibilità di tornare a Perugia» ha detto il ragazzo. Lì infatti ci sono ancora molti affetti cari che in questi lunghi anni lo hanno assistito.
«Vuole essere dimenticato e qui, a Viterbo, non è facile. Anche se c'è una rete di protezione, persone che lo sostengono e lo hanno sempre aiutato. Ha avuto già dei contatti, l'ho aiutato io per primo. Gli hanno offerto lavori in bar e ristoranti di zona. Ma vuole prima terminare gli studi» spiega l'avvocato Ballarini. Che precisa: «Non era sorpreso della notizia del termine della sua pena, aspettavamo solo la conferma. Da adesso Rudy che in carcere è diventato un uomo può iniziare una nuova fase della sua vita».
Il professor Mariani invece, «zio Claudio» come lo chiama oggi Rudy, le reazioni del giovane alla riacquistata libertà sono state diverse. «Sono spaventato e allo stesso tempo confuso», ha commentato con il medico che lo ha accompagnato negli ultimi anni nel percorso di studi. Dal diploma di scuola superiore all'università: «Non parliamo mai del passato - racconta Mariani - perché tutta questa esperienza lo deve accompagnare nella vita che lo aspetta e che ha cominciato a costruire già durante la lunga detenzione. Ma per poterlo fare, almeno per il momento, chiede di restare in silenzio».
FRANCESCO MARESCA AVVOCATO DELLA FAMIGLIA DI MEREDITH KERCHER meredith kercher con il padre johnjohn kercher con l'ex arline ai funerali di meredith
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